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Le Vele di Calatrava
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La partita per l’Expo 2030 si sta ancora giocando e Roma ce la sta mettendo tutta per vincere. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è volata a Parigi per sostenere la candidatura della Città Eterna all’Esposizione Universale in programma tra sette anni e ha detto: “Sarebbe un bel segnale far tornare l’Expo a Roma. È una partita sicuramente combattuta”. Per la decisione finale si deve attendere il prossimo novembre, ma se fosse proprio la Capitale ad aggiudicarsi l’importante evento, quali progetti potrebbero interessare il territorio? Vediamone alcuni.

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Le Vele di Calatrava

L’ormai celebre opera incompiuta, passata di mano dall’Università di Tor Vergata all’Agenzia del Demanio, diventerebbe il fulcro degli eventi pubblici. Dopo l’Expo 2030 le Vele di Calatrava dovrebbero poi diventare un Polo della conoscenza aperto agli studenti. Il tutto verrebbe accompagnato da una serie di nuovi collegamenti di trasporto e mobilità.

Questa struttura architettonica rimasta incompiuta è stata progettata come complesso sportivo polifunzionale dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava. Avviato nel 2005, il progetto, pensato per ospitare i Campionati mondiali di nuoto del 2009, non è mai giunto a termine. 

Lo scorso marzo, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha fatto sapere che l’Agenzia del Demanio ha stanziato 70 milioni di euro per la riqualificazione della vela scoperta con la realizzazione di un’area verde, sottolineando: “Abbiamo rimodulato l’intervento per avere una conclusione entro il Giubileo, ma resta la prospettiva dell’Expo per il suo completamento”.

L’Expo Solar Park

Altra grande opera dell’Expo 2030 a Roma dovrebbe essere l’Expo Solar Park, un parco energetico solare di 150.000 mq, con una capacità di produzione fino a 36 megawatt, progettato dall’architetto Carlo Ratti, insieme all’architetto Italo Rota e all’urbanista Richard Burdett, proprio in occasione della candidatura di Roma per l’Esposizione Universale del 2030.

Quello che punta a diventare il più grande parco solare urbano al mondo ospitando centinaia di alberi energetici che aprono e chiudono i loro pannelli durante il giorno, raccogliendo energia e offrendo ombra, dovrebbe sorgere a Tor Vergata ed essere diviso in tre parti: la Città, il Boulevard e il Parco.

La linea C della metro

L’Expo 2030 a Roma potrebbe poi finalmente segnare il prolungamento della linea C della metro, che andrebbe così a collegare la periferia, il Colosseo, piazza Venezia, la Farnesina e il capolinea di Grottarossa. Il sindaco Gualtieri nei mesi scorsi ha fatto sapere: “Se Roma dovesse aggiudicarsi l’Expo del 2030, la linea C della metropolitana collegherà il centro storico della Capitale fino alla fermata piazza Venezia con l’area di Tor Vergata”.

L’anello ferroviario

Per quanto riguarda l’anello ferroviario si parla di un intervento che prevede tre lotti: da Valle Aurelia a Vigna Clara-Tor di Quinto; da Tor di Quinto-Val d’Ala al Bivio Pineto-stazione Aurelia. C’è poi l'intenzione di rafforzare l’offerta regionale nella zona nord di Roma. 

Roma
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Expo 2030, le città candidate

Per l’Expo 2030 le città candidate alla fase finale sono tre: Roma (Italia), Busan (Corea del Sud) e Riad (Arabia Saudita). Per lanciare la candidatura di Roma al Bie di Parigi è stato scelto come testimonial d’eccezione l’attore premio Oscar, Russell Crowe, in questi giorni in Italia per alcune tappe del tour musicale della sua band. Il divo di Hollywood in un video dice: “Roma non è solo la capitale d’Italia, è una delle capitali del mondo. Expo 2030, al mio segnale liberate l’umanità”.

Expo 2030, quando si decide

La decisione verrà presa nella riunione del Bie (Bureau international des expositions) prevista il prossimo 28 novembre. Nel corso della 173esima Assemblea Generale dell’Organizzazione, gli Stati membri voteranno a scrutinio segreto ed eleggeranno il Paese che ospiterà l’Expo 2030.
 

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