Anche l’utilizzo ripetuto del Buy Now Pay Later sui siti di ecommerce può esporre a rischi. Come regolarsi per non avere brutte sorprese
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Prestito senza debiti
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Nei primi sei mesi dell’anno quasi il 60% della popolazione maggiorenne in Italia aveva almeno un finanziamento a rate attivo secondo i dati disponibili contenuti in Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito dalla società CRIF. Non sempre, tuttavia, chi ha sottoscritto un prestito è pienamente al corrente e consapevole del suo funzionamento. 

Ed è proprio da questa scarsa conoscenza che possono derivare situazione molto gravi, come quelle di sovraindebitamento (che consiste nella sottoscrizione di più finanziamenti rispetto a quelli che il richiedente è in grado di rimborsare). Ecco perché, prima di chiedere un prestito, occorre capire come funzionano e come utilizzarli in modo adeguato.

Differenza tra prestito personale e prestito finalizzato

Sul mercato sono disponibili sia prestiti personali, che consentono di ottenere una determinata somma di denaro, sia prestiti finalizzati che consentono di spalmare su più rate il costo di un prodotto specifico ( e che per questo motivo vengono erogati direttamente presso il punto vendita). 

La scelta tra le due tipologie dipende solamente dall’obiettivo che intendiamo ottenere: nel caso ad esempio dell’acquisto di un pc o di un cellulare può essere più semplice chiedere il prestito finalizzato direttamente presso il punto vendita ( come nel caso delle grandi catene di elettronica). Il prestito personale invece consente di ottenere della liquidità senza doverla necessariamente agganciare a un utilizzo specifico.

Cosa sapere prima di chiedere un prestito

Più in generale, sia per i prestiti personali, sia per quelli finalizzati, le informazioni chiave da valutare sono tre: il tasso di interesse, la durata del finanziamento e gli eventuali costi accessori.

Il primo step consiste nel raccogliere informazioni circa l’ammontare della rata mensile e per quanto tempo dovremmo inserirla nel budget familiare. Queste due informazioni da sole non bastano: occorre capire il costo complessivo del prestito che si sta richiedendo.  Per saperlo occorre richiedere il cosiddetto Taeg, il tasso annuo effettivo globale, che fornisce in modo chiaro il costo totale del finanziamento in percentuale annua: questo indicatore comprende tutte le spese accessorie obbligatorie, come le spese di istruttoria, le imposte, le commissioni di gestione e le polizze assicurative obbligatorie.. 

Solo conoscendo il Taeg inoltre è possibile confrontare in modo accurato diversi finanziamenti e scegliere il più conveniente.

Prestito: come capire se è sostenibile per le nostre finanze

Una volta compreso il costo del prestito, occorre valutarne la “sostenibilità”, ossia l’impatto sul budget mensile. Per capirlo occorre sottrarre alle entrate mensili le spese fisse e gli accantonamenti per gli eventuali imprevisti che possono insorgere nella vita quotidiana in modo tale da essere sicuri di non fare il passo più lungo della gamba.

Di solito, per scongiurare il verificarsi di situazioni di difficoltà, l’ammontare complessivo delle rate da pagare ogni mese ( quindi inclusa quella del mutuo), non dovrebbe superare il 30-35% dello stipendio o dei  guadagni mensili. Si tratta di una norma di carattere generale che può essere rivista verso l’alto o il basso valutando anche altri aspetti relativi al bilancio personale o familiare.

Tra le domande da porsi, per esempio, c’è quella relativa ai propri piani futuri: ci sono altre spese importanti da affrontare durante l’eventuale periodo di rimborso del finanziamento? Il proprio reddito potrebbe subire oscillazioni importanti? Per rispondere a queste domande occorre nel concreto pianificare le proprie uscite e non limitarsi a valutare la propria situazione economica nel presente.

Come valutare il proprio livello di indebitamento

Oltre a comprendere il peso delle rate dei prestiti sulle entrate mensili occorre anche considerarne il numero: un elevato numero di finanziamento in corso, al di là degli importi in valore assoluto, può compromettere la propria stabilità finanziaria o precludere la concessione di ulteriore credito da parte delle banche o delle società finanziarie. In questa valutazione va incluso anche il ricorso al cosiddetto Buy now pay later (BNPL) ossia “Acquista ora – paga dopo”. Non si tratta tecnicamente parlando di un prestito vero e proprio ma di una formula di pagamento sempre più diffusa, soprattutto per gli acquisti online. Questa modalità in pratica consente di acquistare beni e servizi pagandoli in un secondo momento o a rate, spesso senza interessi. 

Buy now pay later: una buona soluzione da usare a piccole dosi

Secondo quanto emerge dall’ultimo “Rapporto sul credito” realizzato dalla società Experian, negli ultimi dodici mesi c'è stato un vero e proprio boom del BNPL, con un incremento vertiginoso sia per quanto riguarda l’utilizzo (+62,95%) che l’importo medio (pari a 190 euro, con un +25% rispetto a settembre 2024, quando era di 152 euro). A cosa si deve questo successo?

Il BNPL sta semplificando gli acquisti on line offrendo la possibilità di dilazionare il pagamento in pochi passaggi in modo rapido. Ma è proprio in virtù di queste caratteristiche, che lo rendono facilmente comprensibile e accessibile, che i consumatori possono farne un utilizzo poco “consapevole”. Non occorre infatti rivolgersi a una banca o a una finanziaria ed è possibile richiederlo direttamente dal sito di ecommerce su cui si sta completando l’acquisto.

Buy Now Pay Later: cosa si rischia se si salta una rata

Nonostante gli importi degli acquisti effettuati con BNPL siano spesso molto contenuti, può comunque verificarsi un problema di insolvenza, soprattutto quando si ricorre a questo strumento ripetutamente e senza averne valutato l’impatto sulle proprie entrate. 

Con l’utilizzo del Buy Now Pay Later  l’utente sta aprendo di fatto una posizione debitoria. Banca d’Italia in passato ha già messo in evidenza come quasi tutti i prestiti BNPL siano a costo zero per i consumatori fino a quando le rate sono pagate a scadenza: le condizioni cambiano di fronte a ritardi o mancati pagamenti perché in questi casi vengono applicate commissioni e interessi di mora. Le principali piattaforme di BNPL, tuttavia, proprio per minimizzare questi rischi, di solito intervengono ancora prima che gli utenti si trovino in una situazione di difficoltà attraverso promemoria e solleciti. Solitamente l’account dell’utente inoltre viene bloccato fino al saldo del debito. Il mancato pagamento può persino portare a segnalazioni nelle banche dati creditizie (come la Centrale Rischi della Banca d'Italia o i Sistemi di Informazioni creditizie come CRIF), soprattutto se il debito viene affidato a un’agenzia di recupero crediti o se il mancato pagamento si protrae. La segnalazione, a sua volta, può comportare conseguenze negative come l'impossibilità di ottenere altri finanziamenti tra cui mutui e carte di credito. 

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