
Anche gli altri stati europei, come l'Italia, vendono i loro beni immobiliari per fare cassa. Ma a chi spetta il record delle dismissioni? secondo uno studio di scenari immobiliari, il paese che ha registrato il maggior stock di vendite nel quadriennio 2006-2010 è la germania (quasi un terzo del valore complessivo), seguita dall'Italia (14%) e dalla svezia (13%)
Il biennio 2006-2007 ha rappresentato un exploit nelle vendite del patrimonio (un valore di 13,4 miliardi di euro) seguito da un biennio 2008-2009 in lieve rallentamento, perché i governi in un contesto di crisi economica e di calo dei prezzi hanno preferito non svendere i beni pubblici. Secono lo studio, il processo di alienazione dovrebbe crescere nel triennio 20012-2015, anche se è possibile che solo una parte dei piani di svendita verrà realizzata dai governi
Tra i paesi europei c'è anche chi è contrario alla vendita del patrimonio pubblico. È il caso della danimarca, dell'olanda e della polonia. In danimarca, nonostante l'attuale governo sia favorevole alla dismissione, l'opposizione ritiene che un debito pubblico, già di per sé basso, possa essere ulteriormente contenuto grazie a un programma di riduzione delle spese. In olanda il governo sta optando per una razionalizzazione degli spazi e una riduzione dei costi operativi. In polonia, invece, c'è una forte opposizione perché gli immobili attualmente occupati dagli enti pubblici sono spesso oggetto di rivendicazione da parte di società e privati
Un caso a parte è rappresentato dall'austria, che rappresetna il primo esperimento europeo di outsourcing di specifici obiettivi pubblici. Nel 1992 nel paese venne costituita la big (bundesimmobiliengesellschaft, società degli immobili federali), di proprietà del governo federale, che ha il compito di gestire gli immobili di proprietà federale e di valorizzarli in base ai criteri di mercato
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