Quello della pensione anticipata è un tema caldo, sul quale il governo sta lavorando. Bisogna attendere la legge di Stabilità 2017 per poter vedere l’entrata in vigore della norma, ma si stanno già facendo diverse valutazioni. Tra queste, lo studio della Uil che parla di una mensilità all’anno persa.
Il sindacato ha fatto una prima eleborazione del prestito previdenziale per la flessibilità in uscita, che dovrebbe essere tra gli elementi principali del cosiddetto Ape. Lo studio della Uil si basa sul meccanismo che si pensa verrà adottato: accesso alla pensione con un anticipo fino a 3 anni rispetto al requisito anagrafico richiesto, facendo ricorso al prestito di un istituto di credito, garantito dallo Stato.
Ipotizzando un’indicizzazione del trattamento previdenziale pari all’1% per ogni anno e un tasso d’interesse applicato del 3,5%, un lavoratore che accedesse con un anno di anticipo e con un trattamento pari a 1.000 euro lordi perderebbe il 6,9% della pensione, ovvero il corrispettivo di un importo mensile netto in meno ogni anno (898 euro). L’onere crescerebbe all’aumentare degli anni di anticipo.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nell’annunciare che il governo interverrà sul tema delle pensioni nella legge di Stabilità del 2017 ha spiegato anche che non lo farà mettendo mano all’intero sistema. Ciò vuol dire che la proposta a cui sta lavorando il sottosegretario di Palazzo Chigi, Tommaso Nannicini, riguarderà solo i nati negli anni ‘51, ‘52, ‘53, che si sono visti alzare a 66 anni l’età pensionabile.
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