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Vivi in una casa in classe energetica G (la più bassa), le cui prestazioni energetiche non sono performanti e, di conseguenza, i consumi (e le bollette) alti? C’è una buona notizia perché puoi migliorare la classe, passando da G ad A. Questo Ideabook ti spiega cosa puoi fare.

Cambiare classe energetica è possibile e gli investimenti non per forza devono essere onerosi. Queste spese, però, sono un investimento per il futuro poiché permettono, nel lungo periodo, di ridurre i consumi (il ritorno della spesa sostenuta avviene nel giro di qualche anno, generalmente dai 5 ai 10 anni) e aumentano il valore economico della casa in cui vivi. E non solo: cresce anche la qualità della tua vita e del comfort ambientale. Migliorare l’efficienza dell’abitazione significa controllare la quantità di energia consumata. Da dove iniziare? Prima di tutto è importante sapere qual è l’indice della tua casa.

Via ai lavori! Definita la classe e i consumi, è possibile intervenire. E, generalmente, i lavori interessano l’involucro edilizio e gli impianti.

1. Isolare l’edificio Con involucro edilizio intendiamo quelle parti costruttive che separano interno da esterno, quindi solai, pareti, serramenti. Qualora non trattengano sufficientemente il calore, è necessario intervenire e migliorare le loro prestazioni con la sostituzione di elementi più isolanti. Gli edifici più vecchi molto spesso, infatti, presentano materiali con una trasmittanza termica elevata, quindi con scarso isolamento termico. Sai che le finestre sono tra le principali cause di dispersione di calore? Se il serramento è vecchio, diventa necessario cambiarlo con uno nuovo (verificare le prestazioni di isolamento termico che variano anche in funzione dei materiali o del materiale con cui sono stati realizzati). Cambiati i serramenti, si passa agli infissi: puoi sostituire i singoli con altri più moderni, a doppio o triplo vetro. Sulle pareti invece puoi applicare un isolamento a cappotto; per isolare il controsoffitto, infine, è possibile installare un impianto di meccanizzazione dell’area e delle bocchette per la ventilazione naturale degli ambienti.

2. Sostituire con impianti più performanti A proposito di impianti, è opportuno sostituire quelli datati con altri caratterizzati da tecnologie più performanti. In particolare gli impianti che incidono sull’efficienza energetica sono quelli per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda. Se la caldaia è in cattivo stato, è necessario sostituirla con un modello moderno ad alta efficienza per esempio a gas, a condensazione o, meglio, a biomassa o anche con una pompa di calore. Per il riscaldamento o il raffreddamento della tua abitazione, puoi scegliere un impianto a bassa temperatura, per esempio a pannelli radianti, che ti permette di ridurre il consumo di energia. Il costo sarà maggiore (circa il 30% in più) rispetto ai sistemi tradizionali, ma la distribuzione di caldo o freddo sarà più omogenea e non avrai dispersione. Possiamo optare anche per impianti che producono energia da fonti alternative, come il fotovoltaico o il solare.

Questi assicurano la produzione di energia necessaria alle attività quotidiane. Se, in più, il fotovoltaico è integrato con un sistema di batterie di accumulo, l’energia prodotta può essere utilizzata anche di sera, ad esempio per illuminare le stanze. Se vicino all’abitazione, è disponibile del terreno o acqua di falda, puoi aggiungere anche pompe di calore geotermiche che portano energia da fonti a bassa temperatura verso gli ambienti della casa a una temperatura più alta, assicurando il riscaldamento domestico. La geotermia risponde anche a un bisogno di raffreddamento e fornisce l’acqua calda necessaria, senza l’utilizzo di una caldaia a gas o di un climatizzatore. Perché non integrare le pompe di calore con il fotovoltaico? Le pompe di calore, per funzionare, hanno bisogno di energia elettrica; se in casa c’è già un efficiente impianto fotovoltaico, funzioneranno a costo zero e i risparmi saranno maggiori.

3. Passare alla domotica energetica Puoi scegliere di installare anche un sistema domotico che ti permette di gestire i consumi elettrici in funzione dell’effettivo utilizzo. Si parla infatti di domotica energetica. La domotica consente di controllare da remoto gli impianti di sicurezza, le luci e le temperature così da non riscaldare le stanze che per esempio non usi; inoltre puoi attivare sensori di movimento e rilevamento, controllare e attivare da distanza gli elettrodomestici, impostare in automatico apertura e chiusura di tende e finestre e soprattutto puoi tenere sotto osservazione i consumi. 4.

Tempi e costi È bene intervenire sia sull’involucro che sugli impianti per migliorare effettivamente la prestazione energetica. Diventa difficile però stabile una cifra d’investimento senza un progetto preciso poichè i costi dipendono dall’entità dei lavori, dal tipo di immobile o di fabbricato su cui si interviene. Anche i tempi non sono facili da definire: sono subordinati alla complessità del progetto, ma tra la progettazione preliminare, i tempi burocratici e di cantiere necessari sono di circa 18-24 mesi. Parlando di spese, però, c’è un’altra buona notizia: per questi tipi di interventi finalizzati alla riqualificazione energetica sembra che sarà possibile usufruire di detrazioni fiscali anche nel 2018.

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