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La guerra fredda tra i governi e i mercati finanziari continua. E sono i mercati a vincere facendo vittime. La grecia, 12,5%. Irlanda, 8,9%. Portogallo, 8,3%. Sono questi i tre numeri della paura in europa: quelli dei paesi che si sono visti obbligati a chiedere gli aiuti dell'unione europea e del fondo monetario. Sono gli interessi che pagano per i debiti pubblici a 10 anni: il migliore termometro della paura sui mercati dell'insolvenza, che gli investitori si guadagnano con alti tassi di interesse. C'è un quarto numero, 5,2%: è quello che paga la spagna, che si è aggiudicata il numero quattro della lista. Sarà il prossimo paese a cadere davvero?

Pare di no. Al momento la spagna è riuscita a prendere le distanze dall'ultimo incendio dei mercati, che invece ha conivolto il portogallo. Grazie alle riforme intraprese e al fatto che sia riuscita ad uscire dalla crisi (nonostante la ripresa sia ancora lontana), ma grazie anche ad altri dati intangibili

Il primo è che la spagna è troppo grande per crollare; troppo grande per poter ricevere gli aiuti europei. Per questi motivi la possibilità di un attacco al debito spagnolo sarebbe una minaccia per l'intera zona euro, contro il progetto dell'unione europea

Ma è anche vero, d'altra parte, che il portogallo, che precedeva la spagna nella lista dei paesi a rischio, faceva da scudo al suo vicino, sul cui debito a breve termine potrebbe riprendere la pressione

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