In anteprima i dati sul segmento delle costruzioni dell'Osservatorio del Centro Studi di Argenta SOA
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Inflazione, materie prime e PNRR: le previsioni per il settore edile
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L’aumento dei costi delle materie prime, la scarsità di materiali e la carenza di personale qualificato rischiano di creare difficoltà al settore dell’edilizia e costruzioni. Lo afferma, dati alla mano, Giovanni Pelazzi presidente del Centro Studi sugli Appalti Pubblici di Argenta SOA. La società ha elaborato un’analisi – in anteprima su idealista/news - basata su dati Istat e su una survey realizzata tra gli operatori del comparto delle costruzioni. Ecco quale scenario si prospetta per le imprese edili.

“La questione dell’aumento dei prezzi delle opere pubbliche – sostiene Giovanni Pelazzi- deve essere attentamente monitorata perché può rappresentare un ostacolo alla realizzazione delle opere introdotte dal PNRR. Le imprese del settore si sono trovate ad affrontare elevati costi - non previsti nelle gare d’appalto – che hanno generato problemi di cassa a molte imprese, costrette ad anticipare pagamenti a prezzi molto superiori di quelli attesi. I prezzi di molti materiali da costruzione, secondo il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, hanno raggiunto incrementi superiori al 70%: è il caso, per esempio, dell'acciaio, (oltre il 100% il costo dei nastri in acciaio usati nelle barriere stradali e oltre l’80% per le lamiere in acciaio Corten), del legname (+78%), rilevante anche l’aumento del costo del bitume (quasi +40%).”

Imprese edili: l’aumento dei costi mette in pericolo il PNRR

Tra i fattori di possibile crisi delle imprese edili, stando a quanto rilevato dal  Centro Studi di Argenta SOA, se ne individuano principalmente tre: l’aumento dei costi delle materie prime (60 per cento dei rispondenti), scarsità di materiali e scarsità di personale qualificato (20 per cento ciascuno). Fattori, questi, che possono mettere in pericolo la realizzazione delle opere del PNRR a meno che (secondo l’80 per cento dei rispondenti) non vi siano modifiche sostanziali al codice degli appalti e un freno al rincaro dei prezzi.

Previsioni sul settore delle costruzioni

Le previsioni sulla tendenza del segmento costruzioni nei prossimi tre mesi sono di un netto peggioramento (per la quasi la totalità dei rispondenti). Rispetto agli interventi predisposti dal Governo, le risposte dei partecipanti allo studio si dividono tra coloro che ritengono insufficienti le misure governative a tutela del settore e delle imprese (60%), anche a causa della lentezza degli interventi rispetto all’aumento dei prezzi, e coloro che non sono molto soddisfatti (40%).

“Questa survey - dichiara Giovanni Pelazzi - lancia un monito chiaro e netto: se si va avanti di questo passo, anche se al momento la situazione del settore è buona, rischiamo di non cogliere appieno le opportunità offerte dal PNRR e di perdere un’occasione unica per modernizzare il Paese e sostenere la ripresa. Il Governo, che già ha fatto molto per il settore, deve continuare ad ascoltare la voce degli imprenditori e intervenire per prevenire, fino a quando è possibile, il peggioramento che già si intravede all’orizzonte. Ritardare significherebbe mettere a rischio l’esistenza di molte imprese e, quindi, la tenuta dell’occupazione in un settore che è cruciale in questa fase storica particolarmente delicata”

Settore edile, cosa fare per migliorare

Secondo la survey, gli operatori del settore interverrebbero su tre aspetti per migliorare le prospettive del segmento di edilizia e costruzioni: compensare gli aumenti dei costi delle materie prime e delle attrezzature (74 per cento dei rispondenti), riconoscimento attestazione SOA anche per le imprese che realizzano lavori incentivati dallo Stato (che, quindi, ricadono in parte sul bilancio pubblico) anche se realizzati dai privati o sopra la soglia di 150 mila euro (90 per cento dei rispondenti) e formazione del personale della Pubblica Amministrazione, ritenuto in molti casi, inadeguato a programmare progetti qualitativamente validi.

“Guardiamo con favore – dichiara Pelazzi - all’intervento fatto dal ministro Giovannini per semplificare e accelerare le procedure di compensazione per i costi dei materiali che hanno superato incrementi dell’8%. È una misura che dà sollievo alle imprese edili ma non è sufficiente: l’aumento dei costi delle materie prime e la scarsità di alcuni materiali hanno creato problemi non solo nella realizzazione dei lavori pubblici ma anche nell’esecuzione dei contratti privati, sottoscritti prima del 2021 sulla base di prezzi molto più bassi di quelli attuali; inoltre ha accresciuto enormemente il rischio di interruzione dei lavori con conseguenze sulla rescissione di molti contratti; anche nell’avvio di nuovi contratti su base d’asta ormai obsoleta si sono verificati molte gare andate deserte e infine anche problemi nella programmazione degli investimenti da parte delle stazioni appaltanti; per questo sarebbe importante realizzare preventivi, su determinati materiali, con validità immediata. Infine, è opportuno sottolineare che la mancata realizzazione dei lavori legati al PNRR comporta un impatto rilevante anche sulla collettività, a causa della mancata realizzazione di opere di grande impatto sociale e occupazionale”.

DEF 2022 e imprese edili: come utilizzare il “tesoretto”

Nel DEF 2022 appena approvato viene evidenziato come il quadro di finanza pubblica sia più favorevole rispetto alle precedenti proiezioni, grazie al miglioramento dei saldi nel 2021: in assenza di nuovi interventi governativi, infatti, il deficit è atteso al 5,1% del PIL, contro un target di 5,6% stimato nella NADEF a settembre scorso.

Il Governo ha deciso di mantenere il profilo di rapporto deficit/PIL già indicato nella NADEF per tutto l’orizzonte di previsione e, in virtù di questo, ha creato lo spazio per interventi fiscali espansivi del valore di mezzo punto di PIL quest’anno (pari a circa 10 miliardi di euro).

“Questi soldi - osserva Pelazzi, - verranno utilizzati per mitigare gli effetti dell’aumento dei costi della bolletta energetica sui bilanci di famiglie e imprese (prorogando il DL Bollette) ma anche per aiutare le imprese a recuperare una parte degli extra costi lievitati a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Con particolare riferimento al settore delle costruzioni, che è uno dei comparti che sa risentendo di più dell’attuale situazione internazionale a causa dell’aumento dei costi di materiali per l’edilizia (cemento, calce, acciaio, legno), una parte del “tesoretto” verrà utilizzata per coprire l’incremento dei prezzi delle opere pubbliche.”

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