L'economia americana è in ripresa, ma nonostante questo ci sono grandi aziende pronte a tagliare migliaia di dipendenti. I dati del pil usa del secondo trimestre, salito del 4% rispetto allo stesso periodo del 2013, hanno positivamente scosso il gigante statunitense, eppure otto grandi realtà non mettono da parte i licenziamenti. Vediamo di chi stiamo parlando
Chi cerca casa in questo periodo sa di potersi trovare con immobili simili a prezzi anche molto diversi. Per non parlare poi di chi deve vendere, alle prese con criteri di valutazione incerti.
Lo scrive il new york times e lo riporta il sole 24 ore: il procuratore di new york, eric t. Schneiderman ha avviato un'indagine su bank of america, goldman sachs e morgan stanley
Le tre maggiori banche di wall street creano ancora dubbi sul ruolo da loro giocato nela crisi finanziaria.
Il già difficile mercato immobiliare statunitense ha un altro problema: il numero crescente di case pignorate sul mercato (vedi notizia). Sembra infatti che rappresentino già un quarto dell'offerta disponibile.
Le grandi opere e la ricerca sono gli strumenti che il presidente obama vuole usare per uscire dal tunnel della crisi. Un piano da 150 miliardi di dollari cercherà quindi di porre un freno alla perdita di posti di lavoro che continua imperterrita a prodursi negli stati uniti.
"Vogliamo recuperare i nostri soldi e li recupereremo". Con questa frase shock, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato il suo progetto di tassa sulla crisi destinata alle grandi banche Usa.
L'economia americana ha fatto registrare un lieve miglioramento nel corso delle ultime settimane dall'inizio di dicembre, sebbene rimanga su livelli modesti.
Il 12% dei mutui di più di un milione di dollari hanno un ritardo nei pagamenti di 90 o più giorni negli stati uniti, davanti al 6,3% dei mutui con meno di 250mila dollari, stando alla first american corelogic La stessa fonte assicura che ci sono 114.000 abitazioni con un prezzo superi
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