Il conflitto in Ucraina non accenna a placarsi e le sanzioni alla Russia si ripercuotono, anche se marginalmente, anche sul mercato immobiliare italiano. idealista/news ha cercato di fare chiarezza in particolare sulle ripercussioni sul mercato dell’immobiliare di lusso in una delle zone preferite dalla clientela ex-sovietica. Ecco quindi una panoramica fornita da Alessandro Tognetti, Broker titolare Coldwell Banker Global Luxury di Forte dei Marmi
Qual è la situazione attuale del mercato immobiliare di lusso?
Per il momento la nostra nicchia di mercato non è stata particolarmente influenzata dalla guerra. Da qualche anno infatti il buyer russo non è più il nostro cliente principale come lo era fino a 10 anni fa. La ragione è che negli ultimi anni i clienti russi si sono trovati ad affrontare maggiori difficoltà nel far uscire denaro dal loro Paese a causa delle sanzioni già in atto dal 2014, motivo per cui questo tipo di clientela era già diminuita. Oggi si limita a coloro che possedevano già capitali all’estero.
Qual è la quota di clientela russa sull’immobiliare di lusso in Italia? Possiamo indicare una percentuale?
Oggi abbiamo una nuova clientela composta per il 30% da compratori del nord Europa, nord America (40%) e soprattutto Medio Oriente (30%). In sostanza possiamo prevedere che continuerà a mancare quella parte di clientela proveniente dalla Russia che comunque, come si diceva sopra, era già diminuita notevolmente oltre che per le difficoltà relative alle movimentazioni di capitali al di fuori dei confini russi, anche a causa della pandemia da Covid che ci ha colpiti negli ultimi due anni.
Quali possono essere gli impatti delle sanzioni sulle compravendite di immobiliare di pregio da parte della clientela russa?
Questa guerra, per quello che possiamo vedere al momento, non dovrebbe influire in maniera sostanziale sul mercato immobiliare del lusso. Discorso diverso per l’indotto legato al comparto turistico, ambito nel quale gli operatori sicuramente sentono già gli effetti della diminuzione della clientela russa. Ciononostante, il settore degli affitti turistici nelle consuete top location estive (Forte dei Marmi, Porto Cervo, Como, entroterra toscano, Costiera Amalfitana e Taormina) della nostra penisola sta confermando segnali di alta dinamicità, coinvolgendo in parte anche clienti russi residenti all’estero. È possibile che gli esercenti soffriranno la mancanza di libertà di movimento che potrebbe bloccare i clienti provenienti dalla Russia; d’altro canto, tuttavia, si cominciano a vedere arrivi di diversi nuovi clienti provenienti soprattutto dal Medio Oriente.
La situazione attuale può avere impatti anche da parte della clientela generica?
Non è semplice fare previsioni, sicuramente nel breve ci sarà un impatto per l’hotellerie e l’hospitality in generale. Non prevediamo però grandi stravolgimenti del mercato per quanto riguarda quella parte di clientela perché il 50% dei cittadini russi che hanno acquistato una residenza di lusso a Forte dei Marmi già 10/15 anni fa si è trasferita stabilmente ed è ormai perfettamente integrata nella realtà locale, con tutto ciò che ne consegue. La situazione di questi cittadini ‘stabili’ è molto diversa, il problema dei capitali non esiste di fatto perché una volta spostata qui la propria vita anche tutto il resto e stato riorganizzato di conseguenza.
Quali sono le prospettive per il mercato dell’immobiliare di pregio?
A oggi non prevedo ci sarà un rallentamento perché alcune località rappresentano uno status symbol irrinunciabile per una certa clientela. Forte dei Marmi ad esempio è sempre stata in crescita e si conferma in consolidamento. Non dimentichiamo inoltre che in tempi di inflazione il mattone diventa ancora di più un bene rifugio, e in molti decidono di trasferire i propri capitali dai conti correnti, che possono subire le conseguenze di guerre o pandemie, alle proprietà immobiliari, che invece conservano - e in certe zone incrementano - il loro valore nel tempo.
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