1º posto per la Ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza
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Partecipazione straordinaria per la 10º edizione de "I luoghi del Cuore" di Fai, un'iniziativa promossa dal Fondo Ambiente Italiano con Intesa Sanpaolo. L'invito rivolto agli italiani di votare i luoghi più cari, quelli di cui avevano sentito la mancanza nei giorni del lockdown, ha raccolto oltre 2milioni di voti, il miglior risultato di sempre. A vincere è stata la Ferrovia delle Meraviglie di Cuneo-Ventimiglia-Nizza

Dalle Chiese alle aree naturali, dai castelli ai borghi, dalle aree archeologiche ai giardini urbani, dalle ferrovie ai ponti. Sono estramente variegati i luoghi del cuore di quest'anno che hanno coinvolto tutto il territorio nazionale. Lombardia, Sicilia e Piemonte sono state le regioni più attive, dalle quali sono arrivate oltre un terzo delle segnalazioni totali, ma è stato il Molise la regione con più voti rispetto al numero di abitanti, mentre la Liguria è al primo posto per voti in rapporto alla sua superficie.

Ecco la classifica 2020 dei "Luoghi Fai del Cuore", nella top 5 troviamo

"I luoghi del cuore 2020" di FAI, la classifica dei vincitori
FAI

Inserita nel 2016 dalla rivista tedesca Hörzu tra le dieci linee ferroviarie più belle del mondo, la Ferrovia delle Meraviglie è una straordinaria opera dell’ingegno umano che sfida i limiti fisici: in meno di 50 km in linea d'aria – 96 di estensione lineare - supera un dislivello di mille metri. Nata nella mente di Cavour, che a metà Ottocento intendeva collegare il Piemonte a Nizza, allora sabauda, la ferrovia fu costruita a partire dal 1882 e inaugurata nel 1928. Comprende 33 gallerie, alcune delle quali elicoidali per superare la pendenza, e 27 ponti e viadotti, gran parte dei quali distrutti nel 1943 dalle truppe tedesche in ritirata. La ricostruzione avvenne negli anni Settanta con un accordo italo-francese, ma la mancanza di una politica di rilancio ha portato a un inevitabile declino, con una minaccia di dismissione, sventata nel 2013 anche grazie a un intervento di sensibilizzazione del FAI.

"I luoghi del cuore 2020" di FAI, la classifica dei vincitori
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Tenuta di caccia in epoca medicea, nel secondo Ottocento il Castello di Sammezzano fu riprogettato in stile orientalista dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes D’Aragona, protagonista della vita culturale fiorentina, che lo rese un edificio senza pari in Italia e con pochi confronti anche a livello internazionale, per la rievocazione in 13 sale monumentali di capolavori architettonici di arte indiana e moresca. Trasformato nel 1970 con le sue 140 stanze in hotel di lusso, dopo una serie di vicissitudini e di aste giudiziarie mai aggiudicate tra 2015 e 2017, il castello è da poco tornato di proprietà della Sammezzano Castle srl, che lo aveva acquistato nel 1999 per farne un resort e che è uscita a fine 2019 da una procedura di fallimento. Circondato da un parco di 190 ettari, Sammezzano è in stato di grave abbandono e privo di tutti gli arredi storici. Già vincitore del censimento FAI 2016, purtroppo nessun intervento poté essere realizzato con il contributo di 50mila euro messo a disposizione per il primo classificato, rimasto congelato per via della situazione proprietaria.

"I luoghi del cuore 2020" di FAI, la classifica dei vincitori
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Possente fortezza che rispecchia nelle sue stratificazioni la storia di Brescia, racchiude elementi romani, testimonianze di epoca viscontea come il mastio e le mura merlate e ambienti, come l’ingresso monumentale, con un portale marmoreo eretto tra 1580 e 1590, che ricordano la potenza della Serenissima, che dominò la città per quattro secoli. Comprende inoltre uno dei più antichi vigneti della città e la suggestiva Strada del Soccorso, via di fuga viscontea, ampliata nel 1523 durante la dominazione veneta. Il castello narra anche vicende più recenti: fu infatti protagonista nel 1849 delle “Dieci Giornate”, la rivolta dei bresciani contro gli austriaci. Oggi ospita un percorso museale ed è sede di eventi.

"I luoghi del cuore 2020" di FAI, la classifica dei vincitori
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La via delle Collegiate è un percorso che unisce idealmente il duomo di San Giorgio e le chiese di San Pietro e Santa Maria di Betlem, testimonianza della storia di Modica lungo i secoli, dal tardogotico al tardobarocco, fino agli ultimi interventi di inizio Novecento che, a seguito dell’alluvione del 1902, hanno visto l’impiego di una quantità ingente di risorse economiche, culturali, artistiche e spirituali.

"I luoghi del cuore 2020" di FAI, la classifica dei vincitori
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Precoce esempio di architettura razionalista, la chiesa sorge nel parco annesso all’ex sanatorio antitubercolare Vittorio Emanuele III, ora Centro Riabilitativo Polifunzionale intitolato al suo promotore, Teresio Borsalino. Il cantiere del sanatorio – costruito in una zona di campagna al di là del Tanaro, in un momento storico in cui la tubercolosi rappresentava una grande emergenza sanitaria - prende avvio negli anni Venti del Novecento e assiste a un passaggio di testimone tra l’ing. Arnaldo Gardella e il figlio ventiquattrenne Ignazio. Quest’ultimo plasma la chiesa secondo un lessico innovativo, intriso di riferimenti internazionali, che si discosta, senza rinnegarlo, dal codice novecentista paterno. L’invenzione della torre campanaria che spartisce la facciata, la simmetria degli spazi interni, la nudità delle superfici che giocano con la luce, appaiono elementi di dirompente modernità.

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