Nell'eterna questione su come si stabilisce il valore di un immobile, il centro studi nomisma presenta un metodo nuovo. Si chiama indice di illiquidità e oltre ai tradizionali criteri, include anche gli sconti praticati e i tempi di vendita, sempre più frequenti i primi, sempre più lunghi i secondi. Ecco i risultati in 14 città italiane
La liquidità di un bene, in termini tecnici, corrisponde alla sua capacità di essere prontamente trasformato in moneta, senza significative perdite in conto capitale. Un immobile, di per séè tutt'altro che liquido, perciò nomisma ha deciso di misurare la sua illiquidità, ovvero la difficoltà di farlo diventare liquido. Come? introducendo gli sconti e i tempi di vendita: più questi aumentano, più l'indice di illiquidità cresce
Applicato ai 14 maggiori centri urbani osservati nel periodo 2006-2010, l’indice rivela che a fine 2010, nel segmento delle abitazioni nuove e usate l’area meno illiquida risulta essere quella di Milano (con domanda in aumento e sconti bassi, livelli di compravendite ancora esigui, tempi di vendita elevati e prezzi ai minimi), mentre Palermo si colloca all’estremo opposto
Ecco i livelli di illiquidità determinati da nomisma. Il livello minimo è di Milano, stabilito a 100. Ricordiamo che si tratta della migliore performance e più aumenta il livello, peggiori sono le condizioni di vendita
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Questi nuovi parametri di nomisma permette di fare delle distinzioni locali molto importanti, dato che il mercato immobiliare è sempre locale, eterogeneo e frammentato. Per esempio, vediamo che sulle case nuove Torino ha una liquidità superiore solo a Milano, ma sulle case di seconda mano, le cose si complicano. A Venezia è esattamente il contrario e l'usato ha delle condizioni più liquide del nuovo
Le previsioni per il 2011-2012
I dati sui prezzi degli immobili nelle 13 grandi aree urbane sembrano confermare questo andamento. L’osservazione della dinamica media dei valori di compravendita porta infatti a prevedere per il biennio 2011/2012 variazioni di modesta entità sulle quotazioni delle abitazioni (+0,6% per il secondo semestre del 2011; + 1,9% nel secondo semestre del 2012, quindi al di sotto dell'inflazione), disegnando anche per il futuro un quadro di stagnazione del settore
21 Commenti:
Quante alchimie per dire una cosa molto semplice: cari venditori la festa è finita
Bah...comunque rimango perplessa.mi sa un po' di indagine grossolanamente approssimativa.
A Palermo per esempio ,acquistare e ristrutturare costa molto meno che a Milano...e questo indubbiamente incide sul costo finale dell'immobile che si mette in vendita.personalmente ho letto anche la notizia delle 100 case rimaste invendute per anni,e le stesse indicazioni date da idealista come parametri....e in realta' non coincidevano granche'
È ovvio che a Palermo essendo le abitazioni vecchie meno care e più alla portata del cittadino medio allora risultano più liquide e quindi più vendibili. Dove i prezzi salgono diventa più difficile vendere, soprattutto in una città cara e con poco lavoro come Palermo.
È ovvio che a Palermo essendo le abitazioni vecchie meno care e più alla portata del cittadino medio allora risultano più liquide e quindi più vendibili. Dove i prezzi salgono diventa più difficile vendere, soprattutto in una città cara e con poco lavoro come Palermo.
Di nuovo c'e' ben poco...senza contare che l'affidabilita' di questo indice e prossima allo 0 dato che la base dei dati e' inaffidabile essa stessa.
Secondo me è invece molto sensata ed affidabile se osserviamo: dove si lavora in due (Torino ad esempio) il nuovo è più liquido.. Dove c'è più poverta e il reddito è solo di una persona come al sud si vende di più l'usato.. Stessa cosa dove edifici usati sono storici come a Venezia e valgono più di quelli nuovi costruiti magari in periferia
Io non sono perplessa, sono estremamente irritata:
Perchè dobbiamo sorbirci e pagare queste asinate, solo perchè chi se le sogna è la moglie di uno che adora gli asini?
Scusate lo sfogo.
Se questa crisi generale persiste la vedo dura anche per aumenti dello 0, si creano viceversa situazioni molto diverse a parità di zona e tipologia dovute solo alla necessità del venditore di realizzare liquidità.
Se questa crisi generale persiste la vedo dura anche per aumenti dello 0, si creano viceversa situazioni molto diverse a parità di zona e tipologia dovute solo alla necessità del venditore di realizzare liquidità.
Come lo fa il calcolo, prego fornire esempio numerico, altrimenti che vor dì?
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