Con l’approvazione definitiva della direttiva sulle case green, si comincia a parlare di come si può intervenire per fronteggiare i costi legati ai lavori previsti dal provvedimento e di come modulare le agevolazioni fiscali in tema di efficienza energetica. Ad offrire delle primissime indicazioni è stato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, poi è stata la volta del direttore del dipartimento Finanze del ministero dell’Economia, Giovanni Spalletta. Quest’ultimo, in particolare, ha lanciato alcune ipotesi volte a ridisegnare gli incentivi ed evitare tutti i problemi generati dal superbonus.
Secondo quanto spiegato da Spalletta nel corso delle audizioni in Commissione Finanze del Senato sul disegno di legge di conversione del nuovo decreto superbonus, i nuovi bonus edilizi potrebbero essere caratterizzati da aliquote non troppo generose, da limiti di spesa stringenti e da autorizzazione preventiva.
Le indicazioni per i nuovi bonus edilizi
Nel dettaglio, il direttore del dipartimento Finanze del ministero dell’Economia ha spiegato che “le misure automatiche di agevolazione, senza una preventiva autorizzazione, non sono più compatibili con il nuovo quadro di finanza pubblica e con le nuove regole di governance europea”. E ha sottolineato: “D’ora in poi gli obiettivi di efficientamento energetico, così come il miglioramento del rischio sismico, devono tenere conto degli obiettivi di sostenibilità finanziaria nel medio-lungo periodo e della riduzione del debito pubblico sia nelle fasi congiunturali sia in ottica strutturale”.
Spalletta ha poi precisato: “Sotto il profilo strutturale, riteniamo che una complessiva razionalizzazione delle norme in materia di agevolazioni edilizie e una ridefinizione delle agevolazioni non possono prescindere da due lezioni frutto della recente esperienza. In primo lungo, gli incentivi fiscali devono essere congegnati evitando aliquote eccessivamente generose e prevedendo limitazioni più stringenti sui massimali di spesa, per ridurre comportamenti opportunistici ed effetti dirompenti. In secondo luogo, la trasformazione dei crediti d’imposta in contributi diretti di spesa soggetti a procedure preventive di autorizzazione per accedere ai benefici è oggi raccomandabile per raggiungere il duplice obiettivo del monitoraggio della spesa e di acquisire tempestivamente dati sugli andamenti delle misure. E, quindi, dell’impatto sulla finanza pubblica”.
Da queste parole emergono dunque indicazioni ben precise per i nuovi bonus edilizi:
- evitare aliquote eccessivamente generose;
- limitare in modo stringente i massimali di spesa;
- attivare procedure preventive di autorizzazione per la trasformazione dei crediti d’imposta in contributi diretti di spesa.
Il ruolo della cessione del credito e dello sconto in fattura
Parlando di quanto avvenuto con il superbonus, il direttore del dipartimento Finanze del ministero dell’Economia ha evidenziato il fatto che “lo sconto in fattura e la cessione del credito hanno reso l’agevolazione particolarmente vantaggiosa, tenuto conto che si consentiva ai beneficiari di non anticipare la liquidità necessaria a sostenere i lavori di ristrutturazione. La quasi totalità dei beneficiari ha utilizzato le suddette modalità di fruizione e ha preferito quindi non anticipare le spese e non portarle in detrazione dall’Irpef a partire dall’anno successivo”.
Snocciolando i numeri dello sconto in fattura e della cessione del credito a disposizione del Dipartimento delle Finanze, Spalletta ha fatto sapere che “le detrazioni Irpef per il superbonus sono risultate nell’anno di imposta 2022 pari a circa il 4% del totale del costo annuo della misura, mentre il 96% del beneficio è riconducibile allo sconto in fattura e alla cessione del credito”. E proprio l’utilizzo “indiscriminato dello sconto in fattura e della cessione del credito” ha generato le “criticità legate all’uso fraudolento delle detrazioni e alla sostenibilità finanziaria, che hanno reso necessaria l’adozione di provvedimenti restrittivi”.
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