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Dismissione immobili pubblici, come funzionerà la vendita
Il Palazzo delle Finanze, sede del Mef Wikipedia

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che regola il piano straordinario di dismissione di immobili pubblici previsto dalla legge di bilancio 2019. Ecco cosa prevede.

L’operazione di vendita, nei piani del governo, dovrebbe portare nelle casse statali incassare 1,2 miliardi di euro (950 milioni quest'anno e 150 mln nel 2020 e nel 2021). La prima fase prevede la cessione di 420 immobili e terreni di proprietà del Demanio, non utilizzati per finalità istituzionali, per un valore di 420 milioni di euro.

La pubblicazione dei primi bandi di vendita dovrebbe arrivare già in settimana e tra gli immobili messi in vendita dovrebbero figurare Villa Camerata a Firenze, lo stabilimento ex Spea a Narni (Terni) e l'ex convento di San Salvador a Venezia. L’asta sarà pubblica e rivolta a investitori e cittadini. Riguarderà circa 90 immobili tra quelli inseriti nella lista allegata al decreto.

Il Demanio, tra l’altro, già a inizio 2019 ha disposto, tramite avvisi e bandi regionali (nonché con trattative dirette nei casi previsti dalla normativa) la cessione di ulteriori 1.200 beni di valore minore per un totale di circa 38 milioni di euro. Nel complesso, dunque, l'Agenzia dismetterà 1.600 immobili per un valore complessivo di 458 milioni di euro.

Vanno aggiunti, poi, anche altri immobili di proprietà del Ministero della Difesa (40 in tutto per un valore stimato di 160 milioni) e quelli di Invimit sgr, società partecipata al 100% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, che gestirà la dismissione di immobili di provenienza pubblica conferiti ai fondi immobiliari gestiti dalla stessa Invimit.

In questo caso l'importo stimato delle cessioni sarà pari a 610 milioni di euro, di cui 500 attraverso la cessione di quote dei fondi e 110 milioni attraverso la vendita diretta di immobili con procedura d'asta.

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