Il proprietario non è tenuto a pagare l'impianto d'allarme, se l'accordo non è presente nel contratto: la spesa è dell'inquilino.
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Impianto d'allarme in casa d'affitto
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Chi paga per l’installazione di un impianto d’allarme in una casa in affitto, il proprietario o l’inquilino? È certamente questa una delle domande più frequenti che sorgono agli affittuari dopo l’avvio del contratto di locazione, ovvero dopo aver già preso possesso dei locali abitativi. In altre parole, chi si deve fare carico dei costi relativi a un bisogno di sicurezza sorto in itinere?

In linea generale, il proprietario non ha l’obbligo di dover fornire all’inquilino un impianto d’allarme, né altri strumenti di sicurezza, come ad esempio una porta blindata. A meno che questi interventi migliorativi non siano parte dell’accordo preso per la locazione - e, a questo scopo, si consiglia di avvalersi di strumenti per la creazione guidata di un contratto d’affitto - la relativa spesa sarà quindi a carico dell’inquilino.

L’installazione dell’impianto d’allarme in casa in affitto

Quello della sicurezza è sicuramente un bisogno sempre più sentito dagli inquilini, soprattutto fra coloro che vivono in luoghi, come i grandi centri urbani, dove il rischio di subire furti è maggiore. Non stupisce, di conseguenza, che molti affittuari desiderino ricorrere a sistemi d’allarme e altri strumenti analoghi, per sentirsi più protetti all’interno delle loro abitazioni. Ma l’installazione di questi dispositivi è a carico dell’inquilino o del proprietario?

Impianto d'allarme
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Come spesso accade, tutto dipende dagli accordi presi in sede di sottoscrizione del contratto di locazione, nonché dalle norme vigenti sulla ripartizione delle spese tra locatore e locatario.

Le responsabilità del proprietario sui dispositivi di sicurezza

Il primo fattore da valutare è la responsabilità del proprietario in merito all’installazione di dispositivi di sicurezza, per l’appartamento concesso in affitto. In linea generale, il locatore non ha nessun obbligo di fornire sistemi d’allarme o altra strumentazione analoga, a meno che lo stesso proprietario non si sia offerto di fornire questi dispositivi, testimoniando questa volontà con un accordo scritto. A questo scopo, è utile avvalersi di modelli precompilati del contratto di locazione, per inserire tutte le specifiche del caso.

Ancora, è utile sottolineare che l’installazione di un sistema di allarme non rientra nemmeno nella ripartizione delle spese tra proprietario e inquilino, come previsto dall’articolo 1576 del Codice Civile. Questo prevede che:

  • l’affittuario si occupi delle spese di manutenzione ordinaria relative all’immobile;
  • il proprietario, invece, delle spese di manutenzione straordinaria.

La predisposizione di un impianto antifurto non rientra nelle spese di manutenzione dell’immobile, bensì è una miglioria dell’appartamento.

L’inquilino può installare un impianto d’allarme?

Come visto, il proprietario non ha alcun obbligo di fornire un impianto di allarme per l’appartamento concesso in affitto, a meno che le parti non si siano accordate preventivamente in tal senso, riportando il tutto nel contratto d’affitto. Di conseguenza, l’inquilino può installare dispositivi di sicurezza autonomamente?

Di norma, non vi sono particolari limiti affinché l’affittuario predisponga un antifurto a proprie spese. È però necessario sapere:

  • se il contratto prevede specifiche clausole d’avviso, l’inquilino deve chiedere preventivamente il permesso al proprietario, prima di poter procedere all’installazione del sistema d’allarme;
  • se l’installazione non è stata preventivamente inclusa nel contratto d’affitto, l’inquilino non può pretendere il rimborso delle spese. Infatti, l’affittuario ha accettato di sottoscrivere il contratto, e di accedere all’immobile, nello stato in cui è stato fornito.

In ogni caso, il consiglio è quello di avvisare sempre il proprietario dell’immobile, anche quando non vi sono precise clausole da contratto, soprattutto quando gli interventi che si vogliono effettuare comportano lavori importanti sulla struttura dell’appartamento. È il caso di quei sistemi d’allarme che impongono lavori in muratura per il fissaggio dei sensori, così come interventi sull’impianto elettrico per la posa dei cavi. In alternativa, si può far ricorso ai dispositivi d’allarme wireless di ultima generazione, che non richiedono modifiche all’impianto elettrico né opere di muratura.

Quanto costa un impianto d’allarme?

Considerando che, nella maggior parte dei casi, la spesa per l’installazione di un impianto d’allarme è a carico dell’inquilino, quali sono i suoi costi?

Impianto di sorveglianza domestico
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Molto dipende dalla tipologia di dispositivi installati, nonché alle funzioni aggiuntive offerte dalla società che ha venduto il kit. Di solito, i costi si attestano:

  • dai 300 ai 2.500 euro per un sistema d’allarme perimetrale, a seconda del numero dei sensori di movimento installati e dalla grandezza dell’immobile;
  • la sottoscrizione di un piano mensile, dal costo variabile a seconda della società e dei servizi in abbonamento, per coloro che scelgono funzioni di monitoraggio da remoto tramite centrale operativa d’intervento.

Impianto d’allarme installato dall’inquilino: cosa succede a fine locazione?

Ma cosa accade al termine della locazione, per gli impianti di sicurezza installati direttamente dall’inquilino? Se si tratta di strumentazione facilmente rimovibile, come nel caso di dispositivi di monitoraggio senza fili, l’affittuario potrà certamente smontarli e trasferirli presso la sua nuova abitazione. È importante ricordare, però, che l’articolo 1590 del Codice Civile impone di:

  • restituire l’appartamento nelle condizioni in cui lo si è trovato;
  • procedere quindi al ripristino di eventuali modifiche che sono state effettuate, come ad esempio l’eliminazione di fori nelle pareti per l’installazione dei sensori di sicurezza.

Più complessa, invece, è la questione quando l’impianto d’allarme non è rimovibile, quindi rimane una dotazione fissa dell’appartamento anche al termine della locazione. In questo caso, trattandosi di una miglioria sull’immobile, il riferimento è all’articolo 1593 del Codice Civile. In linea generale:

  • se il proprietario non ha autorizzato l’installazione del sistema d’allarme, l’inquilino non ha diritto a nessun tipo di rimborso;
  • se il locatore ha fornito il proprio permesso alla predisposizione di sistemi di sicurezza, e intende avvalersene anche dopo il termine della locazione, l’inquilino ha diritto a un indennizzo pari alla minor somma tra l’importo della spesa sostenuta e il valore delle addizioni al tempo della riconsegna.

Cosa accade in presenza di danni all’immobile

Naturalmente, quando l’inquilino si prende la responsabilità di apportare modifiche all’appartamento locato - compresa, quindi, l’installazione di un sistema d’allarme - si fa carico anche dei rischi. Ad esempio, cosa accade se i lavori per l’impianto hanno comportato danni all’immobile?

Come già visto, l’articolo 1590 del Codice Civile impone la restituzione dell’immobile così come lo si è trovato. In presenza di danni, l’inquilino sarà quindi chiamato a sostenere le spese di ripristino. È inoltre utile aggiungere che, stando alla sentenza 6596 del marzo del 2019 emessa dalla Cassazione, l’affittuario potrebbe essere anche chiamato a rispondere delle spese di ripristino necessarie dal termine del contratto d’affitto fino al completamento dei lavori, poiché in questo lasso di tempo il proprietario si trova impossibilitato a concedere l’immobile in locazione a terzi.

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