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Russi e arabi a caccia di ville milionarie nei paradisi italiani

300mila euro di fatturato nel 2013 e una lunga esperienza in una città che, negli anni ’60 del novecento, da villaggio di pescatori si è lentamente trasformata in uno dei focolai del mercato immobiliare italiano. Paolo Costi della coldwell banker di olbia spiega a idealista news come sia stato il turismo a trainare il mercato nella città che fa da porta alla costa smeralda, dove sempre più arabi e russi sono a caccia di ville milionarie

In molti anni di attività siete diventati un punto di riferimento in costa smeralda, uno degli avamposti del turismo nazionale. Qual è la situazione del mercato locale?

I dati sono contrastanti, c’è una sorta di altalena tra fasi di ripresa  e fasi di stallo. Noi siamo specializzati negli immobili di lusso, e nel mercato medio-alto la domanda è rimasta attiva. In quello medio, invece, c’è un congelamento che va avanti da 2-3 anni.

Perché?
Perché continua la riluttanza delle banche rispetto alla concessione dei mutui, sia nel mercato turistico che i quello residenziale cittadino. Gli istituti di credito sono sempre più diffidenti, a volte anche nei confronti di chi dimostra di avere la copertura a garanzia del mutuo. Abbiamo visto negare mutui anche a clienti facoltosi che però erano un po’ esposti con le proprie aziende e alcuni lavoratori in cassa integrazione.

Il mercato residenziale invece come va?
Là le richieste continuano: se l’appartamento è molto economico c’è chi lo compra subito per utilizzarlo come investimento.

Quali sono gli immobili più venduti?
Abbiamo molte richieste sul mercato alto, intendo le ville di lusso da 2 milioni di euro in su, che ci vengono richieste con caratteristiche molto particolari: esposte a sud-sud ovest e con vista mare, o magari in una certa posizione rispetto alla strada e al paese più vicino.

Per quanto riguarda il mercato turistico medio vanno molto bene i villini vicini al mare (costo medio 500 mila euro), o gli “stazzi”, le antiche case rurali in granito, tipiche della gallura, ristrutturate e messe in vendita. Ce ne sono di molto belle, anche in posizione collinare con vista sul golfo.

Mentre sul residenziale su cosa punta la clientela?
L’età media della popolazione di olbia è giovane, diciamo tra i 20 e i 40 anni, che chiedono per lo più case  indipendenti, senza condominio, o il classico villino a schiera, il cui prezzo medio è di 250 mila euro. Poi ci sono anche i soliti trilocali e bilocali, i cui prezzi sono scesi un po’: 150 mila per i primi e 100 mila per i secondi.  

La coldwell banker di olbia ha un acquirente tipo?
La nostra clientela è molto variegata, ed è necessario un approccio eterogeneo che è forse la parte più difficile del nostro lavoro: possiamo avere a che fare con un russo o con uno sceicco arabo, entrambi molto interessati alle ville di super lusso, che non badano a spese ma pretendono molto; e allo stesso tempo un impiegato o un operaio, spesso impiegati nell’indotto dell’industria del turismo.  

La crisi vi ha costretto a lavorare diversamente?
In parte sì: sono cambiate le tecniche di vendita, sia a livello commerciale che nel rapporto con i proprietari. Si propone sempre di più il rent to buy, e nelle trattative è ormai fissa la dilazione. Anche sul piano strategico i cambiamenti sono stati enormi, ad esempio abbiamo investito molto sul web, a cominciare da idealista.

 Ha sposato la rivoluzione di internet
Il web mi ha stravolto il lavoro, anche sulle abitudini: sono passato improvvisamente dalle schede manuali a un sistema informatico a cui posso accedere da qualunque luogo. Internet ha incrementato la visibilità delle offerte, dato forza al potere delle immagini, ma allo stesso ci ha imposto canoni di velocità e precisione che fino a qualche anno fa erano impensabili

In questo processo di cambiamento noi abbiamo chiuso alcune agenzie territoriali, quando ci siamo accorti che erano diventate superflue. La rete ha contribuito anche a spostare il lavoro dall’agenzia alla strada, si sta di più in mezzo alla gente e negli immobili trattati, e sempre meno dietro le scrivanie

Come immagina il 2014
Sono fiducioso, probabilmente non ripartiremo con la velocità di mercati più dinamici, come ad esempio il nord ovest, ma pian piano ci rimetteremo in pista. C’è un po’ più di fiducia, forse quest’anno partiremo ancora un po’, ma il prossimo anno miglioreremo.

 

 

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