I segnali sono discordanti e gli analisti si dividono in pessimisti e ottimisti. Alcuni sono catastrofisti. Preoccupano più di tre mesi fa gli stati uniti (vedi notizia), ma la germania tira l'europa con cifre da record. Il giappone non rialza la testa ma la cina non arretra e avanza. Bolla immoboliare permettendo. E l'Italia? molto dipende dal contesto internazionale e secondo tremonti la ripresa sarà lenta e incerta. La domanda è d'obbligo: siamo fuori dalla crisi o ci aspetta una ricaduta?
Le chiavi dei prossimi mesi sono queste:
I debiti degli stati. Dopo essere intervenuti per salvare il sistema finanziario e bancario i debiti sovrani sono alle stelle e le agenzie di rating tagliano la fiducia. L'ultima è stata l'irlanda. In questo modo gli interessi per gli stati si fanno più alti, perché il mercato ha meno fiduicia nella loro capacità di ripagare i prestiti
L'austerità. Per sanare i bilanci gli usa e gli stati europei hanno cominciato a ritirare gli stimoli fiscali. L'effetto però sarà una minore crescita o una crescita anemica, come quella che si preannucia negli stati uniti (e in Italia) senza creazione di posti di lavoro
Materie prime. La speculazione fa terremoti e le catastrofi naturali fanno il resto: il prezzo del grano dopo gli incendi in russia è aumentato del 30%
Liquidità. La mancanza di fiducia sull'economia frena la circolazione di denaro. Le imprese sono troppo prudenti, rinforzano i bilanci ma non investono
Germania. In europa ci salviamo, per ora, grazie ai tedeschi (vedi notizia). Qui il ritorno della recessione sembra scongiurato
Cina. Si calcola che nel 2026 potrebbe essere la prima economia mondiale, davanti agli usa. L'economia mondiale dipende sempre più dalla cina
Nuovi mercati. È di oggi l'incredibile dato della turchia: pil a +9%. Allo stesso modo il sud america gode di una crescita solida da anni, con il brasile in testa
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