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Quel che resta della bolla immobiliare nel mondo - riassunto 2010

Il vertiginoso aumento dei prezzi delle case, registrato un po' ovunque tra il 2000 e il 2007, si è tradotto in molti casi nella creazione di vere e proprie bolle immobiliari, magari sostenute da mutui facili e i noti meccanismi subprime. Negli stati uniti, in spagna, in irlanda e, in parte, in regno unito, la bolla è scoppiata e gli effetti ancora si sentono. In cina invece, il governo prova a mettere dei limiti. Ecco una panoramica internazionale di quel che resta della bolla

Stati uniti. A due anni dall'esplosione del sistema dei mutui subprime il mercato immobiliare statunitense presenta ancora 15 sintomi inequivocabili di essere sull'orlo del collasso. Il crollo della costruzione nel mercato residenziale, il basso numero di compravendite, l'alta disoccupazione e il prezzo delle case, ancora troppo alti, sono le insidie degli usa. I pignoramenti sono la triste realtà degli americani e si calcola che quasi il 25% delle case comprate negli ultimi anni valgono meno del mutuo stipulato per l'acquisto. I tentativi fatti da obama per salvare il salvabile, sotto forma di stimoli e incentivi, sono serviti a poco, oltre che essere costati molti

Regno unito. Per tutto il 2009 la grave crisi che ha investito il paese anglosassone sembrava aver lasciato immutate le condizioni immobiliari. I prezzi tenevano, ma solo per una ragione: i proprietari avevano ritirato dal mercato le proprie case, facendo così crollare l'offerta. Ma dopo un anno mezzo giocando a nascondino e con i pesanti tagli che hanno investito la socetà britannica, la pressione su chi doveva vendere è aumentata e il rapporto domanda/offerta si è riequilibrato, a partire dall'estate. Risultato: i prezzi hanno cominciato a scendere. Previsioni: 5 anni di stagnazione

Spagna. Dal 2008 non si parla d'altro: la crisi e lo scoppio della bolla, che, nel paese iberico, sono quasi la stessa cosa. L'eccesso folle di costruzioni sperimentato dal 2000 ha lasciato in giro 1,5 milioni di case da finire, invendute o senza alcun interesse, che minacciano di appesantire la ripresa economica del paese, che vanta il peggior dato sulla disoccupazione in europa (20%). Le previsioni per il futuro sono nere: secondo gli esperti per assorbire tutte le abitazioni attualmente vuote ci vorranno almeno tre anni. Le case in spagna sono diventate una zavorra, per migliaia di cittadini, che non riescono a pagare il mutuo perché hanno perso il lavoro e per le banche, che non sanno che farsene di tanti alloggi pignorati (che nessuno ricompra)

Cina. Alcuni economisti cinesi prevedono che la bolla nel loro paese potrebbe esplodere a breve, facendo crollare del 20% le quotazioni delle case, dopo mesi di crescita esponenziale, soprattutto nelle grandi citta. Questa discesa sarebbe conseguenza diretta delle misure adottate dal governo,  che vuole evitare i disastri già vissuti da altri paesi. Alcuni analisti pensano che non si possano correggere le distorsioni del settore, a meno che a governare non sia un partito come quello comunista cinese, in assenza di democrazia e piena libertà di mercato. Ma è proprio così?

L'esperienza del canada ci insegna il contrario (vedi notizia). Il ministro dell'economia del canada, jim flaherty, ha indurito le leggi del settore creditizio, per garantire che gli acquirenti possano continuare a pagare quando i tassi di interesse (inevitabilmente) cresceranno

Irlanda. L'ex miracolo economico d'europa è finita strangolata dai mercati, come la grecia qualche mese prima, mettendo a rischio contagio anche spagna, portagallo e Italia. Da dove viene la crisi irlandese? da molti fattori internazionali, ovviamente, ma il settore immobiliare interno ha fatto la sua parte. L'irlanda ha infatti dovuto salvare molte banche, eccessivamente esposte con crediti mangiati dalla bolla, per 50 milioni di euro. Per questo il debito pubblico è schizzato alle stelle e tutti coloro che avevano comprato case come se fossero maglioni ("tanto poi si rivendono a un prezzo più alto") pagheranno i debiti per il resto della loro vita

E in Italia? il dibattito se ci sia stata o no una bolla è ancora aperto. Alcuni fattori non lasciano dubbi. Prima: compravendite accelerate (guarda il grafico della vendita di case dal 1985 ad oggi), finanziamenti agevolati, fiducia in una crescita perenne. Dopo: discese dei prezzi, contrazione delle compravendite, maggiori difficoltà nell'accendere un mutuo, settore edilizio Fermo, posti di lavoro persi. Tuttavia non possiamo parlare degli estremi dei paesi qui citati, tanto che, se il 2009 è stato l'anno nero, il 2010 ha mostrato lievi segnali di ripresa

La presunta ripresa è comunque relativa alle grandi città e alle zone meglio servite, mentre i piccoli centri e gli hinterland, specie se mal collegati coi luoghi di lavoro, non rialzano la testa. Secondo alcuni analisti anche da noi i prezzi e le compravendite non si riprenderanno davvero fino al 2014 (vedi notizia)

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