Il pagamento della tassa dei rifiuti spetta al conduttore nella maggior parte dei casi. Vediamo quali sono.
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affitto chi paga la tari
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Le norme che ruotano intorno al pagamento della tassa sui rifiuti sono molto precise e dettagliate e chiariscono, in caso di affitto, chi paga la Tari: l’onere spetta a chiunque occupi l’immobile, a prescindere che sia il conduttore o il proprietario. Entrando un po’ più nello specifico, il pagamento di questo onere spetta al proprietario dell’immobile quando è lui ad occuparlo, al conduttore nel momento in cui sia stato sottoscritto un contratto di locazione con una durata superiore a 6 mesi.

Chi è in affitto paga la Tari?

L’inquilino o il detentore dell’immobile sono tenuti a pagare la Tari. La normativa sulla gestione della tassa sui rifiuti ha previsto una serie di regole ben precise per determinare quale sia il soggetto tenuto a sostenere questo onere. Vediamo quali sono i casi che si possono venire a verificare:

  • contratto di locazione standard, con una durata superiore a 6 mesi: per tutto il periodo nel quale l’inquilino detiene l’immobile è obbligato a pagare la tassa sui rifiuti. Quest'ultimo dovrà anche presentare la dichiarazione Tari al Comune, in modo da registrare la sua occupazione;
  • affitti brevi, per i quali è prevista una durata inferiore a 6 mesi: quando l’immobile è utilizzato per dei brevi periodi o a fini turistici, la tassa è a carico del proprietario dell’immobile;
  • clausole nel contratto di affitto: all’interno degli accordi è sempre opportuno inserire una voce con la quale si specifica esplicitamente cosa prevede la normativa in vigore e, attraverso la quale, identificare l’utilizzatore come soggetto passivo dell’imposta.
Bidoni per la raccolta dei rifiuti
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Box e negozi in affitto, chi paga la Tari?

Per un box auto valgono le stesse regole che abbiamo visto fino a questo momento. La tassa sui rifiuti deve essere versata dal reale detentore dell’immobile: ossia l’inquilino, quando ha sottoscritto un contratto di affitto con una durata maggiore di sei mesi.

È importante ricordare che il box in affitto, così come le cantine e i depositi, sono dei locali soggetti alla Tari, sempre che i detentori non riescano a dimostrare l’assenza di produzione di rifiuti.

Le regole che abbiamo visto fino a questo momento si estendono anche ai negozi in affitto, la cui Tari è a carico del conduttore, che è il soggetto che occupa i locali e produce materialmente i rifiuti.

Cosa succede se la Tari la paga il proprietario

Nel caso in cui il proprietario di un immobile dovesse pagare la Tari assolve ad un obbligo che, per legge, spetta al soggetto che occupa l’immobile. Questa regola vale quando viene sottoscritto un contratto di locazione della durata superiore a sei mesi (quando è inferiore, la tassa sui rifiuti deve essere pagata dal proprietario).

Nei confronti del Comune il soggetto responsabile di questo onere è unicamente l’inquilino, al quale vengono inviati gli eventuali avvisi di pagamento. Ad ogni modo se a mettere mano al portafoglio è il proprietario, siamo di fronte ad una gestione interna tra le parti tra locatore e conduttore: di fatto sta anticipando una spesa, che avrebbe dovuto sostenere il conduttore.

Il locatore ha diritto di chiedere il rimborso della somma pagata. Nel caso in cui l’inquilino non dovesse rimborsare questa cifra, il proprietario ha diritto a trattenere l’importo del deposito cauzionale versato all’inizio del contratto di affitto, che servirà a compensare le spese che non sono state saldate.

Anche un inquilino senza residenza deve pagare la Tari

Quando l’inquilino non ha la residenza nell’appartamento è tenuto a pagare la Tari: in questo caso, ad ogni modo, vige la regola dei sei mesi che abbiamo visto in precedenza. Per diventare a tutti gli effetti il soggetto passivo della tassa, il conduttore ha l'obbligo di presentare la denuncia di inizio occupazione al Comune entro 90 giorni, indipendentemente che abbia preso o meno la residenza all'interno dell’immobile.

Questo adempimento serve per calcolare con precisione l’importo che deve essere versato e determinare la corretta intestazione del tributo. Nel caso in cui la denuncia non dovesse essere effettuata, si corre il rischio di vedersi irrogare delle sanzioni da parte del comune, oltre alla richiesta del pagamento degli arretrati.

Sacchetti dell'immondizia
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La Tari si deve pagare in base alle persone

Il calcolo della tassa sui rifiuti (per le utenze domestiche) si basa sul numero delle persone che occupano l’immobile. Altro fattore che determina l'importo da pagare è la superficie dell’immobile. Ecco nel dettaglio come funziona l’imposta:

  • il calcolo della Tari si basa su una quota fissa, che è determinata dalla superficie calpestabile dell’immobile - dalla quale vengono esclusi i balconi, i terrazzi e i giardini - e dal numero degli occupanti;
  • c’è poi una quota variabile, che si basa esclusivamente sul numero delle persone presenti nell’immobile: più sono, maggiori sono i rifiuti che producono.

Se è vero che è importante comunicare nella denuncia iniziale il numero delle persone che compongono il nucleo famigliare, non bisogna dimenticarsi di comunicare le variazioni che si verificano in un secondo momento - una nascita, una morte o un trasferimento - che vanno ad impattare sull’importo della tassa (per farlo sarà necessario presentare una nuova denuncia Tari).

Cosa succede in caso di omessa denuncia Tari

Le conseguenze di un’eventuale omessa denuncia Tari ricadono direttamente sull'inquilino. Essendo il soggetto passivo della Tassa, l’inquilino ne è il principale responsabile, che potrebbe andare incontro a:

  • delle sanzioni pecuniarie: quando non viene presentata la dichiarazione Tari è prevista una sanzione amministrativa che oscilla tra il 100% ed il 200% del tributo che non è stato versato, con un minimo di 50 euro;
  • un avviso di accertamento: nel momento in cui il Comune dovesse accertare l’omissione provvederà a notificare all’inquilino un avviso di accertamento esecutivo, attraverso il quale intima il pagamento della tassa sui rifiuti, che verrà maggiorata delle sanzioni previste e dei relativi interessi;
  • ad una riscossione coattiva: nel caso in cui il conduttore non dovesse saldare il proprio debito nemmeno dopo l’avviso di accertamento, il Comune avvierà le procedure per la riscossione coattiva. Tra queste ci sono i pignoramenti, i fermi amministrativi e l’iscrizione dell’ipoteca.
Riciclaggio dei rifiuti di plastica
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Quando non si deve pagare la tassa sui rifiuti

Il versamento della Tari non è dovuto nel caso in cui si dovessero venire a verificare dei casi specifici, che sono legati all’oggettiva inutilizzabilità dell’immobile o quando si vengono a verificare particolari condizioni economiche o sociali, che sono stabilite direttamente dalle singole amministrazioni comunali. I casi tipici di esenzione dalla Tari sono i seguenti:

  • immobili inagibili o inabitabili: si acquisisce l’esonero dalla Tari nel caso in cui l’immobile sia oggettivamente inutilizzabile e inidoneo a produrre dei rifiuti. Non è sufficiente che l’immobile non sia abitato;
  • locali e aree non idonei alla produzione di rifiuti: le aree scoperte pertinenziali o accessorie alle abitazioni civili - come terrazze e balconi - sono escluse dai calcoli per la Tari;
  • condizioni economiche: sono previste delle esenzioni totali per i nuclei familiari che versano in condizioni economiche disagiate. Quando l’Isee è al di sotto di una determinata soglia - generalmente 9.530 euro - i Comuni possono prevedere delle agevolazioni;
  • esenzioni per età: possono essere previste delle esenzioni al superamento di determinate età - generalmente per gli over 65 o 70 -, se associato ad un Isee molto basso.

Il titolare può registrare presso l’Agenzia delle Entrate un contratto che sia già stato firmato in maniera digitale. Idealista offre ai proprietari e agli agenti immobiliari un servizio gratuito per la creazione di contratti di affitto con firma online.

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