Da quando sono diventati la strada principale attraverso la quale entrare nel mondo del lavoro, gli stage hanno avuto una crescita esponenziale. Non sempre però mantengono ciò che promettono e qualche volta si rivelano delle vere e proprie truffe. Vediamo ciò a cui fare attenzione per riconoscere un vero tirocinio da uno fasullo.
La retribuzione – La retribuzione è il tasto dolente. Secondo le Linee-guida in materia del 2013, per un tirocinio formativo od orientamento per neolaureati (non più di 12 mesi dal diploma) è prevista un'indennità minima di 300 euro lordi mensili; per un tirocinio “promosso dall’università e dalle scuole” non è previsto alcun obbligo di compenso.
Il piano formativo – Lo stage, per sua natura, è un momento formativo. E’ necessario, dunque, un piano formativo che renda chiari contenuti ed estremi del tirocinio.
Il tutor – I tutor sono i referenti fisici per l’ attività di tirocinio. In genere, uno è per il soggetto promotore (l’università) e uno per il soggetto ospitante (l’azienda). I tutor definiscono le attività di formazione, controllano l’andamento dell’esperienza e producono l’attestato finale.
L’assicurazione – Il tirocinante deve essere garantito contro gli infortuni (Inail) e per danni contro terzi.
Numero tirocinanti – E’ bene sapere che le aziende da meno di 5 dipendenti non possono avere più di un tirocinante, quelle dai 6 ai 20 dipendenti non più di 2, quelle di grandi dimensioni non possono andare oltre il tetto del 10% rispetto alla popolazione aziendale.
Le proroghe – Il tirocinio formativo per i neolaureati può essere prorogato, ma non oltre i 6 mesi. Il tirocinio di inserimento non deve superare i 12 mesi.
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