“Il problema abitativo in Italia rappresenta una delle emergenze sociali di maggiore entità. E’ un fenomeno di disagio trasversale, che coinvolge certamente tutte le generazioni, anche se tra i giovani la difficoltà di accedere al bene casa determina una serie di ripercussioni, di particolare gravità, a livello del proprio progetto di vita, personale e familiare”. E’ quanto si legge nel Rapporto Caritas 2017 su povertà giovanili ed esclusione sociale.
Secondo quanto evidenziato, il problema è acuito dalla carenza di politiche strutturali nel settore dell’edilizia residenziale pubblica e dalla rigidità e l’esosità del mercato degli affitti, da anni in attesa di un piano nazionale di programmazione e riordino.
In particolare, il rapporto ha sottolineato che “la difficoltà ad ottenere un accesso all’abitazione a costi ragionevoli determina tra i giovani difficoltà aggiuntive, legate soprattutto al differimento sine die dell’autonomia personale. Infatti, anche a causa di tali problematiche, l’Italia è uno dei Paesi con la quota più alta di ragazzi che vivono ancora in casa con i loro genitori”.
Da quanto emerso, inoltre, il 9,5% di tutte le persone che hanno forti difficoltà nel pagamento puntuale dell’affitto (o della rata di mutuo) ha un’età compresa tra 18 e 29 anni (corrispondente all’82,0% degli utenti di questa fascia di età).
Sempre nella fascia di età compresa tra 18 e 29 anni il 12,8% vive in affitto senza regolare contratto; il 13,0% non riesce ad accedere ad una casa popolare (pur avendo fatto domanda); il 33,3% non ha avuto diritto a misure di assistenza economica nel settore abitativo (pur avendone fatto richiesta); il 18,7% vive sotto sfratto; il 20,6% impegna più del 70% delle proprie entrate economiche per le spese abitative.
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