È fondamentale scegliere il periodo giusto e valutare bene la specie di orchidea prima di procedere alla potatura vera e propria.
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potare orchidee
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A differenza di altre piante, l’orchidea richiede interventi mirati, quando strettamente necessario, e massima attenzione sugli strumenti utilizzati. Potare le orchidee, infatti, è spesso un’operazione fondamentale per mantenerle in salute e farle rifiorire. Scopri, allora, quando intervenire senza rischiare di compromettere la pianta, dove tagliare per stimolare una nuova spiga e come gestire il rinvaso e le radici aeree. 

Come e quando potare le orchideee?

Potare le orchidee non vuol dire semplicemente accorciarle per farle crescere, ma eliminare parti secche o compromesse, gestendo gli steli dopo la fioritura. In generale si interviene dopo la fine della fioritura, quando lo stelo ha perso tutti i fiori e la pianta entra in una fase di recupero. Tuttavia, i cosiddetti “tagli di manutenzione” si possono fare tutto l’anno, solo se necessari, e sempre con strumenti puliti.

Le tempistiche variano anche in base alla specie: la Phalaenopsis può rifiorire sullo stesso stelo se questo è ancora verde, mentre Cymbidium e molte altre specie non rifioriscono dallo stesso stelo. In particolare:

  • Phalaenopsis: da potare dopo la fioritura.
  • Cymbidium: a inverno o inizio primavera, quando la fioritura è conclusa.
  • Vanda: subito dopo la fioritura.
  • Paphiopedilum: dopo l’appassimento del fiore.
  • Dendrobium: da potere dopo fioritura e mai in piena crescita.
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Cosa fare dopo che l'orchidea ha perso i fiori

Quando l’orchidea termina la fioritura, entra in una fase di ripresa in cui accumula energie per il ciclo successivo. È il momento giusto per fare una serie di operazioni preparatorie alla nuova fioritura:

  • Valuta lo stelo: se è verde, puoi accorciarlo sopra il 2°‑3° nodo per tentare una rifioritura laterale; se è marrone o secco, taglialo alla base.
  • Riduci gradualmente il concime per 3‑4 settimane, poi riprendi con un fertilizzante bilanciato ogni 2‑3 irrigazioni.
  • Offri più luce e una leggera escursione termica fra notte e giorno di 4‑6 °C.
  • Regola l’acqua: bagna solo quando il substrato è quasi asciutto e svuota sempre il sottovaso dopo 10‑15 minuti.
  • Se compaiono keiki sullo stelo, non tagliarli: separali solo quando hanno 2‑3 radici di almeno 4‑5 cm.
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Dove tagliare le orchidee per farle rifiorire?

Cruciale è decidere quale sarà il punto di taglio: se troppo basso o sul tessuto sbagliato può bloccare la rifioritura o indebolire la pianta. Anche in questo caso, molto dipende della specie, e quindi:

  • Phalaenopsis: taglia 0,5‑1 cm sopra il 2°‑3° nodo se lo stelo è verde.
  • Cymbidium: recidi la spiga alla base dopo la fioritura, in quanto non tornerà a rifiorire.
  • Dendrobium: non tagliare i cannetti verdi, in quanto fioriscono più volte.
  • Vanda: taglia la spiga fiorale alla base e non accorciare il fusto principale.

In ogni caso, usa sempre forbici o lame sterilizzate con alcol, fiamma o candeggina diluita. Fai un taglio netto perpendicolare allo stelo e, volendo, spolvera con un pizzico di cannella in polvere sui tagli esterni per limitare i patogeni. 

Potatura e rinvaso dell'orchidea: come fare

Potatura e rinvaso vanno spesso di pari passo, ma non sono obbligatori ogni anno. Il momento ideale per rinvasare è dopo la fioritura, quando vedi nuove punte in crescita. 

Concretamente, dovrai estrarre la pianta dal vaso e rimuovere delicatamente il vecchio substrato, sciacquando le radici se necessario. Dopo aver esaminato le radici, taglia solo quelle marce o cave, evitando quindi di rimuovere radici aeree sane.

In seguito, scegli un vaso di poco più grande del precedente e posiziona la pianta, distribuisci la corteccia tra le radici senza comprimerla. Se necessario, fissa lo stelo con il tutore. Non bagnare il terreno subito dopo l’operazione.

Orchidee 3 trucchi per farle rifiorire
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Perché i rami delle orchidee diventano gialli?

Con “rami” si indicano spesso gli steli fiorali o le canne. Se ingialliscono dopo la fioritura, nella maggior parte dei casi è un processo naturale: lo stelo ha concluso la sua funzione e può essere rimosso. Se però ingialliscono fusti, foglie o più parti della pianta, la causa può essere ambientale o colturale. La regola generale è, quindi, tagliare solo ciò che è davvero secco o marcio. 

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