Riscaldamento autonomo: totale libertà o restrizioni? Ecco quando puoi accenderlo senza problemi e quali sono le normative
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Impianto di riscaldamento autonomo spento
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Appena le temperature esterne si abbassano di qualche grado con l’arrivo dell’autunno si pone immediatamente la questione riscaldamento. Per questo motivo, nel corso degli anni, una delle opzioni più apprezzata è stata quella degli impianti autonomi. Una scelta legata alla desiderio di autonomia e alla convinzione di avere una maggiore flessibilità rispetto a quelli centralizzati. Ma sarà veramente così o ci sono comunque delle regole da rispettare? Proviamo a scoprire se effettivamente il riscaldamento autonomo può essere acceso quando si vuole.

Le regole condominiali sul riscaldamento

La scelta d’installare nel proprio appartamento un impianto di riscaldamento autonomo è sempre stata strettamente collegata al soddisfacimento delle personali necessità effettive e alla possibilità di un risparmio energetico importante. Infatti, gli impianti di riscaldamento condominiali centralizzati hanno sempre dovuto rispettare date precise d’inizio e di fine, non considerando le effettive condizioni climatiche esterne. Questo vuol dire che, in alcuni casi, ci si è trovati a dover far fronte ad un uso eccessivo del riscaldamento nonostante una stagione invernale particolarmente calda. In altri, invece, ci si è dovuti adattare ad un inizio autunno rigido senza poter ricorrere all’utilizzo degli impianti.

Per tutti questi motivi, dunque, gli impianti autonomi sono diventati sempre più numerosi proprio all’interno dei condomini. Attenzione, però, questo non vuol dire assolutamente che puoi godere di una libertà assoluta per quanto riguarda il loro utilizzo. Il condominio, infatti, ha una regolamentazione interna ben precisa e questa potrebbe comprendere anche l’uso degli impianti autonomi. Per questo motivo, prima di provvedere ad installarne uno ti consigliamo di accertarti della presenza o meno di alcune regole specifiche riguardo gli orari di accensione e spegnimento.

Un impianto di riscaldamento autonomo con manopola per regolare il calore
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I limiti delle regole condominiali

Oltre alla probabile regolamentazione prevista per l’utilizzo, però, quando si decide d’installare un impianto termico autonomo è bene conoscere anche delle regole a cui bisogna sottostare per la migliore convivenza possibile con i propri condomini. Queste, sicuramente, le più importanti:

  • Rumorosità: l'impianto di riscaldamento non deve produrre un rumore eccessivo che disturbi i vicini.
  • Emissione di fumi: le emissioni prodotte dall'impianto devono rispettare le normative vigenti in materia di inquinamento atmosferico.
  • Manutenzione: l'impianto deve essere regolarmente controllato e mantenuto in efficienza per garantire la sicurezza e il corretto funzionamento.

Vivere all’interno di un condominio, infatti, comporta sempre l’assunzione di una responsabilità generale anche quando si tratta di impianti all’interno del proprio appartamento. In questo senso, dunque, è possibile affermare che una piena autonomia non può essere mai raggiunta se questa va ad inficiare la libertà e la salute degli altri condomini.

Quando si può accendere il riscaldamento autonomo?

Chi ha un impianto di riscaldamento totalmente autonomo può decidere in libertà quando accendere i termosifoni, senza doversi adattare agli orari o alle regole condominiali previste per gli impianti centralizzati. Questa flessibilità è uno dei principali vantaggi per chi opta per un sistema completamente autonomo, soprattutto rispetto a quanto avviene nei condomini, dove la gestione del riscaldamento può appunto essere meno flessibile.

Le fasce climatiche in base alla normativa nazionale

Oltre le regole che definiscono la vita della “comunità” abitativa in cui si vive, però, esistono anche delle norme a livello nazionale e locale che disciplinano l'utilizzo del riscaldamento autonomo, suddividendo il territorio italiano in diverse fasce climatiche. Ciascuna ha dei periodi di accensione consentiti e un numero massimo di ore giornaliere durante le quali è possibile riscaldare gli ambienti per garantire il risparmio energetico.

  • Zona A: comprende le zone più miti del Paese e consente l'accensione del riscaldamento per un periodo limitato e con un numero ridotto di ore giornaliere. Nello specifico si prevedono sei ore giornaliere dal 1° dicembre al 15 marzo;
  • Zona B: comprende zone con un clima intermedio e prevede 8 ore giornaliere dal 1° dicembre al 31 marzo.
  • Zona C: comprende le zone più fredde del Paese e consente l'accensione del riscaldamento per periodi più lunghi e con un maggior numero di ore giornaliere pari a 10 dal 15 novembre al 31 marzo.
  • Zone D ed E: sono zone particolari, come le zone montane, per le quali valgono delle normative specifiche con pochissime limitazioni.

Prestando, poi, attenzione all’ambiente e ai consumi, le stesse norme prevedono un massimo di temperature interne consentite che non dovrebbero essere superate se non si vuole incorrere in sanzioni. Nello specifico, all’interno di abitazioni e uffici, la temperatura non può superare i 20°C, con una tolleranza di 2°. Di fronte, però, a delle emergenze meteo o al presentarsi di condizioni particolari, i comuni hanno la facoltà di prolungare i tempi di accensione ed eliminare i limiti previsti per le temperature consentite.

Display del riscaldamento autonomo in una casa domotica
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Consigli utili

Per rispondere alla domanda iniziale, dunque, il riscaldamento autonomo offre indubbiamente una libertà maggiore rispetto a quello centralizzato, ma potrebbe comunque essere sottoposto a regolamentazioni condominiali e regionali. Per questo motivo, prima di affrontare la spesa di un’eventuale installazione ti consigliamo di consultare il regolamento condominiale e il comune per eventuali normative limitanti.

Come ultimo consiglio, poi, non può mancare quello di limitare l’uso attraverso delle tecniche diverse. Una di queste è sicuramente un buon isolamento termico in casa che può avvenire tramite degli infissi di qualità o attraverso la scelta del cappotto termico. Un’opzione, questa, particolarmente apprezzata negli ultimi anni da alcuni condomini e che aiuta a proteggere l’immobile dal freddo e dal caldo. Un risultato che può agire in maniera positiva proprio sull’utilizzo sconsiderato del riscaldamento e dell’aria condizionata.

I vantaggi e le responsabilità di un riscaldamento autonomo

Oltre l’idea di autonomia, sicuramente maggiore rispetto ad un impianto centralizzato, i vantaggi del riscaldamento autonomo sono diversi. Il più importante, la possibilità di regolare l'utilizzo del calore nel modo migliore e più responsabile possibile. In passato, infatti, si è indugiato troppo in un consumo eccessivo del carburante utile per riscaldare gli ambienti, andando a produrre un’emissione di gas eccessiva con conseguente inquinamento.

Motivo, per cui, ad esempio, una grande città come New York, caratterizzata da inverni decisamente freddi, non consente l’accensione degli impianti, anche autonomi, prima del primo ottobre. Questo vuol dire, dunque, che decidere per un impianto autonomo non libera da responsabilità generali più ampie, invitando sempre ad un utilizzo responsabile e, soprattutto, mai volto allo spreco.

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