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Fiat, gli usa contro marchionne: "impoverisce la democrazia"

Per il sindacalista peter olney "lo stesso ricatto" che l'ad fiat sergio marchionne sta attuando in Italia a mirafiori, Sarebbe già in atto negli stati uniti . E avverte: "guai a sottovalutarne la gravità, la rappresentanza dei lavoratori, l'organizzazione sindacale sono l'ultimo baluardo contro l'imbarbarimento della società". Ma onley chiarisce anche quale sarebbe il modello da seguire

Secondo il leader sindacale, teorico e laureato anche in scienze politiche all'università di Firenze, marchionne sembra un rivoluzionario, in realtà "non fa che ripetere tutte le mosse del top manager di general motors". Ricatto ai lavoratori accusati di essere "poco competitivi". Così è successo negli usa, dove i lavoratori hanno finito per piegare la testa - spiega onley - e votare contro il sindacato

La dottrina marchionne, però, sembra inevitabile: con la globalizzazione è insostenibile la sopravvivenza di fabbriche che non reggono i confronti internazionali. Ma "le decisioni sulla localizzazione degli stabilimenti sono nella realtà piú complesse di quanto vogliano farci credere", avverte il sindacalista. "Entrano in gioco altri fattori: l'accesso ai mercati nazionali, la disponibilità di infrastrutture, la qualità dei centri di ricerca e design. Infine una parola passata di moda: le politiche industriali dei governi. In occidente parlarne oggi sembra una follìa? però il governo cinese la politica industriale la fa, eccome"

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3 Commenti:

11 Gennaio 2011, 10:22

Ci credo che i lavoratori abbassano la testa, sotto la minaccia di perdere il posto di lavoro chi non lo farebbe.Ormai i lavoratori dipendenti non hanno piu' nessun potere, sono alla completa mercee dei datori di lavoro, questo non vuole dire che bisogna stare per forza di cose male, ma vuole dire che il benessere dei dipendenti è esclusivamente nelle mani di poche persone.

11 Gennaio 2011, 12:34

Queste sono purtroppo le conseguenze della globalizzazione selvaggia, del resto mi ricordo che all'inizio di questa follia molti sindacalisti e tutta la sinistra la sosteneva in quanto avrebbe portato benessere ai paesi poveri e allargato i nostri mercati. I poveri illusi non avevano e continuano a non capire che invece si è realizzato l'esatto contrario e si sta perpetrando il più colossale sfruttamento dell'essere umano da parte del capitale. C'è un solo modo per salvarsi, combattere l'evasione fiscale che si crea con le false fatturazioni e la complicità dei paradisi fiscali. Sob..... dimenticavo, da noi abbiamo depenalizzato il falso in bilancio.

immobiliaristatobe
11 Gennaio 2011, 16:34

Tutto questo mi atterrisce...

Probabilmente è vero che in Italia alcune norme all'interno dei CCnl sono anacronistiche, così come è vero che esistono sacche di "dipendenti disonesti", ma è pur vero che non possono essere sempre i lavoratori a pagare le cattive scelte delle società.

Il vero problema della fiat non è certamente l'alto costo del lavoro, sicuramente eccessivo (ma non per colpa delle buste paga nette dei dipendenti), ma una politica industriale fallimentare. La fiat perde quote di mercato ogni volta che non ci sono incentivi ed in Italia sta perdendo la supremazia.

Sarà colpa di modelli brutti e anti-economici?

Purtroppo è un mea culpa che non sentiremo mai recitare dai grandi designer ed ingegneri.

A questo punto l'unica soluzione è far saltare tutta la baracca, perché è vero che le Br sono criminali e che le velleità terroristiche sono esecrabili, ma non v'è nulla di scorretto nello slogan "non siamo noi a dover diventare come i cinesi..."

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