
Al momento del rogito il venditore non è tenuto a garantire la conformità dell’immobile. Questo significa che è possibile vendere casa senza la certificazione degli impianti, ma nell’atto è sempre opportuno indicare quale sia il loro stato onde evitare delle contestazioni future. Fino al 25 giugno 2008 era obbligatorio allegare una dichiarazione di conformità all’atto di vendita o, in alternativa, una dichiarazione di rispondenza alle norme di sicurezza degli impianti. La norma è stata abrogata a decorrere da quella data.
Quali certificazioni sono obbligatorie per vendere una casa
Quando si ha intenzione di far prima valutare un immobile e poi metterlo in vendita è necessario prendersi il tempo necessario per raccogliere una serie di documenti necessari per concludere l’atto nel modo migliore. Vediamo nel dettaglio quali sono.
Certificazione conformità degli impianti
Benché l’obbligo di consegnarlo all’atto della vendita sia stato abrogato, essere in possesso del certificato di conformità degli impianti domestici è importante. Deve essere rilasciato da un tecnico, che lo provvede a redigere. La sua presenza evita delle contestazioni future da parte dell’acquirente.
Attestato di prestazione energetica
Per poter concludere la compravendita di un immobile, l’Ape - acronimo di Attestato di Prestazione Energetica - è un documento fondamentale. Gli annunci immobiliari devono indicare obbligatoriamente la classe energetica a cui l’immobile messo in vendita appartiene: l’informazione diventa sempre più importante per la valutazione della casa e per chi vuole acquistare, dato che l’efficienza energetica è una delle componenti più importanti del comfort abitativo.
Quando la classe energetica è alta, l’immobile ha delle performance migliori nei mesi freddi e in quelli caldi, contribuendo a ridurre il costo delle varie utenze. Non si può vendere casa senza la certificazione energetica: è necessario incaricare un professionista abilitato che provvederà a redigere l’APE, dal quale è possibile evincere:
- a quale classe energetica appartiene l’immobile;
- le prestazioni energetiche;
- quali sono i consumi stimati;
- gli interventi migliorativi che si possono realizzare.

Segnalazione certificata di agibilità
Attraverso la certificazione di agibilità si documenta che l’immobile ha soddisfatto a pieno le condizioni per essere abitabile.
Per poter ottenere questo documento è necessario che siano state superate alcune verifiche, le cui più importanti sono le seguenti:
- statica;
- salubrità;
- distribuzione dei vani;
- volumetrie;
- impianti.
Certificato di destinazione urbanistica
Il certificato di destinazione urbanistica viene rilasciato dal Comune nel quale è ubicato l’immobile. Al suo interno sono contenute le informazioni relative al fabbricato (vengono indicate le sue caratteristiche), quale sia la sua destinazione urbanistica e i vincoli che sono presenti.
È necessario essere in possesso di questo documento per gli stabili con un terreno la cui superficie risulti essere superiore a 5.000 metri quadrati.
Il rogito notarile
L’atto di compravendita dell’immobile è un documento indispensabile perché certifica ufficialmente chi è il proprietario dell’immobile. Quest’ultimo lo deve conservare gelosamente: nel caso in cui lo si dovesse aver perso se ne può chiedere copia al notaio che lo ha redatto.

Visura ipotecaria e planimetria catastale
È necessario essere in possesso della visura ipotecaria, dalla quale si riesce a capire se sull’immobile insistono delle ipoteche, dei pignoramenti o dei decreti ingiuntivi.
A questo documento si deve aggiungere la visura catastale storica, grazie alla quale è possibile prendere visione di tutti i passaggi di proprietà pregressi e la planimetria catastale, che permette di prendere visione della disposizione interna dell’immobile.
Regolamento condominiale e le relative spese
Nel caso in cui l’immobile sia in un condominio, è necessario allegare copia del regolamento condominiale e un certificato dal quale risulti che sia in regola con il pagamento delle spese condominiali. Grazie a quest’ultimo documento, l'acquirente si può tutelare da eventuali pretese sulle spese arretrate.
Quando manca la certificazione dell'impianto elettrico
Essere in possesso della certificazione dell’impianto elettrico è importante, perché, in sua assenza, si corre il rischio di incappare in sanzioni amministrative, nella difficoltà di mettere in vendita o dare in affitto l’immobile. Oltre ai rischi di potenziali incidenti che potrebbero coinvolgere l’immobile.
La certificazione dell’impianto elettrico - anche abbreviato in Di.Co. - è un documento che è necessario per legge e serve ad attestare la conformità alle leggi vigenti dell’impianto.
Si può vendere casa senza certificazione impianti
A questo punto la domanda sorge spontanea: è possibile vendere un immobile quando non si ha la certificazione sugli impianti? La risposta è affermativa, è possibile farlo. Ma è necessario documentare lo stato degli impianti all’interno dell’atto di compravendita, in modo da evitare delle contestazioni in futuro.
Attualmente la legge non impone di allegare questa certificazione al rogito: ma è opportuno rendere edotto l’acquirente sullo stato degli impianti.
E come vendere una casa con l’impianto elettrico non a norma? anche in questo caso vige la regola che l’acquirente deve essere consapevole di cosa stia acquistando. Questo perché, se l’acquirente dovesse scoprire questi difetti in un secondo momento, potrebbe aprire delle contestazioni o delle azioni legali nei confronti del venditore.
Discorso diverso, invece, per l’APE, ossia l’Attestato di Prestazione energetica, che deve essere consegnato obbligatoriamente.

Mancata consegna di dichiarazione conformità impianti
Cosa succede se la dichiarazione di conformità degli impianti non viene consegnata da parte dell’impresa installatrice? L'omissione comporta una serie di sanzioni amministrative, responsabilità civili e possibili conseguenze legali.
L’articolo 15 del D.M. 37/08 ha previsto delle multe che possono oscillare tra i 100 e i 1.000 € a seconda della complessità e della pericolosità dell’impianto. Nel caso in cui un impianto non conforme dovesse causare dei danni, l’installatore può essere ritenuto responsabile e dovrà risarcire i danni.
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