Ernesto Basile completò il Teatro Massimo nel 1897, rendendolo uno dei simboli di Palermo e uno stupendo esempio di stile liberty.
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teatro massimo di palermo
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Gabriella Dabbene (Collaboratore di idealista news)

Il Teatro Massimo di Palermo rappresenta uno dei capolavori architettonici più imponenti d'Italia, frutto del lavoro di due generazioni della famiglia Basile. Quando Giovanni Battista Filippo Basile morì nel 1891, i lavori erano ancora lontani dal completamento: fu allora che il progetto del Teatro Massimo passò a Ernesto Basile, che lo trasformò in un trionfo dello stile Liberty europeo. La sua capacità di coniugare l'impianto neoclassico originario con le innovative decorazioni in stile Art Nouveau fece del teatro un'icona senza tempo.

Storia del Teatro Massimo, ultimato da Ernesto Basile

Il percorso verso la realizzazione del Teatro Massimo iniziò nel 1864, quando il sindaco Antonio Starabba bandì un concorso per dotare Palermo di un teatro all'altezza della sua importanza nel neonato Regno d'Italia. Tra i 35 progetti presentati, quello di Giovanni Battista Filippo Basile risultò vincitore. La prima pietra fu posata il 12 gennaio 1875, in una data simbolica che ricordava la rivoluzione siciliana del 1848.

I lavori procedettero tra interruzioni, polemiche e difficoltà economiche: il Basile senior fu persino esonerato dall'incarico e sostituito da Alessandro Antonelli, autore della Mole Antonelliana; solo una sollevazione popolare lo riportò alla guida del cantiere. La costruzione richiese tecniche innovative: Giovanni Rutelli ideò una gru a vapore capace di sollevare 8 tonnellate fino a 22 metri d'altezza, mentre 150 scalpellini vennero formati appositamente per intagliare i blocchi di calcarenite di Carini.

Alla morte di Giovanni Battista nel 1891, Ernesto Basile accettò su richiesta del Comune di completare l'opera paterna. Il giovane architetto non si limitò a proseguire i lavori, ma ridefinì gli interni secondo i canoni dello stile Liberty europeo, collaborando con maestri artigiani come Vittorio Ducrot per gli arredi e con pittori del calibro di Ettore De Maria Bergler per le decorazioni. 

Il 16 maggio 1897, dopo 22 anni di cantiere, il teatro aprì finalmente con il Falstaff di Giuseppe Verdi, suscitando l'invidia di mezza Italia per la sua monumentalità.

Uno dei due leoni bronzei che fiancheggiano la scalinata d'ingresso
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Prima la decadenza, poi la rinascita: il Teatro Massimo oggi

Il Teatro Massimo è il più grande edificio teatrale lirico d'Italia e uno dei più grandi di tutta Europa: con i suoi 7.730 m2 si piazza infatti al terzo posto per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna, tra i teatri più belli del mondo. Questo gigantesco tempio della musica è situato a Palermo in Piazza Verdi, nel cuore del capoluogo siciliano.

Per i primi decenni del '900 l'attività fu gestita da imprese private, fino alla proclamazione a Ente Teatrale Autonomo nel 1935. Ma nel 1974 iniziò un periodo buio: il teatro chiuse per ristrutturazione e non riaprì più per 23 anni. Il progetto di adeguamento alle norme di sicurezza si impantanò tra ritardi burocratici, mancanza di fondi e conflitti istituzionali. L'architetto Gianni Pirrone, incaricato dei lavori, venne sollevato dall'incarico, mentre nel 1994 la magistratura processò tecnici e impresari.

La rinascita arrivò il 12 maggio 1997 con un concerto diretto da Franco Mannino e Claudio Abbado, che portò sul palco i Berliner Philharmoniker. Il teatro tornò finalmente alla sua vocazione originaria, ospitando stagioni liriche e drammaturgiche. Nel 2000 la Sala ONU ospitò la Conferenza Mondiale sulla criminalità organizzata, e nel 2002 Abbado tornò con i Berliner per il Concerto per l'Europa.

Il Teatro Massimo di Palermo
Holger Uwe Schmitt, CC BY-SA 4.0 / Wikimedia Commons

L'architettura del Teatro Massimo: esterni e interni

L'esterno del Teatro Massimo si presenta come un tempio della musica in stile neoclassico-eclettico. Una scalinata monumentale conduce a un pronao con sei colonne corinzie, sormontato da un frontone con l'epigrafe: "L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire".

Ai lati della scalinata, due leoni bronzei di Benedetto Civiletti e Mario Rutelli incarnano le allegorie della Tragedia e della Lirica; la cupola emisferica di 28,73 metri, la più grande della Sicilia, corona l'edificio alto 60 metri. Gli interni rivelano il genio di Ernesto Basile: 

  • il foyer accoglie i visitatori con toni "rosso ottobrino" e decorazioni di Salvatore Valenti;
  • la Sala Grande, a ferro di cavallo, dispone di cinque ordini di 31 palchi ciascuno più il loggione, per un totale di 1.381 posti.

Il soffitto della Sala Grande comprende una "ruota simbolica" composta da 11 pannelli lignei affrescati che si sollevano come petali per l'aerazione naturale, rendendo superflua la climatizzazione forzata. Il Palco Reale, rivestito in mogano e decorato con oro e broccato rosso, comprende 27 posti e un foyer privato chiamato "Salone del Sovrano". Completano il complesso le sale laterali:

  • sala Pompeiana: progettata secondo il numero sacro 7 e i suoi multipli (14 porte, 28 medaglioni), presenta un effetto acustico straordinario al centro;
  • sala ONU, circondata da 14 colonne in legno di ciliegio con capitelli corinzi scolpiti a mano;
  • sala degli Stemmi: decorata con gli emblemi delle nobili famiglie siciliane e figure femminili danzanti, è utilizzata dal corpo di ballo del Teatro.
Il Palco Reale della Sala Grande
Cristiano Drago, CC BY-SA 4.0 / Wikimedia Commons

Curiosità sul Teatro Massimo del capoluogo siciliano

Ci sono diverse curiosità da conoscere sul Teatro Massimo, uno dei monumenti più rappresentativi di Palermo, città ricca di cose da vedere.

  • L'epigrafe sul frontone rimane un mistero: la paternità della frase viene attribuita a vari autori, da Camillo Finocchiaro Aprile a Vincenzo Gioberti, ma nessuna fonte definitiva l'ha mai confermata.
  • Nel 1990 il Teatro Massimo divenne set cinematografico per Il Padrino - Parte III di Francis Ford Coppola, nella scena in cui Michael Corleone assiste al debutto del figlio nella Cavalleria rusticana di Mascagni.
  • La leggenda narra che un fantasma si aggiri tra le sale del teatro: "la monachella", prima Madre Superiora del convento di San Giuliano, la cui tomba sarebbe stata profanata durante gli scavi. Chi non crede alla storia, si dice, inciampa nel "gradino della suora".
  • Nel 2015 il Teatro Massimo è stato il primo in Italia a riconoscere ai dipendenti omosessuali il diritto ai permessi matrimoniali, equiparandoli a quelli eterosessuali. Così ogni anno, durante il Pride, le colonne della facciata si illuminano con i colori della bandiera arcobaleno.
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