Fino a marzo del 2021 è stato possibile visitare questi luoghi nel cuore di Roma. Si è ora in attesa di un nuovo bando
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Bunker in Italia, alla scoperta dei rifugi di Villa Torlonia e Villa Ada
Bunker Savoia Marco Gradozzi

Lo spettro della guerra fa scavare nella storia. In seguito al dramma che sta vivendo l’Ucraina, la parola “bunker” è diventata tragicamente ricorrente e la mente torna inevitabilmente alla Seconda Guerra Mondiale, quando anche in Italia ci si doveva riparare dalle bombe. A testimoniare quel periodo buio, a Roma ci sono ancora due rifugi fino a poco tempo fa visitabili grazie al lavoro dell’Associazione Roma Sotterranea.

Stiamo parlando dei rifugi di Villa Torlonia e di Villa Ada. Il Casino Nobile di Villa Torlonia è stata la residenza di Mussolini e della sua famiglia tra il 1925 e il 1943. Il Bunker dei Savoia a Villa Ada è stato realizzato tra il 1942 e il 1943 per la famiglia Savoia, che viveva nella Palazzina Reale, oggi sede dell’ambasciata d’Egitto.

Per scoprire qualcosa in più di questi due siti, idealista/news ha parlato con Adriano Morabito, presidente dell'Associazione Roma Sotterranea. Ecco quanto raccontato.

 

Bunker in Italia, alla scoperta dei rifugi di Villa Torlonia e Villa Ada
Bunker Mussolini Adriano Morabito

Due storici bunker di Roma sono quelli di Villa Torlonia e Villa Ada. Quali sono le loro caratteristiche e qual è la loro importanza?

“Iniziamo da Villa Torlonia. Qui parliamo di tre luoghi differenti. Li chiamiamo bunker, ma in realtà due erano rifugi antiaerei e uno era la cantina del principe Torlonia riutilizzata come rifugio.

Fondamentalmente, la differenza tra rifugio antiaereo e bunker sta nel fatto che il primo protegge durante il bombardamento, mentre il secondo è un luogo che deve resistere durante un attacco da terra, dove ci si barrica all’interno e vi si può rimanere per periodi molto lunghi.

Nella cantina erano stati montati impianti per il ricambio dell’aria e un’ulteriore uscita, in modo tale che nel momento in cui ci fosse stato un bombardamento ci sarebbe sempre stata una via di fuga. Durante la guerra, per un motivo psicologico, questi rifugi venivano chiamati ‘ricoveri antiaerei’. Il problema della cantina, però, era che per accedervi si doveva camminare dall’esterno.

C’era poi lo spazio al di sotto del Casino Nobile di Villa Torlonia utilizzato come rifugio antiaereo e modificato con pareti più spesse, con un solaio più solido, con un sistema di ricambio d’aria e soprattutto con porte antigas, le quali avevano guarnizioni che permettevano per l’appunto di non far passare eventuali gas.

C’era infine un terzo rifugio a Villa Torlonia, al quale si accedeva sempre dal Casino Nobile, quindi senza passare dall’esterno. In questo caso, si trattava di un vero e proprio bunker costruito con le conoscenze più recenti dell’epoca. Era un bunker cilindrico. Bisogna immaginare due cilindri che si intersecano perpendicolarmente uno all’altro, di dimensioni piuttosto ridotte. Parliamo quindi sempre di luoghi in cui si immaginava di passare un tempo limitato. Con l’arrivo del 25 luglio 1943 questa struttura non è stata terminata. Si dice tuttavia che sia stata utilizzata da chi viveva ancora nella villa e nella zona quando ci sono stati gli altri bombardamenti su Roma.

Il rifugio antiaereo di Villa Ada invece si trovava molto lontano dalla Palazzina Reale, bisognava arrivarci in macchina ed era carrabile, questo vuol dire che si entrava al suo interno in automobile. L’ambiente era in gran parte un luogo dove dovevano trovare ricovero le auto, c’era infatti posto per tre-quattro automobili. Poi c’era uno spazio abbastanza piccolo che costituiva il rifugio vero e proprio, dove si trovavano un bagno e una stanza da noi ricreata arredandola secondo quanto indicato nei documenti dell’epoca che abbiamo ritrovato. C’era poi un elettroventilatore a pedaliera, una specie di bicicletta, come se fosse una cyclette, che permetteva di attivare una dinamo e creare un minimo di energia elettrica con la quale poter accendere poche luci e creare un ricambio d’aria.

La struttura di Villa Ada era molto bella dal punto di vista architettonico, aveva una scala di emergenza a chiocciola che usciva verso l’alto e una piccola torretta a funghetto che permetteva una seconda via di uscita”.

 

Bunker in Italia, alla scoperta dei rifugi di Villa Torlonia e Villa Ada
Bunker Savoia Ivano Stranieri

Dopo anni di abbandono i due siti sono stati recuperati e aperti al pubblico. Qual è stato il vostro intervento?

“Nel bunker cilindrico di Villa Torlonia abbiamo creato la ‘Bombing Experience’, ossia la riproduzione di quello che potevano vivere le persone lì dentro durante un bombardamento. Abbiamo fatto rivivere quei momenti tramite un sistema di motori montati sotto le sedute che davano un effetto di movimento e un sistema di suoni e luci.

A Villa Ada, un luogo abbandonato per tanti anni e finito preda dei vandali, abbiamo fatto un’importante operazione di recupero riportando tutto alle condizioni originali. In particolare, abbiamo fatto rifunzionare le grandi porte che chiudevano lo spazio e che sono l’unico elemento che ci fa dire che forse quello di Villa Ada era più un bunker che un rifugio antiaereo”.

 

Bunker in Italia, alla scoperta dei rifugi di Villa Torlonia e Villa Ada
Bunker Savoia Marco Gradozzi

Nel periodo in cui è stato possibile visitarli, che tipo di interesse avete registrato?

“La nostra associazione ha gestito questi luoghi dal 2017-2018 al 2021. In questo periodo abbiamo registrato molto interesse, perché non c’era nulla di simile visitabile a Roma. Il fatto poi di aver creato un allestimento particolare e di aver impreziosito il tutto con i filmati realizzati da Fabio Toncelli, famoso regista e documentarista, ha suscitato grande interesse. Talvolta a Villa Ada abbiamo organizzato i cosiddetti ‘Open Bunker’, aprendo i siti senza prenotazione e registrando in una giornata anche circa 300-350 visite”.

 

Bunker in Italia, alla scoperta dei rifugi di Villa Torlonia e Villa Ada
Bunker Savoia Marco Gradozzi

A marzo di un anno fa è scaduta la convenzione e ora si è in attesa di un nuovo bando. A che punto stanno le cose?

“La convenzione è terminata a marzo del 2021 e non è stato più fatto il nuovo bando. C’è da dire che per Villa Ada erano in previsione dei lavori di manutenzione straordinaria e qualche piccola cosa anche a Villa Torlonia. Forse dovevano essere fatti questi lavori di manutenzione straordinaria e poi successivamente si doveva decidere di fare un nuovo bando. Noi lo speriamo, perché comunque si tratta di un modo per fruire di luoghi che parlano del nostro passato. La storia non va mai omessa, qualsiasi essa sia, deve essere analizzato tutto in qualsiasi aspetto”.

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