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Il quartier generale del gruppo fiat-chrysler sarà negli stati uniti, secondo indiscrezioni della reuters, che ha dedicato un lungo reportage sull'argomento, l'amministratore delegato del lingotto sergio marchionne starebbe lavorando alla fusione delle due società e la base dovrebbe essere proprio al di là dell'oceano. A inizio 2011 l'ad aveva detto di puntare al 51% di detroit entro l'anno

L'ipotesi di un trasferimento della sede era circolata nelle scorse settimane, ma sia marchionne, sia il presidente della fiat, john elkann, avevano smentito le voci e rinviato ogni decisione in merito al 2014. Addio Torino, quindi, proprio nel 150º anniversario dell'unità d'Italia?

Sempre secondo una fonte vicina ai vertici del gruppo, marchionne starebbe anche pensando alla quotazione della ferrari per cui avrebbe indicato un valore di cinque miliardi di euro
 

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25 Marzo 2011, 15:19

"Se io pago il 70 per cento di tasse in Italia e solo il 30 per cento negli Usa, non è difficile immaginare dove andrò" che gli vogliamo dire? Che noi abbiamo la cedolare secca? Che ci sta più simpatico chi lucra senza lavorare di chi fa lavoro e impresa? è triste ma, ammettiamolo, al momento è proprio così ...

25 Marzo 2011, 15:20

"Se io pago il 70 per cento di tasse in Italia e solo il 30 per cento negli Usa, non è difficile immaginare dove andrò" che gli vogliamo dire? Che noi abbiamo la cedolare secca? Che ci sta più simpatico chi lucra senza lavorare di chi fa lavoro e impresa? è triste ma, ammettiamolo, al momento è proprio così ...

26 Marzo 2011, 22:52

È giusto che la fiat vada dove vuole.

Prima di partire, dovrebbe però lasciare in Italia i miliardi di euro ricevuti negli ultimi decenni dallo stato.

6 Luglio 2012, 12:09

..... il Buon Marchionne ha avuto una grande fortuna a trovare un debosciato come John Elkann che gli lascia fare tutto quello che vuole..... .
Ipodotato mentalmente e buono a nulla, elkann ricalca nel modo piu' evidente il figlio viziato che dell'azienda non sa piu' che farsene e che e' disposto a passare sopra a tutto pur di raggiungere il suo unico scopo... la (s)vendita della FIAT per impadronirsi dei capitali con il minimo sforzo.
Ovvio che da buon marpione, marchionne oggi si trova la strada spianata, mi sarebbe piaciuto assitere piuttosto ad un suo confronto con Giovannino Agnelli i cui ideali erano ancora per il made in italy, quello vero, fatto e studiato in Italia.
Credo pero', ed i fatti cominciano a darci ragione, che l'avventura americana non vada cosi' bene come sembri, un po' per la crisi mondiale incombente ed un po' per i nuovi "modelli" fatti sulle copie di bidoni americani.
Quando capira' questo "genio" dell'industria italiana che le automobili si fanno con passione, studio, creativita' e non con il posizionamento di un "logo" su un altro "logo"?

16 Settembre 2012, 20:40

A parte avere preso in giro gli italiani con le sue false promesse, coi ricatti, col comportamento del dittatore, cancellando decenni di lotte per il contratto di lavoro metalmeccanico. Ora scopre le carte. Chi gli sta vicino, non ha capito che il problema è lui stesso. Solo un incapace fa quello che ha fatto lui, si è schierato contro la classe operaia in Italia e adesso pretende di vendere macchine in Italia. Quando si sente Romiti e della Valle dare giudizi del genere, significa che si sta cacciando in un mare di guai.
Bisogna che il governo faccia causa a questo manager perchè ha portato cent'anni di ricerca e ditecnologia che tutti gli italiani hanno pagato con i finanziamenti a fondo perduto che la fiat ha goduto.

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