Anche quando il canone di locazione non viene percepito, il proprietario deve dichiararlo tra i redditi (con poche eccezioni).
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Quando si affitta un immobile, uno degli aspetti critici per il proprietario è il rischio di non ricevere il canone pattuito. I canoni di locazione non percepiti rappresentano un problema che ha rilevanti conseguenze fiscali, in particolare per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi. Scopriamo come affrontare il mancato pagamento degli affitti, sia residenziali che commerciali, e analizziamo i passaggi necessari per non incorrere in errori durante la compilazione della dichiarazione dei redditi in caso di canoni di locazione non percepiti.

Quando non si dichiarano gli affitti?

In linea generale, il proprietario di un immobile deve dichiarare i canoni di locazione percepiti, anche se non li ha effettivamente incassati. Tuttavia, esiste un'importante eccezione: i canoni non percepiti possono non essere dichiarati solo quando è avvenuta una risoluzione del contratto di locazione, oppure quando è stato emesso un provvedimento giudiziale, come un decreto ingiuntivo o un'ordinanza di sfratto.

Nel caso in cui l'inquilino smetta di pagare e il proprietario si trovi in una situazione di mancato incasso, i redditi da locazione devono essere dichiarati fino al momento della risoluzione contrattuale o dell'ottenimento di una sentenza giudiziale che certifica l'inadempimento dell'inquilino. Prima di tale evento, anche se il canone non è stato incassato, esso viene considerato imponibile ai fini fiscali.

730 tasse
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Dove deve essere indicato il credito d’imposta per le locazioni non percepite nel Modello 730?

Quando il locatore ha ottenuto una sentenza o un decreto ingiuntivo che attesta il mancato pagamento dell'affitto, ha diritto a un credito d’imposta. Questo credito serve a recuperare le imposte già versate su canoni di locazione non incassati.

Nel Modello 730, il credito d’imposta per i canoni di locazione non percepiti deve essere indicato nel quadro G, sezione II, nello specifico nel rigo G2. Qui si devono riportare i dati relativi al decreto ingiuntivo o alla sentenza di sfratto che certificano il mancato incasso dei canoni. È importante conservare tutti i documenti comprovanti la risoluzione giudiziale, poiché saranno necessari in caso di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Per quanto riguarda, invece, il Modello Redditi andranno indicati nel quadro CR, rigo CR8.

Cosa dice l'Agenzia delle Entrate sui canoni di locazione non riscossi

L'Agenzia delle Entrate ha stabilito regole precise per gestire i canoni di locazione non riscossi. I proprietari di immobili devono continuare a dichiarare gli affitti come redditi, anche in caso di morosità dell’inquilino, fino a quando non viene emesso un provvedimento giudiziale. Una volta ottenuta la sentenza o il decreto ingiuntivo, il proprietario può chiedere il credito d’imposta corrispondente alle imposte già versate su canoni non incassati.

Le regole valgono sia per i contratti di locazione residenziale sia per quelli commerciali, con l'obiettivo di evitare che il locatore sia costretto a pagare tasse su somme che non ha mai effettivamente ricevuto. È dunque fondamentale mantenere una corretta documentazione e aggiornare la propria posizione fiscale una volta ottenuti i provvedimenti legali.

Canoni di locazione non percepiti e decreto ingiuntivo

Il decreto ingiuntivo è uno strumento legale attraverso il quale il locatore può ottenere un ordine di pagamento nei confronti dell'inquilino moroso. In termini fiscali, il decreto ingiuntivo rappresenta la base per escludere dalla dichiarazione dei redditi i canoni non percepiti. Solo a seguito del decreto ingiuntivo o di una sentenza di sfratto, il proprietario è autorizzato a non dichiarare i canoni relativi al periodo in cui non ha ricevuto i pagamenti.

Una volta ottenuto il decreto ingiuntivo, oltre a non dover più dichiarare i canoni non riscossi, il locatore ha diritto a recuperare le imposte già versate sui canoni non percepiti, tramite il credito d’imposta. Per la tassazione separata dei canoni riscossi successivamente, il contribuente deve indicare il maggior reddito nel quadro D, rigo D7, del Modello 730, utilizzando il codice 3; oppure nel Modello Redditi nel quadro RM, rigo RM9.

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Canoni non percepiti nella locazione commerciale

Anche per i contratti di locazione commerciale, il mancato incasso dei canoni può costituire un problema. Tuttavia, le regole relative ai canoni di locazione commerciale non percepiti sono simili a quelle applicate per le locazioni residenziali. Se l’inquilino non paga, il locatore è tenuto a dichiarare i redditi derivanti dalla locazione fino a quando non ottiene una sentenza o un decreto ingiuntivo che confermi il mancato pagamento e consenta di risolvere il contratto.

Una volta ottenuto il provvedimento giudiziale, il proprietario può beneficiare del credito d’imposta e smettere di dichiarare i canoni non percepiti. In assenza di tale provvedimento, sarà obbligato a riportare i canoni come redditi imponibili, anche se non incassati.

Canoni di locazione commerciale non percepiti e dichiarazione dei redditi

Come accennato in precedenza, i canoni di locazione commerciale non percepiti seguono le stesse regole delle locazioni residenziali. Il proprietario deve dichiarare i redditi derivanti dalla locazione fino a quando non ottiene un provvedimento giudiziale che certifica il mancato pagamento.

Per evitare di pagare imposte su canoni di locazione commerciale non percepiti, è essenziale avviare rapidamente le azioni legali contro l'inquilino moroso. Una volta ottenuto il decreto ingiuntivo o la sentenza di sfratto, il proprietario potrà chiedere il credito d’imposta nel Modello 730 o nel Modello Redditi, recuperando le imposte già versate.

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