Il decreto lavoro 2023 (48/2023) è legge. Con la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale arrivano importanti novità sulla normativa che riguarda il reddito di cittadinanza, il taglio al cuneo fiscale e i fringe benefit ma non solo. Le news sul rdc parlano di un superamento del sussidio, ma ci sono notizie dell’ultima ora anche per quanto riguarda lo stop di un mese dell’assegno unico. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere.
Ecco il decreto lavoro in pdf:
Addio al reddito di cittadinanza
Con la conversione in legge del decreto lavoro 2023 divengono effettive le novità sulla normativa del reddito di cittadinanza che viene definitivamente superato. Da gennaio, infatti, verrà introdotto l’assegno di inclusione, che potrà essere richiesto da nuclei famigliari con disabili, minori, over 60, e dopo le modifiche introdotte dal Senato, spetterà anche per i componenti svantaggiati inseriti in programmi di cura e assistenza certificati dalla pubblica amministrazione.
Importo dell’assegno di inclusione
L’importo dell’assegno di inclusione può arrivare a 6mila euro annui (500 al mese), più un contributo affitto per le locazioni registrate di 3.360 euro l'anno (280 al mese). Se il nucleo famigliare è composto da tutte persone di almeno 67enni o disabili gravi l'importo sale a 630 euro al mese (7.560 l'anno) più 150 euro di contributo d'affitto (1.800 l'anno).
Requisiti
Il denaro caricato sulla Carta d'inclusione non si potrà spendere per giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità ma per l'acquisto di sigarette, anche elettroniche, di derivati del fumo, di giochi pirotecnici e di prodotti alcolici. La misura è erogata per 18 mesi. Dopo un mese di stop l’assegno si rinnoverà per altri 12 mesi. I richiedenti devono rispettare alcuni requisiti, come:
- essere residenti in Italia da almeno cinque anni;
- avere un Isee di 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6.000 annui moltiplicati per la scala di equivalenza;
- avere un valore del patrimonio immobiliare, come definito ai fini Isee, diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini Imu non superiore a euro 150mila, non superiore ad euro 30.000, e non si devono possedere navi, imbarcazioni, autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc.
Come fare domanda
Dopo la correzione del Senato c'è una novità per le donne vittime di violenza: la norma permetterà loro di costituire nucleo familiare indipendente da quello del marito anche ai fini Isee per l'accesso all'assegno di inclusione. Inoltre, queste donne potranno avvalersi di percorsi di inclusione personalizzati. L'assegno di inclusione prevede una domanda da inoltrare online all’Inps. Per dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, scatta la reclusione da 2 a 6 anni.
La nuova scala di equivalenza
Cambia ancora una volta la scala di equivalenza secondo la quale verrà stabilito il requisito reddituale per accedere all'assegno di inclusione e l'ammontare finale dell'aiuto. Avrà maggiore peso la presenza di un ulteriore componente con disabilità o non autosufficiente (che “vale” da solo 0,5 punti). Mentre si aumenta dello 0,2 per ciascun altro componente adulto in condizione di grade disagio bio-psico-sociale e inserito in programmi di cura e di assistenza certificati dalla Pa.
L’offerta di lavoro congrua
Con l’assegno di inclusione viene modificata la definizione di offerta di lavoro congrua (che, se rifiutata, fa perdere il sussidio). Un componente del nucleo familiare beneficiario dell'assegno di inclusione, attivabile al lavoro, deve infatti accettare in tutta Italia:
- un rapporto a tempo indeterminato o a termine di durata oltre i 12 mesi;
- un lavoro a tempo pieno o a tempo parziale non inferiore al 60% dell'orario a tempo pieno;
- un impiego con retribuzione non è inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi.
Inoltre, nel caso in cui il contratto di lavoro sia a tempo determinato, anche in somministrazione, il luogo di lavoro non deve distare più di 80 km dal domicilio del soggetto o sia raggiungibile in non oltre 120 minuti con i mezzi di trasporto pubblico.
Per i nuclei familiari con figli under 14 è previsto l'obbligo di accettare il contratto (anche a tempo indeterminato) scatta solo entro una distanza lavoro-domicilio di 80 Km o entro un limite temporale di 120 minuti con i mezzi di trasporto pubblico.
Taglio al cuneo fiscale
Il decreto lavoro 2023 interviene anche per quanto riguarda il taglio del cuneo fiscale contributivo con un intervento aggiuntivo di 4 punti, un'una tantum di 5 mesi, per il periodo compreso tra luglio e novembre, rivolto ai lavoratori con retribuzioni lorde fino a 35mila euro. L’intervento si somma all'attuale taglio di 3 punti del cuneo per le retribuzioni fino a 25mila euro portando lo “sconto” in totale a 7 punti.
Per le retribuzioni comprese tra 25mila e 35mila euro che già beneficiano di uno “sconto” di 2 punti la sforbiciata totale sale a 6 punti. Per un lavoratore con 25mila euro di retribuzione, quindi, il taglio complessivo sarebbe di 96 euro al mese, proiettato su 5 mesi il totale sarebbe 480 euro. Con 35mila euro di retribuzione il vantaggio mensile è di 99 euro su 5 mesi per un totale di 493 euro.
Assegno unico
Con il decreto lavoro si stabilisce che la maggiorazione dell'assegno unico universale venga riconosciuta anche per i minori appartenenti a nuclei nei quali, al momento della presentazione della domanda, è presente un solo genitore lavoratore perché l'altro è deceduto.
Secondo la bozza di relazione tecnica i minori che hanno ricevuto l'assegno unico nel periodo di osservazione per i quali risulta la presenza di un solo genitore, poiché l'altro risulta deceduto, sono pari circa a 80mila al mese.
Fringe benefit
La soglia dei fringe benefit nel 2023, per effetto del decreto lavoro 2023, sale a 3mila euro (dai 258 euro prima previsti), ma solo per i dipendenti con figli a carico, e varrà anche per le utenze domestiche. I compensi saranno esenti sia dalle tasse sia dai contributi.
Contratti a termine e decreto dignità
Il decreto lavoro 2023 introduce alcune misure per rendere più flessibili i contratti a termine. Entro i primi 12 mesi, potranno essere prorogati e rinnovati senza le cosiddette causali, introdotte dal decreto dignità sotto il governo Conte, necessarie invece per rinnovi successivi. Ai fini del computo del termine di 12 mesi, si tiene conto dei soli contratti stipulati dallo scorso 5 maggio, data di entrata in vigore del decreto Lavoro. Rimosso invece il limite del 20% per il personale in apprendistato rispetto ai dipendenti a tempo indeterminato.
Proroga smart working
Il decreto lavoro 2023 proroga lo smart working per ulteriori 3 mesi per i dipendenti pubblici fragili con patologie gravi, mentre rimane per i lavoratori del privato fino al 31 dicembre per fragili e genitori con figli under 14. Viene invece sospeso per i genitori di figli sotto i 14 anni che lavorano nella pubblica amministrazione.
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