Il permesso retribuito per lutto è un diritto garantito al lavoratore dipendente: ecco come funziona e come richiederlo.
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Permesso per lutto
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Quello della scomparsa di una persona cara rappresenta uno dei momenti più delicati della vita di ognuno, tra il dolore per la perdita e la mille necessità burocratiche che ne conseguono. Proprio per questa ragione, con il permesso retribuito per lutto la legge ha recepito le necessità dei singoli lavoratori che, sopraffatti da un evento tanto tragico, necessitano di un periodo di sospensione dalle attività lavorative. Ma come funziona il permesso per lutto, cosa prevede la legge e quali sono i diritti che vengono garantiti?

In linea generale, la legge attualmente in vigore consente di approfittare di tre giorni di permesso retribuito, in concomitanza con un decesso o una grave infermità a carico del coniuge, del convivente e dei parenti fino al secondo grado. Questa misura nasce sia per permettere al lavoratore di dedicarsi alla propria famiglia che, naturalmente, per adempiere a tutte le necessità di legge che un lutto comporta: dall’occuparsi della cerimonia e delle detrazioni per le spese funebri, fino agli obblighi sulla dichiarazione di successione. Di seguito, tutte le informazioni utili.

Cos’è il permesso retribuito per lutto

Regolato dalla Legge 53/2000, il permesso retribuito per lutto è un diritto concesso ai lavoratori dipendenti, in concomitanza con il decesso del coniuge o di un altro familiare stretto. Come facile intuire, la misura prevede la possibilità di assentarsi dal lavoro continuando a ricevere una congrua retribuzione, per rispondere a tutte le necessità familiari e burocratiche che un lutto comporta.

Secondo quanto previsto dalla legge di riferimento, il lavoratore può usufruire di tre giorni lavorativi l’anno di permesso per lutto, in presenza di una grave infermità o della scomparsa di un familiare fino al secondo grado di parentela. La misura include infatti:

  • il coniuge o il convivente;
  • genitori, figli, nonni, nipoti: ovvero tutti gli altri parenti di secondo grado.
Permesso per lutto
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È però doveroso sottolineare che la durata del permesso, così come le singole casistiche affinché se ne possa usufruire, possono essere oggetto di estensioni in relazione al Contratto Nazionale per categoria di lavoratore o, ancora, a specifici accordi sottoscritti con il datore di lavoro. A titolo di esempio, si riportano le misure previste da alcuni dei principali CCNL oggi in vigore:

  • CCNL Scuola: garantisce tre giorni di permesso retribuito, anche non consecutivo, per ogni lutto riguardante un parente fino al secondo grado. Di conseguenza, è possibile usufruirne più volte nel corso del medesimo anno;
  • CCNL Alimentari e Industria: offre quattro giorni di permesso retribuito per ogni decesso di parenti fino al secondo grado, senza limiti temporali su base annua;
  • CCNL Pulizia: prevede tre giorni di retribuzione garantita, sempre per lutti entro il secondo grado. È possibile però usufruire di un’estensione fino a cinque giorni, se il funerale del familiare avviene oltre alla propria provincia di residenza;
  • Altri CCNL (Università, Sanità pubblica, Ricerca, Regioni e Autonomie Locali, Agenzie Fiscali e molti altri): nella maggior parte dei casi prevedono tre giorni di permesso retribuito, da usufruire consecutivamente. Tuttavia, la misura è garantita per più volte l’anno e, in alcuni casi, anche fino ai parenti affini di primo grado.

Naturalmente, l’entità delle garanzie previste così come la loro estensione temporale possono variare nel tempo, in concomitanza con modifiche e aggiornamenti alle contrattazioni collettive.

Cosa accade in presenza di lutti multipli

Come già accennato, la legge garantisce un massimo di tre giorni l’anno come permesso retribuito per lutto. Può però purtroppo capitare che, in questo periodo di tempo, il lavoratore si ritrovi ad affrontare la perdita di più di una persona cara, sempre fino al secondo grado di parentela. Come viene gestita questa evenienza?

Tutto dipende dal contratto di lavoro in proprio possesso. La gran parte dei contratti collettivi, ad esempio, prevede la possibilità di usufruire del permesso retribuito per lutto più volte l’anno, in condizioni di comprovata necessità. Ancora, anche diverse aziende includono simili possibilità nei loro contratti privati.

Quali tutele sono incluse nel permesso per lutto

Sono diverse le tutele che la Legge 53/2000, e le relative estensioni dei singoli contratti, garantisce ai lavoratori dipendenti che hanno subito un lutto. Ad esempio, si è già visto come la normativa vigente offra la possibilità di usufruire di almeno tre giorni lavorativi retribuiti, ma come vengono distribuiti? In linea generale:

  • la retribuzione è garantita unicamente per le giornate lavorative, non sono invece compresi il sabato e il giorni festivi;
  • il permesso per lutto deve essere usufruito entro 7 giorni dal decesso del familiare;
  • i giorni di retribuzione garantita possono anche non essere consecutivi, purché si rimanga nel massimo complessivo stabilito dal proprio contratto.
Domanda per il permesso di lutto
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Date queste precisazioni, è utile sottolineare come la massima tutela sia garantita sul fronte proprio della retribuzione, che non subirà contraccolpi rispetto alle comuni giornate lavorative. La legge infatti prevede che:

  • venga garantita la medesima retribuzione offerta per le giornate feriali;
  • venga considerato l’orario di lavoro pieno;
  • vengano considerati i giorni usufruiti per la maturazione di ferie, anzianità di servizio, mensilità aggiuntive, altri permessi e TFR.

Come si richiede il permesso per lutto

La richiesta di permesso per lutto deve essere presentata al proprio datore di lavoro tempestivamente e, in ogni caso, non più tardi dei 7 giorni dalla scomparsa della persona cara. Per farlo, la comunicazione potrà avvenire tramite la modulistica messa a disposizione dallo stesso datore di lavoro oppure tramite autocertificazione, che dovrà includere:

  • i giorni in cui il lavoratore desidera assentarsi dal posto di lavoro, anche non consecutivi se il proprio contratto lo prevede;
  • la documentazione necessaria che attesti il decesso del familiare, quale il certificato di morte oppure una dichiarazione sostitutiva.

Per quanto possa sembrare scontato, è utile sottolineare che la richiesta viene considerata formalmente valida solo se viene esplicitato il lutto. Può infatti capitare che il lavoratore, dopo accordi verbali con il datore di lavoro, presenti una richiesta di permesso generica senza la dovuta documentazione attestante il decesso del familiare. Mentre per i permessi generici il datore di lavoro può rifiutarsi, ad esempio per ragioni di produttività, il permesso retribuito per lutto non può essere negato, ovviamente all’interno delle casistiche previste dalla legge.

 

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