Se il 2010 era stato l'anno nero per l'edilizia, i primi dati del 2011 non sono da meno. Nel primo semestre, infatti, sono aumentati del 10% i fallimenti, male il nord, il centro e il sud, senza eccezioni
Anche se la crescita maggiore dei fallimenti è al centro-sud, dove ha raggiunto un +11,1% rispetto al resto del paese; +10,3% nel nord ovest e +8,7% nel nord est
In Molise +93%, nel Lazio +32%, in Puglia +23%, in Sardegna +18% e in Campania +17% i numeri più significativi
Per quanto riguarda la frequenza, invece, batte tutti la Lombardia con un insolvency ratio pari a 15,6, seguita dal friuli 14,1, le Marche 13,4 e il Veneto 12,4
1 Commenti:
Dispiace e si stringe il cuore nell'apprendere simili cose. Questo però è sicuramente il risultato della crisi generalizzata che colpisce il nostro paese ed il resto del mondo, ma anche frutto della scarsa propensione a studiare l'evoluzione dei mercati, programmare e pianificare, ecc. Questa, per intenderci, è una specie di "rivoluzione" di sistema che genera o aggrava di molto (e di più) la crisi economica. Le modalità lavorative tradizionali (in quanto tali) stanno avendo significative battute d'arresto. Cambia un modo di creare e fare impresa e si riducono gli spazi e cambiano gli scenari. Tornando al settore edilizio, la crisi colpisce sostanzialmente i piccoli e piccolissimi. A parte le ristrutturazioni (calate fortemente per la crisi, appunto, per il ridursi degli incentivi statali, ed altro) non è pensabile che questi piccoli imprenditori edili, di solito ex muratori e spesso ex agricoltori od allevatori di bestiame (leggi pecorai -senza alcuna offesa per il settore) credano di continuare a costruire casette e villette o se ci riescono impegandosi pure la camicia, piccole palazzine ai margini delle città. il mercato non le assorbe più, si è costruito troppo, loro sono esposti con tutti (banche, fornitori, spesso dipendenti e consulenti esterni, tasse, comuni e/o province) e quindi se non vendono, e purtroppo spesso è così..fanno il botto. Altre situazioni ora ballerine precipiteranno ed allora altri disoccupati, altre famiglie non più abituate ai sacrifici...sul lastrico. Sarà, prevedo, una lunga strada lastricata di dolori e chiusure, però in tutti i settori, per un brutto effetto "domino".
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