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Mutui, rimandato l'aumento dei tassi: spread ancora stabili nel I trim del 2017
Crif

L’alleggerimento del Quantitative Easing da parte della BCE e il rimbalzo degli indici IRS non hanno ancora avuto conseguenze dirette sugli spread offerti dalle banche che nel primo trimestre dell'anno rimangono fissi ad una media dell'1,0% per il variabile e dello 0,4% per il fisso. A dirlo è la nuova edizione della Bussola Mutui, il bollettino trimestrale firmato da Crif e MutuiSupermarket.it

Per una operazione di mutuo di 140.000 euro, durata 20 anni, valore immobile 220.000 euro, la media trimestrale dei migliori spread per mutui a tasso variabile si assesta attorno all’1,0% mentre la media dei migliori spread per mutui a tasso fisso si posiziona attorno allo 0,4%. Il sistema bancario rimane quindi stabile nelle sue politiche di offerta mutui nel corso del primo trimestre 2017, rinviando probabilmente al secondo trimestre 2017 decisioni circa il proprio posizionamento in termini di pricing e marginalità. 

In questa direzione, già ad inizio del secondo trimestre 2017 si registrano nuovi segnali di revisione al rialzo delle offerte di mutui da parte del sistema creditizio, in particolare per i mutui a tasso fisso, per i quali si rileva un aumento degli spread medi di offerta dallo 0,42% medio del mese di marzo allo 0,65% medio della prima metà di aprile.

La conferma di condizioni ancora appetibili contribuisce a sostenere l’erogazione di mutui alle famiglie, sia sul canale tradizionale sia su quello online. In particolare, relativamente al canale online questo clima di tassi di offerta a livelli minimi spinge anche le erogazioni di mutuo con finalità surroga che aumentano il loro peso, passando a spiegare dal 56% del totale erogazioni sul quarto trimestre 2016 al 60% del totale sul primo trimestre 2017.

Sui prossimi trimestri si attende però una progressiva diminuzione del peso della componente surroga, da ricondursi da un lato alla continua riduzione del bacino di potenziali mutuatari interessati a rottamare il mutuo, dall’altro al progressivo aumento dei tassi IRS iniziato a settembre 2016 e quindi dei tassi finiti per i mutui di surroga a tasso fisso, mutui che oggi sull’online spiegano la gran parte delle nuove operazioni di surroga.

Al contempo, dopo trimestri caratterizzati da un atteggiamento di cautela da parte dei nuovi mutuatari tornano a crescere gli importi medi erogati dei nuovi mutui. Se nel terzo trimestre 2016 l’importo medio si attestava attorno ai 113.600 euro, nel quarto trimestre 2016 l’importo medio cresce e raggiunge i 116.400 euro.

Lato preferenze dei nuovi mutuatari a riguardo della tipologia di tasso, nel primo trimestre 2017 il peso del tasso fisso sul canale online continua a spiegare circa il 55% del totale delle richieste in linea con il 56% registrato nel corso del quarto trimestre 2016.

Complice di questa invarianza, risultano essere tassi finiti per i mutui a tasso fisso stabili e ancora prossimi ai minimi storici, nonostante indici di riferimento IRS in forte aumento da settembre 2016 e il peso delle nuove richieste di mutuo con finalità surroga, che sul canale online risultano essere nel 77% dei casi a tasso fisso.

“L’alleggerimento del quantitative easing da parte della BCE avvenuto nel corso del primo trimestre 2017 non ha comportato aumenti immediati degli spread di offerta mutui da parte del sistema bancario. I valori degli spread nel primo trimestre 2017 rimangono infatti in linea con quanto registrato nell’ultima parte del 2016 - attorno all’1% per i mutui a tasso variabile e allo 0,4% per i mutui a tasso fisso - commenta Stefano Rossini, Amministratore e Fondatore di MutuiSupermarket.it -.

"Allo stesso tempo, anche il rimbalzo degli indici IRS, iniziato lo scorso autunno, non ha causato un proporzionale aumento dei tassi finiti di offerta sui mutui a tasso fisso nel corso del primo trimestre, complice un ritardo di revisione dei tassi di offerta da parte degli istituti di credito".

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