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L’Unione europea vuole l’introduzione del salario minimo (anche in Italia)
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Il salario minimo potrebbe essere introdotto a breve anche in Italia. Una direttiva della commissione Ue, infatti, potrebbe prevederlo entro fine mese per tutti gli Stati membri. Vediamo cos’è e cosa potrebbe cambiare.

L’Italia non fa parte della lista dei 22 Paesi Ue in cui la legge prevede già il salario minimo. Tuttavia, negli ultimi tempi il tema era apparso nel dibattito politico. Stando ad alcune indiscrezioni, la direttiva per il salario minimo Ue  dovrebbe arrivare già entro fine ottobre, molto probabilmente il 28.

Un’analisi degli uffici del Parlamento europeo ha da poco evidenziato che l’introduzione di un salario minimo europeo (e quindi anche in Italia) sarebbe necessaria considerando che l’emergenza Covid ha messo in difficoltà moltissimi lavoratori. L’analisi, inoltre, sottolinea come in Europa vi siano ancora lavoratori sottopagati.

Tra le categorie più colpite ci sarebbero, sempre secondo il report in questione, addetti alla logistica e alle pulizie, commessi, camerieri, lavoratori dei trasporti pubblici e operai ecologici. Gli stessi lavoratori con salari bassi sono stati colpiti dalla perdita di un’occupazione durante l’emergenza più degli altri lavoratori.

La direttiva della Commissione Ue, nello specifico, introdurrebbe un adeguamento di tutti i Paesi membri a un salario minimo, seppur non eccessivamente vincolante, evitando di intervenire direttamente sul livello dei salari minimi. Nel caso specifico dell’Italia, quindi, verrebbe fatta salva l’autonomia dei sindacati e della libertà della contrattazione collettiva. La direttiva deve pertanto tenere conto delle diverse realtà in Europa e delle differenze territoriali anche in rapporto al costo della vita.

Attualmente, la retribuzione minima in Italia è stabilita dalla contrattazione collettiva. Quindi una direttiva europea sul salario minimo permetterebbe di tutelare, anche in Italia, quei lavoratori che non sono coperti da un Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro. Tra i Paesi che come l’Italia non prevedono un salario minimo europeo vi sono Austria, Danimarca, Svezia, Finlandia e Cipro.

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