
Martedì 12 marzo 2024 la tanto discussa direttiva sulle case green – Energy performance of buildings directive (Epbd) – sarà al voto della Plenaria di Strasburgo. Dopo la discussione generale prevista per oggi, si arriverà al via libera finale. Il relatore, l’irlandese Ciarán Cuffe, ha fatto sapere di essere fiducioso sul fatto che ci sarà una forte maggioranza a sostegno della direttiva. Si ricorda che il 7 dicembre 2023 si è conclusa la trattativa tra le istituzioni europee iniziata a giugno e Parlamento, Consiglio e Commissione Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio; mentre lo scorso 15 gennaio la commissione Itre (Industria, ricerca, telecomunicazioni ed energia) del Parlamento europeo ha votato a maggioranza a favore della bozza di accordo.
Case green, su cosa verte il voto finale dell’Ue
Il voto finale della Plenaria di Strasburgo verterà proprio sulla bozza di accordo relativo alla direttiva sulle case green raggiunto da Parlamento, Consiglio e Commissione Ue lo scorso 7 dicembre. Ma, come spiegato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, dopo il passaggio in Parlamento sarà necessaria l’approvazione formale da parte del Consiglio. Successivamente, il testo definitivamente approvato verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, entrando in vigore venti giorni dopo la sua pubblicazione.
Cosa prevede l’accordo e gli investimenti necessari per riqualificare il patrimonio immobiliare europeo
La bozza di accordo prevede che i Paesi membri definiscano i piani per la riduzione dei consumi del proprio patrimonio edilizio residenziale e stabiliscano le modalità per raggiungere questi obiettivi. Gli Stati dell’Unione europea dovranno garantire che gli edifici residenziali più inquinanti riducano il consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, gli edifici non residenziali del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033. Entro il 2030, inoltre, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero. Per gli edifici pubblici l’obbligo scatterà a partire dal 2028. L’obiettivo è arrivare ad avere nel 2050 un patrimonio edilizio a zero emissioni.
A vigilare sull’attuazione dei programmi sarà l’esecutivo comunitario. I Paesi membri dovranno presentare le prime proposte di piano nazionale entro il 31 dicembre dei 2025. Secondo le stime, per riqualificare tutto il patrimonio immobiliare europeo saranno necessari circa 152 miliardi di investimenti all’anno. E i Paesi membri dovranno utilizzare i fondi già disponibili, sia a livello nazionale che europeo.
Come riportato dal Sole 24 Ore, il relatore ha sottolineato: “La direttiva è pensata per adattarsi meglio alle diverse situazioni e non credo sia stata depotenziata dal passaggio del Trilogo. Ogni Paese membro stabilirà un piano con obiettivi nazionali e deciderà i suoi target. La Commissione controllerà i piani”.
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