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Superbonus 110 caduta governo
GTRES

Tra le tante incognite che la caduta del governo Draghi porta con sé una riguarda il futuro del superbonus 110. La detrazione del 110% dovrebbe rimanere fino alla naturale scadenza prevista da decreti ormai convertiti in legge, ma restano questioni aperte relative alla cessione del credito.

Alla vigilia delle dimissini, nel suo discorso al Parlamento il premier Draghi aveva detto che obiettivo del governo era quello di affrontare "le criticità nella cessione dei crediti fiscali, ma al contempo ridurre le generosità dei contributi". Ma con il governo relegato al disbrigo degli affari correnti e urgenti non si sa quale sarà il margine di azione concesso al CDM dimissionario.

Due le questioni spinose sul tavolo che riguardano la cessione del credito del superbonus 110 e degli altri bonus fiscali.

La prima riguarda il decreto Aiuti che ha esteso la possibilità di una quarta cessione del credito a tutti i correntisti delle banche con partive IVA. L'obiettivo era di estendere questa norma a tutti i crediti pregressi, attualmente incagliati. Peccato però che l'art 57 comma 3 dello stesso decreto parla di cessioni e sconti comunicati a partire dal 1º maggio 2022. Una soluzione potrebbe però arrivare presto dal decreto Semplificazioni fiscali in corso di approvazione in Parlamento, che di fatto include i crediti pregressi nella possibilità di cessione a tutti i correntisti, cancellando la data del 1º maggio.

La seconda questione riguarda la responsabilità in solido dei concessionari nella cessione del credito, una responsabilità ribadita anche dalla circolare 23/2022 dell'Agenzia delle Entrate. 

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