
Inversione di rotta nei prezzi delle abitazioni in vendita a gennaio. Un seppur timido +0,1% segna infatti il ritorno in terreno positivo dei valori, a una media di 1.895 euro/m2. L’andamento tendenziale dei valori immobiliari resta comunque chiaramente negativo, con un calo di 4,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
È un segnale di stabilizzazione, quello rilevato dall’ufficio studi di idealista nel suo rapporto mensile, che viene dopo un altro anno all’insegna dei ribassi per il mattone italiano. Nei centri maggiori si evidenzia già una prevalenza di segni più, con con oscillazioni minime, tra il -1% e +1%. È ipotizzabile che in alcune di queste città prezzi torneranno a salire nel corso del 2017, mentre a livello generale difficilmente si vedranno grossi recuperi nei prossimi trimestri.
Regioni

Sono 5 le regioni in saldo positivo dopo il mese di gennaio, con il balzo più significativo in Liguria (2,4%) seguita da Umbria (1,9%) e Molise (1,6%). Prezzi congelati in Sardegna Veneto e Toscana, tutte le altre regioni segnano battute d’arresto con i cali più sensibili in Valle d’Aosta (-3,2%), Basilicata (-2,9%) e Calabria (-1,6%). Sforbiciata sopra l’un per cento anche in Lombardia (1,4%).
A livello di valori nominali la Liguria consolida la prima piazza con una media di 2.747 euro al metro quadro per abitazione, seguita da Lazio (2.518 euro/m2) e Valle d’Aosta (2.438 euro/m2).
Calabria (920 euro/m2), Molise (1. 073 euro/m2) e Basilicata (1.160 euro/m2) sono le regioni più economiche della Penisola .
Province

Sono 39 le province italiane con prezzi in segno positivo a gennaio, con i rimbalzi maggiori a Savona (6,3%), Alessandria (3,6%) e Ascoli Piceno (3,5%). In netta prevalenza le aree in segno negativo - sono 64 sulle 106 delle province italiane rilevabili in questo rapporto* - con le oscillazioni più marcate nelle province di Belluno (-11,6%), Gorizia (-8,5%) e Bergamo (-6,1%).
Il ranking delle province più care vede in testa Savona (3.374 euro/m2), Bolzano (3.095 euro/m2) e Imperia (2.775 euro/m2). Dal lato opposto della graduatoria troviamo 15 aree dove i valori non superano i mille euro al metro quadro, da Frosinone (997 euro/m2) a Biella (674 euro/m2), che chiude la graduatoria dei prezzi provinciali.
Grandi città e capoluoghi

Nonostrante il timido rialzo tendenziale di gennaio c’è ancora una prevalenza di capoluoghi in terreno negativo (59 su 105 monitorati), ma la corsa a ribasso dei prezzi va lentamente riassorbendosi a livello dei centri maggiori dove, fatta eccezione per gli sbalzi di Firenze (1,4%) e Bari (-2%), i valori sono pressocché stabili ovunque.
Variazioni modeste, con timidi segnali di recupero si registrano per esempio a Milano (0,7%), Genova (0,5%) e Napoli (0,4%), all’opposto Roma (-0,6%) e Palermo (-1%) sono in flessione.
I piccoli comuni capoluogo sembrano ancora lontani dalla stabilizzazione, con andamenti alterni tra gli “alti” di Alessandria (4,8%), Novara (4,4%) e Massa (3,9%) e i ”bassi“ Ascoli Piceno (-5,8%) e Ferrara (-6,3%) e Bergamo (-8%).
Nella graduatoria dei prezzi Venezia (4.384 euro/m²) è la città più cara davanti a Milano (3.450 euro/m²) e Firenze (3.447 euro/m²). Ultima nella graduatoria stilata dal portale idealista c’è Biella con 700 euro al metro quadro davanti a Caltanissetta (908 euro/m²) e Vercelli(931 euro/m²).
L’indice dei prezzi degli immobili di idealista
Il portale immobiliare idealista è attualmente una delle pagine web più utilizzate in Italia da privati e professionisti immobiliari per la vendita, l’acquisto e l’affitto di immobili. Con una base dati di circa 800mila immobili l’ufficio studi idealista realizza analisi e studi relative al prezzo delle abitazioni nel nostro Paese dal 2007.
Per la realizzazione di quest’indice sono stati analizzati i dati di 351.620 annunci immobiliari pubblicati su idealista nel mese di gennaio del 2017; questi immobili hanno superato il controllo di qualità basato su informazioni come prezzo, dimensione, distribuzione e non duplicazione.
Per permettere una sufficiente standardizzazione dei risultati sono analizzati soltanto i comuni che hanno mantenuto una media costante di 50 o più annunci di case di seconda mano in vendita, nel corso del periodo di studio. I comuni che non hanno raggiunto questa media sono stati esclusi dal campione di analisi, al pari di quelli che hanno registrato una variazione di più del 30% del numero di annunci nel periodo dato







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