 
 Nel mese di settembre 2025 i prezzi alla produzione delle costruzioni mostrano un lieve rallentamento dopo la fase di stabilità dei mesi estivi. Secondo i dati diffusi dall’ISTAT, l’indice relativo agli edifici residenziali e non residenziali segna una diminuzione dello 0,1% rispetto ad agosto, mentre su base annua la variazione torna a crescere in modo sensibile, raggiungendo il +1,9% rispetto a settembre 2024. Si tratta di un’accelerazione evidente rispetto al +1,4% registrato il mese precedente, dovuta in parte a un effetto di confronto favorevole, poiché nell’autunno dello scorso anno i prezzi avevano mostrato riduzioni più consistenti.
L’ISTAT precisa che la leggera flessione mensile si accompagna a una sostanziale stabilità nel trimestre: nel terzo trimestre del 2025, rispetto al periodo aprile-giugno, i prezzi degli edifici residenziali e non residenziali risultano infatti stazionari, segnalando una fase di consolidamento dopo le oscillazioni moderate del primo semestre.
Edifici residenziali e non residenziali: differenze contenute, ma tendenza al rialzo
Entrando nel dettaglio, l’andamento dei prezzi differisce lievemente tra il comparto residenziale e quello non residenziale. Per gli edifici residenziali, la variazione mensile è negativa (-0,1%), ma la crescita tendenziale si mantiene sostenuta all’1,6% rispetto a settembre 2024, valore che segna un’accelerazione rispetto al +0,7% medio dei primi nove mesi dell’anno.
Per gli edifici non residenziali — uffici, capannoni, edifici commerciali e produttivi — il quadro è simile sul piano congiunturale, con un calo dello 0,1% nel mese, ma la variazione annua è più accentuata e raggiunge il +2,2%, a fronte di una media del +1,3% registrata da gennaio a settembre. Questa differenza, seppur contenuta, evidenzia una maggiore pressione dei costi nei progetti di edilizia non abitativa, dove incidono maggiormente i materiali da costruzione, i trasporti e l’energia.
Strade, ferrovie, ponti e gallerie: prezzi fermi ma in ripresa sull’anno
Il settore del genio civile, che comprende la costruzione di strade, autostrade, ferrovie, ponti e gallerie, mantiene invece una dinamica più contenuta. A settembre i prezzi alla produzione di strade e ferrovie risultano invariati rispetto al mese precedente, ma crescono dello 0,6% su base annua, dopo l’aumento marginale dello 0,1% osservato a luglio.
La tendenza trimestrale conferma una sostanziale stabilità: nel periodo luglio-settembre, i prezzi del comparto calano di un modesto 0,1% rispetto al trimestre precedente. Anche qui il dato tendenziale mostra un miglioramento, dovuto a un effetto base rispetto al 2024, quando si erano registrate diminuzioni più ampie.
Analizzando le singole componenti, si osserva che le strade e autostrade presentano variazioni nulle su base mensile, ma un incremento annuo dello 0,8%, mentre per ponti e gallerie le variazioni congiunturali restano nulle e la crescita su base annua si ferma al +0,5%. In entrambi i casi, la ripresa è lenta ma costante, coerente con la dinamica generale dei costi di costruzione che, pur stabilizzandosi, non mostrano più le contrazioni del 2024.
Un confronto di prospettiva: il trimestre e le tendenze
Nel complesso, il terzo trimestre del 2025 delinea per il settore delle costruzioni un quadro di stabilità congiunturale e crescita moderata su base annua. Gli edifici residenziali e non residenziali rimangono fermi nel confronto trimestrale, mentre le opere infrastrutturali segnano un leggero calo dello 0,1%. Le variazioni tendenziali, invece, confermano un rafforzamento generalizzato, con valori che oscillano fra lo 0,5% e il 2,2%, a seconda della tipologia di costruzione.
L’accelerazione dei prezzi, osserva l’ISTAT, è in parte dovuta a un “effetto base” determinato dal confronto con settembre 2024, mese in cui si erano registrati ribassi marcati, ma riflette anche un aggiustamento naturale dei costi nel comparto edilizio, dove i materiali e la manodopera hanno subito rialzi progressivi nel corso del 2025.
Struttura dei prezzi e fonti dei costi: cosa pesa di più
L’indice dei prezzi alla produzione delle costruzioni si basa su tre componenti principali: costi diretti, spese generali e margine di profitto del costruttore (mark-up). I costi diretti comprendono la manodopera, i materiali, i trasporti e i noli, la cui dinamica dipende a sua volta dagli indici dei prezzi alla produzione dell’industria e dei servizi, nonché dalle retribuzioni contrattuali del settore edile.
Nel caso delle opere stradali e ferroviarie, la struttura dei costi include anche la voce “energia”, le spese per l’utilizzo di macchine e attrezzature e il conferimento in discarica di materiali non pericolosi derivanti dagli scavi. Le spese generali, invece, coprono servizi come telecomunicazioni, vigilanza, consulenze e pulizie, anch’essi monitorati tramite indici specifici dei prezzi dei servizi.
Queste componenti, aggiornate mensilmente, determinano un quadro dei prezzi che risponde non solo alle oscillazioni del mercato dei materiali ma anche alle condizioni operative delle imprese di costruzione, influenzate dal costo del lavoro e dalle spese amministrative.

 
  
  
  
  
  
  
 
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