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Tassa sui rifiuti: aumento del 20% in soli quattro anni. Tabelle città tares-tari (scarica pdf)
GTRES

Secondo uno studio della federconsumatori, la tassa sui rifiuti è cresciuta del 20% negli ultimi quattro anni. Invece di semplificare il panorama, l'introduzione della tari ha creato una situazione di incertezza, con i comuni persi nella giungla di agevolazioni, riduzioni e aliquote. Il tutto poi, lungi dal causare un alleggerimento, ha provocato un aggravio fiscale al contribuente. Ma ecco il quadro con le differenze tra la tares 2013 e la nuova tari

Tari 2014
La nuova tari 2014, che ha sostituito la tares, riflette una giungla tributaria in cui, a parità di condizioni, emergono forti differenze da città a città non solo in merito all’importo della tassa ma anche relativamente alla qualità del servizio e alla sostenibilità ambientale. Forti differenze si registrano inoltre sulle “riduzioni, agevolazioni ed esenzioni”. Nel campione delle 40 città in cui è stata varata la tari 2014, l’aumento medio nel quadriennio 2010-14 è stato del 19,9%, pari a +45 euro (senza considerare nella tares la componenti servizi indivisibili), a fronte di un’inflazione nazionale nello stesso lasso di tempo dell’8,6% (dato istat). Ciò significa che l’aumento medio ha superato abbondantemente il doppio dell’inflazione. In particolare, l’incremento rilevato è stato del 160% a Reggio Emilia, del 114% a Livorno e del 100,5% sanluri. Al contrario risultano invece in calo gli importi a Cremona (-14%), a verbania (-13%) e Caserta (-11%).

Tares 2013
Per quanto riguarda la tares, i cui dati sono completi, per un appartamento di 100mq e un nucleo famigliare di 3 persone (comprensivo della quota servizi indivisibili 0,30 euro al mq), la spesa massima complessiva è quella di Siracusa, pari a 560 euro annui, seguita da Cagliari (531 euro), Napoli (509,5 euro) e Catania (506 euro). Gli importi minori, invece, sono stati rilevati a sanluri (125 euro), Isernia (154 euro), Brescia (179 euro), Udine (197 euro)

 

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