Meglio il caolino o la zeolite? Ecco differenze, utilizzi e proprietà di questi due minerali naturali usati in agricoltura.
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Una cava di caolino a Lipari
GerritR, CC BY-SA 4.0 / Wikimedia Commons
Gabriella Dabbene (Collaboratore di idealista news)

Oggi si guarda sempre con più interesse a soluzioni naturali ed efficaci per proteggere le colture senza ricorrere a prodotti chimici di sintesi: tra i corroboranti più utilizzati negli ultimi anni spiccano il caolino e la zeolite, due minerali dalle proprietà complementari ma con funzioni specifiche. La scelta tra caolino o zeolite dipende dalle esigenze della coltura, dal periodo di applicazione e dagli obiettivi che si hanno. Entrambi i prodotti sono ammessi in agricoltura biologica, e rappresentano degli strumenti preziosi per chi desidera adottare pratiche sostenibili.

Cos'è il caolino?

Il caolino è una roccia sedimentaria composta principalmente da caolinite, un minerale argilloso del gruppo dei silicati di alluminio. Si forma attraverso processi di alterazione e disgregazione dei feldspati, minerali abbondanti nella crosta terrestre, sotto l'azione prolungata dell'acqua. Il risultato è un materiale finissimo e polveroso, generalmente di colore bianco o grigio chiaro, motivo per cui viene comunemente definito "argilla bianca".

La struttura lamellare e la consistenza tenera del caolino lo rendono particolarmente versatile: oltre all'impiego in edilizia, ceramica, carta e cosmetica, questo minerale ha trovato negli ultimi decenni un'applicazione importante anche nell’agricoltura biologica. Applicato in sospensione acquosa sulle parti aeree delle piante, crea una pellicola protettiva bianca che riflette i raggi solari e agisce come barriera meccanica contro gli insetti che possono danneggiare le colture.

Delle olive trattate con caolino
Adriano De Astis, CC BY 4.0 / Wikimedia Commons

Cosa si intende per zeolite

La zeolite è un minerale di origine vulcanica caratterizzato da una struttura cristallina microporosa e regolare: questa peculiarità strutturale conferisce alla zeolite un'elevata capacità di scambio cationico, permettendole di assorbire e rilasciare acqua, nutrienti e altri elementi in modo controllato e reversibile. 

La composizione chimica include principalmente silice, alluminio e metalli alcalini come sodio, calcio e potassio. Esistono diverse tipologie di zeolite, ognuna con caratteristiche specifiche che ne determinano l'efficacia in ambito agricolo. Quella più utilizzata nel settore viene sottoposta a processi di micronizzazione che ne riducono le particelle a dimensioni microscopiche, facilitando l'applicazione sia nel terreno che sulle piante.

A differenza del caolino, la zeolite non si limita a una funzione protettiva superficiale ma interviene attivamente nella fertilità del suolo e nella nutrizione vegetale.

La differenza tra caolino e zeolite

Le differenze tra caolino e zeolite riguardano principalmente la struttura, le modalità d'azione e i benefici apportati alle colture:

  • struttura fisica: il caolino presenta una struttura lamellare argillosa con scarsa capacità di assorbimento, mentre la zeolite ha una struttura porosa che trattiene e rilascia acqua e nutrienti in modo efficiente;
  • funzione principale: il caolino agisce come barriera riflettente e repellente, mentre la zeolite come ammendante che migliora la qualità del suolo;
  • apporto nutritivo: il caolino non fornisce elementi nutritivi, la zeolite rilascia gradualmente minerali utili alla pianta;
  • resistenza agli agenti atmosferici: il caolino tende a dilavarsi con piogge intense, la zeolite mantiene una maggiore stabilità;
  • periodo di applicazione: il caolino è consigliato nel periodo estivo per contrastare lo stress termico, la zeolite risulta più efficace in primavera e autunno per prevenire malattie fungine;
  • azione antifungina: la zeolite assorbe l'umidità in eccesso creando condizioni sfavorevoli ai patogeni, il caolino ha un'azione antifungina molto limitata.

La zeolite, applicata al terreno in forma granulare nei primi 20 cm di profondità, migliora la ritenzione idrica e riduce la lisciviazione dei nutrienti. Quando viene micronizzata e spruzzata sulle foglie, crea un film protettivo che previene peronospora, oidio e botrite. Il caolino, invece, viene utilizzato quasi esclusivamente come trattamento fogliare per la sua capacità di riflettere la luce solare e ridurre la temperatura superficiale della pianta.

L'uso del caolino nelle coltivazioni

Il caolino trova applicazione principalmente nelle colture frutticole e orticole esposte a forte irraggiamento solare e attacchi di insetti: la pellicola bianca che si forma dopo l'applicazione crea infatti un ambiente ostile per parassiti come la mosca olearia, la psilla del pero, la tignola della vite e vari tipi di cicaline. L'effetto repellente deriva dalla modificazione visiva e tattile della superficie fogliare, che disorienta gli insetti e ne riduce l'attività di ovideposizione.

Nelle colture di olivo, vite, agrumi, pomacee e ortaggi estivi come pomodori e zucchine, il caolino rappresenta una valida alternativa ai trattamenti chimici. Ma oltre alla protezione contro gli insetti, il caolino riduce lo stress idrico e termico abbassando la temperatura fogliare fino a 5-6°C nei periodi più caldi: questo effetto termoregolatore previene le scottature dei frutti e mantiene attiva la fotosintesi anche nelle ore centrali della giornata, quando le temperature elevate causerebbero la chiusura degli stomi.

Sia caolino che zeolite sono strumenti efficaci per contrastare la mosca olearia
Alvesgaspar, CC BY-SA 3.0 / Wikimedia Commons

Caolino e zeolite come difesa per la mosca dell'olivo

Sia caolino che zeolite sono degli strumenti importanti nella strategia integrata contro la mosca olearia: la differenza sta nel fatto che il caolino agisce come repellente meccanico, mentre la zeolite può essere combinata con delle sostanze naturali per potenziare l'effetto protettivo.

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