"Quella che stiamo vivendo è una transizione a livello dell'edificato"
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Pietro Lucchesi, consigliere CNGeGL
Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati

La direttiva Ue sull’efficientamento energetico degli edifici – Energy Performance of Buildings Directive (Epbd) – è al centro dell’attenzione. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo si attende ora il trilogo, ossia quella fase dei negoziati dalla quale scaturirà il testo finale. Ma anche la ridefinizione delle classi di prestazione energetica. Il tema è più che mai di attualità, ma cosa significa esattamente casa green? E come ottenerla davvero? Lo spiega a idealista/news il consigliere CNGeGL (Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati), Pietro Lucchesi.

Il tema delle case green è sotto i riflettori. Ma c’è una corrispondenza tra salto di classe energetica e casa green?

“È necessario fare delle premesse essenziali. La direttiva europea prevede che ci sia anche un metodo di calcolo delle classi energetiche. Dovremo quindi vedere quale sarà la determinazione della classe energetica, che è un lavoro già di per sé complesso, e quali saranno gli elementi considerati.

Sappiamo bene le difficoltà che ci sono nel determinare una classe energetica che va dal Nord Europa al Sud Italia: bisogna valutare le componenti dell’edificio, che sono date sia dal contenitore che dal contenuto degli impianti tecnologici; poi se si passa da una classe energetica G profonda o da una classe energetica G al limite con la F; e bisogna vedere quali sono gli elementi che devono comporre questo obiettivo. Attenzione però, perché se bisogna raggiungere solo l’obiettivo del raggiungimento della classe, non è detto che si producano effetti che sono del tutto green”.

Ossia?

“Il superamento della classe energetica lo si può ottenere in diversi modi. Il primo, che non riguarda il contenitore, è quello impiantistico. Aspettando di vedere che cosa dirà esattamente la direttiva europea e basandosi sulle condizioni attuali, mettendo una pompa di calore a fianco di un fotovoltaico e mettendo anche un impianto ibrido è possibile superare le due classi energetiche. Ma se si dice che in questo modo viene fatto un intervento green, non è così”.

Efficienza energetica
GTRES

Che cosa significa, quindi, esattamente casa green?

“La casa green è quella casa che deve consumare meno. E per consumare meno il primo requisito è che disperda meno. Quindi, si dovrebbe far sì che gli edifici abbiano già di per sé una necessità di energia molto bassa. Questo vuol dire andare verso l’ambiente.

Casa green, inoltre, significa che tutto quello che si mette in opera ha un metodo – sia nella costruzione che nella decostruzione – compatibile con l’ambiente. Di conseguenza, quando parliamo di classi energetiche e di case green la visione è molto più ampia.

La casa green comprende una visione molto più ampia di quella che è la sola prestazione energetica.

Noi stiamo lavorando proprio su questo: desideriamo far percepire che la prestazione energetica non sempre va a braccetto con la circolarità dell’economia, con la circolarità dell’edificio e con l’ambiente stesso, che è una cosa ben più complessa”.

A suo avviso, la direttiva europea sull’efficientamento energetico degli edifici rappresenta un’occasione?

“Questa direttiva sicuramente stimolerà il mercato. Dovrà stimolare i professionisti e il mondo politico, affinché tutti procedano per far sì che nella pianificazione, nella proposizione urbanistica, nelle normative, negli incentivi, nella formazione professionale e nell’evoluzione tecnologica ci si muova per creare un quadro più compatibile.

La direttiva punta al risparmio energetico e all’azzeramento delle emissioni. Un obiettivo che la nostra categoria ha fatto proprio per far sì che l’edificio venga analizzato nel suo ciclo vita.

Ma questa direttiva europea deve essere presa come occasione per ripensare l’intero percorso.

I professionisti dovranno consigliare gli interventi grazie ai quali l’edificio venga effettivamente efficientato e possa diventare realmente green. Perché, nella pratica, il salto di classe energetica si può fare sostituendo l’impianto, ma questo non significa avere creato un edificio green e aver messo in atto le operatività migliori per efficientare veramente l’edificio, cosa possibile solamente con una consulenza dedicata da parte dei professionisti iscritti all’albo e agli ordini”.

Una sfida importante…

“Quella che stiamo vivendo è una transizione a livello dell’edificato.

Il cittadino acquisirà certamente una coscienza maggiore. Il mondo politico dovrà agevolare con incentivi, con attenzione, con pianificazione, con digitalizzazione, con le smart city e le smart building. Anche il mondo professionale dovrà imporsi un passaggio, che non sarà solo a livello energetico, ma che dovrà essere ambientale nel suo complesso”.

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