La normativa fiscale vigente offre un serie di agevolazioni fiscali per alcuni familiari, ad esempio a livello sanitario, immobiliare o condominiale. Si tratta di certo di un’importante opportunità per ridurre l'imposta lorda dell’IRPEF, allo scopo di rendere meno gravosa la pressione fiscale per le famiglie. Ma quali sono le principali detrazioni delle spese per il coniuge a carico? Dalle spese mediche a quelle di ristrutturazione, passando per gli oneri notarili, sono diverse le voci da inserire nella dichiarazione dei redditi, in presenza di specifici requisiti.
Quando spettano le detrazioni per il coniuge a carico
Innanzitutto, è necessario comprendere i requisiti che possono garantire l’accesso alle detrazioni per il coniuge a carico. In linea generale, così come previsto dall’articolo 12 del TUIR - ovvero, il D.P.R. 917/1986 - le agevolazioni sono previste:
- quando il coniuge non supera un reddito complessivo superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili;
- per tutti i familiari a carico, quindi non solo il coniuge ma anche i figli. Per questi ultimi, fino ai 24 anni si considera un limite di reddito complessivo di 4.000 euro.
Per poter fruire delle detrazioni, è necessario confermare che il coniuge sia fiscalmente a carico, indicandone il codice fiscale nell’apposito prospetto, previsto sia nel modello 730/2025 che in quello Redditi Persone Fisiche.
Inoltre, il pagamento delle spese deve essere tracciabile - ad esempio con bonifico o carta - e riconducibile al contribuente, anche se la fattura è intestata al coniuge a carico. Non sono invece detraibili le spese pagate direttamente dal coniuge a carico con proprie risorse.
I requisiti necessari per il coniuge a carico
Quello del reddito complessivo non è però l’unico requisito da rispettare, affinché il coniuge sia considerato a carico. È anche necessario che:
- sia stato contratto il matrimonio o un’unione civile, poiché la Legge 76/2016 ha esteso i benefici fiscali sul partner a carico. Per le convivenze di fatto, le detrazioni sono ammesse solo per le spese di ristrutturazione o di risparmio energetico sostenute dal partner per un immobile di proprietà dell’altro, purché siano effettivamente conviventi;
- tutte le spese siano tracciabili - ad esempio, con pagamento con bonifico, carta di credito o assegno - e accompagnate da fatture e scontrini fiscali, che riportino sia il codice fiscale del contribuente, come già specificato.
È però utile sapere che la Legge di Bilancio 2025, ovvero la Legge 207/2024, ha introdotto l’articolo 16-ter del TUIR, che limita l’importo massimo di spesa detraibile per i contribuenti con reddito complessivo superiore a 75.000 euro, al netto del reddito dell’abitazione principale. Nel dettaglio:
- per i redditi fino a 75.000 euro, le detrazioni seguono le regole standard dell’articolo 15 del TUIR, al 19% salvo franchigie o eccezioni specifiche;
- per i redditi tra 75.001 e 100.000 euro, il tetto è di 14.000 euro, modulato a 7.000 euro se non sono presenti figli, a 9.800 euro con un figlio e a 11.900 euro con due figli;
- per i redditi oltre i 100.000 euro, il tetto massimo è di 8.000 euro, ridotto a 4.000 euro senza figli, a 5.600 euro con un figlio e 6.800 euro con due figli.
Inoltre, per le detrazioni dell’articolo 15 del TUIR, si applica una riduzione progressiva per redditi tra 120.000 e 240.000 euro, fino ad azzerarsi. Sono invece escluse dai limiti dell’articolo 16-ter le spese sanitarie, gli investimenti in startup o PMI innovative e le rate di spese edilizie sostenute fino al 31/12/2024.
La detrazione per il coniuge a carico
Ma per il marito o la moglie a carico, quanto spetta al mese? È questa una delle domande più comuni fra i contribuenti, seppur parzialmente impropria. Innanzitutto, non esistono corrispettivi mensili, bensì una quota annuale dovuta al fatto che il partner sia fiscalmente a carico. Ancora, non esistono distinzioni di genere: il coniuge a carico può essere indifferentemente il marito o la moglie.
Date queste dovute precisazioni, è utile sapere che l’articolo 12 del TUIR prevede una detrazione fissa fino a 800 euro annuali per il coniuge a carico, che si riduce progressivamente per redditi complessivi tra 15.000 e 80.000 euro e si azzera sopra gli 80.000 euro.
Quali spese si possono detrarre per il coniuge a carico
Sono diverse le spese detraibili per il coniuge a carico, a seconda di quanto definito dall’articolo 15 del TUIR e da altre disposizioni normative vigenti. Ma quali sono le principali?
Le spese mediche detraibili
Le spese mediche per il coniuge a carico sono detraibili al 19%, sulla parte eccedente della franchigia da 129,11 euro l’anno. Fra le principali tipologie ammissibili, vi rientrano:
- l’acquisto di medicinali, certificati dallo scontrino completo di codice fiscale;
- le visite mediche, gli esami diagnostici e le prestazioni specialistiche;
- le spese per dispositivi medici, come occhiali e protesi;
- le spese per l’assistenza specifica in caso di disabilità, che sono deducibili integralmente - quindi, senza franchigia - per i soggetti con grave invalidità.
Per l’intestazione della fattura delle spese mediche per il coniuge a carico, è necessario che venga riportato il codice fiscale del soggetto a cui si riferisce la prestazione. Ancora, è indispensabile che il pagamento avvenga con un metodo tracciabile.
Per contro, le spese mediche pagate dal coniuge non a carico non sono detraibili, poiché devono essere dichiarate dal partner nella propria dichiarazione dei redditi.
La detrazione delle spese di ristrutturazione
Anche le spese di ristrutturazione sostenute dal coniuge a carico per immobili intestati possono essere ammesse in detrazione, purché vi sia convivenza e il pagamento sia tracciabile tramite bonifico parlante, riconducibile al contribuente.
Ad esempio, si possono inserire in dichiarazione i costi validi per vari incentivi statali, come il Bonus Ristrutturazioni. In questo caso è possibile approfittare delle detrazioni:
- al 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2024, con un limite massimo di 96.000 euro;
- al 36% per quelle sostenute dall’1 gennaio 2025, sempre con un limite di 96.000 euro.
Tuttavia, è indispensabile controllare preventivamente chi possa portare in detrazione le spese di ristrutturazione in un comodato d’uso, generalmente i familiari conviventi del proprietario dell’immobile.
È bene sempre ricordare che la detrazione per le spese di ristrutturazione del coniuge a carico è ammessa a condizione che il pagamento sia tracciato - come nel caso del bonifico parlante - e che le fatture siano correttamente intestate.
Cosa detrarre delle spese condominiali
In merito alla detrazione delle spese condominiali per il coniuge a carico, invece, si può approfittare di una detrazione per la manutenzione ordinaria su parti comuni - come la riparazione delle scale o la tinteggiatura - nell’ambito del Bonus Ristrutturazioni, o per interventi di efficientamento energetico con l’Ecobonus.
È però utile specificare che il contribuente può detrarre le spese di ristrutturazione su immobili di cui è proprietario o detentore, o intestati al coniuge a carico, purché convivente, rispettando le percentuali e i tetti di spesa previsti. Come già visto, per il Bonus Ristrutturazioni, la detrazione è del 50% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024 e del 36% per quelle sostenute dal primo gennaio 2025, con un massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare.
Anche in questo caso, il pagamento deve essere tracciabile, tutta la documentazione e le fatture dotate di codice fiscale e il coniuge proprietario o detentore dell’immobile deve essere convivente.
Le spese notarili e immobiliari del coniuge a carico
Non tutti sono al corrente del fatto che anche le spese notarili, come ad esempio quelle legate ai mutui ipotecari per l’acquisto della prima casa, sono detraibili anche se sostenute dal coniuge a carico, se il pagamento è tracciabile e riconducibile al contribuente. Ad esempio, è possibile approfittare di:
- una detrazione al 19%, fino a un massimo di 4.000 euro, per gli interessi passivi e gli oneri accessori - ad esempio le spese notarili per l’atto di mutuo, le perizie tecniche, le imposte ipotecarie;
- purché relativa a mutui ipotecari per l’acquisto della prima casa.
Le altre spese detraibili
La lista delle possibili detrazioni, anche ammesse per il coniuge a carico, è tuttavia molto più estesa. Ad esempio, i contribuenti potranno anche avvalersi di detrazioni specifiche:
- sugli interessi passivi sul mutuo, come già accennato, del 19% su un massimo di 4.000 euro per l’acquisto della prima casa o 2.582 euro per la costruzione dell’abitazione principale;
- sulle spese di istruzione, sempre al 19% per un massimo di 1.000 euro per studente;
- sui canoni di locazione, per studenti universitari fuori sede o per contratti di affitto agricolo;
- sulle detrazioni INPS per il coniuge a carico, ovvero con la possibilità di dedurre fino a 5.164,57 euro sui contributi previdenziali versati.
Quali sono le agevolazioni fiscali per il marito a carico della moglie
Infine, è utile dirimere alcuni dubbi su un quesito comune negli ultimi tempi, e molto dibattuto anche online, ovvero quelle relative del marito a carico della moglie. A dispetto delle credenze comuni, non vi sono differenze in base al genere del partner a carico: si tratti della moglie o del marito, le agevolazioni e le detrazioni fiscali previste rimangono identiche.
Di conseguenza, se il marito è a carico della moglie, si potrà sempre usufruire della detrazione principale fino a 800 euro, così come delle varie agevolazioni sulle spese sostenute dal partner fiscalmente a carico: mediche, immobiliari, condominiali e via dicendo, come visto nei precedenti paragrafi.
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