Il mercato degli affitti per studenti universitari in Italia è sempre più bollente. Negli ultimi quattro anni, i canoni per una stanza singola sono cresciuti in media del 45%, con punte che in alcune città arrivano addirittura a sfiorare il 70%. È quanto emerge da una recente analisi dell’Ufficio Studi Locare, che fotografa una situazione di crescente squilibrio tra domanda e offerta, specialmente nei principali poli universitari del Paese.
Secondo lo studio, nel corso del 2025 i prezzi delle camere singole sono aumentati di oltre l’11% rispetto all’anno precedente, una crescita ben più rapida rispetto a quella registrata per altre tipologie di abitazioni – dai monolocali ai trilocali. Questo trend è il risultato di una combinazione di fattori: la ripresa della mobilità studentesca dopo la pandemia, la mancanza cronica di alloggi adeguati e l’aumento generale del costo della vita nelle grandi città.
Le preferenze cambiano: la singola è la nuova priorità
Negli ultimi anni la camera singola si è affermata come la soluzione abitativa più ambita dagli studenti universitari. Le stanze doppie, un tempo considerate la scelta più economica, stanno progressivamente perdendo appeal e in alcune città rischiano persino di scomparire. Chi sceglie di condividere la stanza può risparmiare in media dal 20 al 25% rispetto al costo di una singola, ma la privacy e la tranquillità sembrano valere il sovrapprezzo per la maggior parte dei giovani.
Le decisioni degli studenti non si basano solo sul prezzo. I fattori che orientano la scelta includono:
- La vicinanza all’università e alle principali aree di svago, con una forte disponibilità a pagare di più per le zone centrali;
- La presenza di trasporti pubblici efficienti, essenziale a Milano e Roma, mentre nelle città universitarie di medie dimensioni – come Padova o Macerata – si punta su spostamenti in bicicletta o a piedi;
- La qualità dell’abitazione, che oggi incide fortemente sulla decisione finale: spazi vivibili, arredi moderni, climatizzazione e connessione internet stabile sono ormai imprescindibili;
- La sicurezza del quartiere, divenuta una priorità per molte famiglie, specialmente nelle grandi metropoli.
Le città più care: Milano e Bologna guidano la classifica
La mappa dei canoni conferma un’Italia divisa. Milano si conferma la città più costosa, con una media che varia tra i 630 e i 732 euro al mese, e punte che superano anche gli 846 euro per le soluzioni più centrali e moderne. A seguire, Bologna, che conquista il primato dell’aumento più alto dal 2021: +73%, con affitti medi tra 600 e 632 euro.
In forte crescita anche Trento (+70%), Padova (+61%), Firenze (+59%) e Torino (+60%), dove i canoni si attestano tra i 480 e i 500 euro. Roma rimane stabile intorno ai 600 euro, ma con differenze notevoli tra centro e periferia.
Nelle città di medie dimensioni si osservano comunque rincari significativi: Ferrara (+23%), Pisa (+15%), Siena (+14%) e Perugia (+14%). Al Sud, gli aumenti non sono da meno: Napoli segna un +45%, Bari un +44% e Palermo un +30%. A Reggio Calabria, invece, si registrano ancora i prezzi più bassi d’Italia, con una media di 150-180 euro mensili, pur segnando un incremento del 20%.
Un mercato in cerca di equilibrio
Nonostante la corsa dei prezzi, alcuni segnali fanno pensare a un possibile rallentamento del fenomeno, almeno in parte del Nord Italia. Tuttavia, la scarsità di alloggi adeguati e l’alta domanda di camere singole mantengono il mercato sotto pressione.
Gli studenti fuori sede continuano a rappresentare la fascia più vulnerabile: costretti a muoversi tra annunci, contratti spesso irregolari e spese in crescita, si trovano di fronte a una vera e propria “emergenza abitativa universitaria”.
In un contesto in cui il diritto allo studio rischia di essere condizionato dal potere d’acquisto, la questione abitativa degli studenti diventa sempre più un tema sociale e politico, destinato a restare al centro del dibattito anche nei prossimi anni.
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