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Come è cambiato e cambierà il lavoro dell’agente immobiliare
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Negli anni il lavoro dell’agente immobiliare è cambiato profondamente. Come rimanere al passo con i tempi, affrontare le crisi ed essere all’altezza delle sfide future? idealista/news lo ha chiesto a un professionista del settore che opera sul mercato da trent’anni.

Professionalità, capillarità, servizi innovativi e tecnologia. Sono queste le parole chiave per un professionista del settore immobiliare. Ad affermarlo Antonio De Stasio, titolare di maggioranza nonché consulente di 98 agenzie Tecnocasa. Ecco quanto spiegato a idealista/news.

Da quando ha iniziato a lavorare nel mondo immobiliare come si è sviluppata la sua attività?

“Ho iniziato nel 1992 con un’agenzia in franchising con l’affiliazione di Tecnocasa. Tutt’oggi sono con Tecnocasa. Da quando ho aperto siamo arrivati oggi a quasi 100 uffici in Italia, con agenzie a Napoli, Roma, Milano, Torino”.

Quali sono i principali cambiamenti che ha osservato nel settore in questi anni?

“Il settore si è evoluto. Sono arrivati tanti competitor. Ci siamo dunque dovuti organizzare meglio, abbiamo dovuto accrescere le nostre competenze.

Nel tempo, il mercato immobiliare è stato molto altalenante. Certamente è da segnalare la lunga crisi del 2008. Oggi ci troviamo in una situazione quasi assestata rispetto a quel periodo di crisi. Superata la crisi del 2008, siamo stati però travolti dal coronavirus. Ma anche questa crisi l’abbiamo affrontata con una certa organizzazione, soprattutto grazie all’utilizzo degli strumenti informatici.

In questi mesi difficili a causa della pandemia, con i clienti abbiamo sempre fatto un lavoro di contatto telefonico, e-mail e WhatsApp. Forse noi siamo stati una delle poche realtà a fare un lavoro a distanza. Tanto che abbiamo venduto anche senza far vedere gli immobili, facendo le visite virtuali”.

Come è cambiata e come sta cambiando l’attività di un professionista che si occupa di immobiliare?

“Sicuramente oggi è importante l’utilizzo delle nuove tecnologie, saper integrare metodi precedenti con nuove modalità. Anche il professionista che lavora nell’immobiliare si è dovuto evolvere. Noi abbiamo lavorato molto anche sul fronte dell’abilitazione e abbiamo fatto acquisire i patentini ai nostri collaboratori. La professione si è alzata”.

A cosa si sta andando incontro e quali sono a suo avviso le sfide future?

“Professionalità, capillarità, servizi innovativi, tecnologia. Sono sostanzialmente queste le sfide future. Noi, ad esempio, stiamo lavorando molto sulla capillarità. Oggi l’agente immobiliare di quartiere è importante. Bisogna conoscere le famiglie e le loro esigenze. Il professionista si deve relazionare con tutta la comunità del quartiere. Se si deve affidare un incarico, lo si affida a chi è presente sul mercato. Questo sarà il futuro dell’agente immobiliare. Sono poi molto importanti i servizi che vengono offerti”.

Nella sua attività ha integrato il metodo Tecnocasa? Se sì, in che modo?

“Abbiamo preso il know-how di Tecnocasa e lo abbiamo modificato e migliorato. Lo abbiamo reso più intenso. Abbiamo creato altri strumenti di lavoro interni per il monitoraggio dei nostri collaboratori. Abbiamo cercato di creare un’azienda con dei sistemi di monitoraggio al top come tutte le aziende top richiedono”.

Facendo un’analisi del mercato immobiliare, quali sono le principali caratteristiche e peculiarità di città come Napoli, Roma, Milano e Torino?

“In base alla mia esperienza, a Napoli, rispetto Roma e Milano, si fanno meno compravendite, ma nonostante tutto Napoli mantiene bene il mercato. A Milano i tempi di vendita si sono abbreviati molto, prima erano intorno ai 180 giorni, oggi la media è di 60 giorni. Nel capoluogo lombardo si mette la casa in vetrina, si pubblicizza e dopo una settimana non c’è più. Si vende tutto. E’ un mercato molto vivace, dove si costruisce molto e nel quale negli ultimi cinque-sei anni i prezzi sono cresciuti.

Anche a Napoli il nostro gruppo, grazie alla velocità e al fatto di aver migliorato la metodologia di lavoro, ha abbreviato i tempi di vendita: oggi siamo intorno ai 70/50 giorni.

La situazione di Torino è un po’ meno dinamica, i tempi di vendita qui si aggirano sui 100/110 giorni, ci vuole un po’ più di tempo. A Torino, inoltre, i prezzi degli immobili sono bassi.

Roma si posiziona sotto Milano, che rimane la più veloce e dove anche il compravenduto è forse un po’ più alto”

Che esigenze hanno le persone? E’ cambiato qualcosa con la pandemia?

“La richiesta d’acquisto è cambiata totalmente. Oggi le persone sono molto più esigenti, vogliono spazi esterni: terrazze, balconi. Le case più piccole sono richieste, ma non tanto come prima. Oggi la richiesta è orientata soprattutto sui trilocali. Noi vendiamo molto il trilocale e il quadrilocale con uno spazio esterno. Stiamo vendendo appartamenti con giardini, terrazze, e attici. Si richiedono case con saloni più grandi, con spazi più aperti”.

In conclusione, secondo lei, che momento sta vivendo il settore immobiliare?

“I prezzi sono stabili, non sono scesi, anzi ci aspettiamo – con la speranza che la pandemia sia davvero giunta alla sua fase finale – per settembre e ottobre un piccolo rialzo. Il settore immobiliare è ancora vivo, certamente è stato colpito così come sono stati colpiti gli altri settori. Ma noi, a dire il vero, siamo stati colpiti in maniera marginale. Non ci siamo mai fermati e anche in piena pandemia abbiamo portato a termine delle vendite”.

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