Le novità introdotte da renzi al jobs act cambiano la fisionamia del mercato del lavoro, soprattutto per quanto riguarda i licenziamenti e il polemico articolo 18. Ma vediamo qual è l'attuale sistema e cosa cambierà
L'articolo 18 dello statuto dei lavoratori si applica solo alle aziende con almeno 15 dipendenti e prevede il licenziamento solo per giusta causa o giustificato motivo. La riforma del lavoro fornero ha modificato il testo prevedendo tre tipologie di licenziamento
- Licenziamento discriminatorio: dovuto a ragioni legate all'appartenenza religiosa, al sesso, all'età o all'orientamento sessuale. Si prevede il reintegro del posto di lavoro con risarcimento integrale
- Licenziamento disciplinare: può essere per giusta casua, quando si verifica una circostanza così grave da non consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro, o per "giustificato motivo soggettivo" in caso di notevole inadempimento degli obblighi contrattuali da parte del lavoratore. Prevede il reintegro con risarcimento massimo di 12 mesi o un'indennità tra 12 e 24 mesi
- Licenziamento economico: motivato da giustificato motivo oggettivo, ovvero da ragioni inerenti "l'attività produttiva, l'organizzazione del lavoro e il regolare funzionamento di essa". Prevede il pagamento di un'indennità tra 12 a 24 mesi, senza reintegro
Modifiche al jobs act
Il jobs act di renzi prevede che l'articolo 18 non si applichi alle nuove assunzioni. Il lavoratore assunto a tempo indeterminato non avrà da subito le tutele garantite dagli attuali contratti stabili, ma cresceranno gradualmente a seconda dell'anzianità di servizio
I datori di lavoro avranno due opzioni
- Potranno ricorrere al nuovo sistema che cancella il reintegro e lo sostituisce con un indennizzo economico che aumenta in relazione all'anzianità di servizio
- Potranno optare per l'attuale sistema, con il rischio di dover reintegrare il lavoratore, ma con la certezza di dover pagare un importo inferiore in caso contrario
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