I dati del report dell’Unione degli Universitari e di Federconsumatori
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L’Unione degli Universitari (Udu) e Federconsumatori hanno presentato un report sul caro studi dal titolo “Universitari al verde” dal quale emerge che mediamente uno studente spende per tasse universitarie, alloggio, pasti, trasporti (urbani ed extraurbani per chi è pendolare o fuorisede), materiale didattico e digitale, cultura, attività sociali, ricreative, sport e salute: 9.379 euro annui se in sede, 10.293 euro annui se pendolare, 17.498 euro annui se fuorisede. Numeri che evidenziano come studiare sia sempre di più un lusso riservato a pochi, specialmente se si decide di farlo lontano dalla propria città di residenza.

L’indagine ha sottolineato che gli studenti fuorisede spendono mediamente, ogni anno, l’87% in più rispetto agli studenti in sede e il 70% rispetto agli studenti pendolari. Una differenza su cui pesa in maniera determinante il costo degli alloggi, che ammontano mediamente a 5.220 euro annui (con forti differenze tra Nord e Sud). 

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Proprio sul fronte relativo al costo degli alloggi, la ricerca ha richiamato l’indagine “Emergenza fuorisede” elaborata dall’Udu in collaborazione con Cgil e Sunia secondo la quale il canone medio di locazione in Italia è pari a 350 euro al mese, a cui aggiungere 80 euro al mese per spese condominiali e bollette. Nel dettaglio, il canone medio in Nord Italia si aggira intorno a 408 euro, mentre al Centro scende a 328 euro e al Sud si arriva a 247 euro

Per quanto riguarda bollette e spese condominiali, il costo medio delle bollette si aggira sui 45-50 euro al mese, contro i circa 30-35 euro al mese di spese condominiali. In base a quanto evidenziato, facendo invece un’elaborazione degli ultimi dati Arera disponibili relativi al consumo medio mensile per nucleo familiare, si ottiene un dato non lontano: è possibile stimare un costo medio di bollette che si assesta intorno ai 60 euro al mese

È stato poi sottolineato che le bollette luce e gas relative a un’utenza domestica non residente comporterà il pagamento di una bolletta più alta di circa il 25% rispetto a quella prevista per le utenze residenti. Inoltre, uno dei problemi maggiori degli appartamenti affittati agli studenti fuorisede è lo scarso efficientamento energetico e isolamento termico, costringendo a un uso cospicuo del riscaldamento: infatti, circa uno studente su quattro lamenta proprio un livello inadeguato di isolamento energetico, con un effetto diretto su bollette e qualità della vita.

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Alessia Polisini, esecutivo nazionale Udu, ha spiegato: “Abbiamo aggiornato l’ultimo nostro report sui costi dell’università in Italia ed è allarmante vedere come i costi medi abbiano avuto un incremento di circa 5mila euro. Analizzando gli studenti fuorisede, la voce che pesa di più è l’affitto, con una media di 435 euro al mese. Seguono i pasti con 412 euro e i costi legati a salute e benessere con 190 euro. Sullo studente pendolare, invece, rileviamo un costo dell’abbonamento mensile medio pari a 53 euro al mese”.

Aggiungendo: “Quello che colpisce, sono le forti differenze territoriali. Non solo tra regione e regione, ma anche tra città e città. Ad esempio, un pasto in mensa costa 5,48 euro al Sud che diventano 7,40 euro al Centro Italia. Ancora più evidenti sono le differenze sui trasporti ferroviari. Ci sono Regioni virtuose, come l’Emilia-Romagna, l’Umbria, il Lazio, la Campania e la Provincia di Trento, dove l’abbonamento annuale è molto conveniente e vede integrato anche il trasporto pubblico urbano. Le peggiori sono invece Piemonte, Lombardia e Sicilia con una differenza annuale di oltre mille euro, una differenza stratosferica e ingiustificabile. I fuorisede devono poi sborsare ogni anno 600 euro per tornare a casa. Abbiamo anche stimato il costo del materiale didattico che varia dai 1.930 euro per Medicina ai 289 euro richiesti a Matematica. Da calcolare anche l’acquisto di computer, su cui si registrano forti rincari”.

Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu, ha aggiunto: “Da maggio dormiamo in tenda nelle università di tutta Italia e abbiamo ricevuto come risposta una legge di bilancio inutile. Abbiamo anche proposto la legge ‘Chiedimi come sto’ per intervenire sul tema della salute mentale: per un percorso semestrale di trattamento psicologico o psicoterapeutico stimiamo un costo pari a 1.776 euro. Non possiamo permetterci dei costi medi che superano i 17mila euro all’anno per ciò che dovrebbe essere un diritto. Il 17 novembre saremo nelle piazze di tutta Italia per chiedere un modello di istruzione diverso, per rimettere al centro i giovani di questo Paese”.

Roberto Giordano, vicepresidente di Federconsumatori, ha poi sottolineato: “Questi costi proibitivi alimentano non solo le disparità, rendendo gli studi universitari un’opportunità sempre più riservata alle classi medio-alte, ma anche l’abbandono degli studi. Secondo l’ultimo rapporto Anvut solo il 28,3% della popolazione tra i 25 e i 34 anni riesce a conseguire un titolo universitario. Il tasso di abbandono è cresciuto raggiungendo il 14,5% nel 2021 ed è facile prevedere che sia destinato ulteriormente a salire, visto il forte incremento dei costi a carico delle famiglie per mantenere uno studente universitario. Le borse di studio stanziate finora non sono sufficienti a garantire l’accesso allo studio alla popolazione scolastica che ne avrebbe diritto: lo testimoniano i dati relativi agli idonei non beneficiari che nel 2022/23 ancora ammontano a 4.974. Mentre i costi crescono, rimane insufficiente il finanziamento del diritto allo studio, vero grande assente della manovra finanziaria”.

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