Rightmove, il portale immobiliare leader nel regno unito, ha lanciato un allarme: la maggior parte dei proprietari di casa non solo non accetta di abbassare i prezzi, ma addirittura li aumenta. Ma con le difficoltà di accendere un mutuo questo comportamento sta generando una sola conseguenza. La paralisi del mercato
Succede infatti che a febbraio i listini siano aumentati in media del 3%, come se il mercato immobiliare fosse in ripresa. Ma le cose non stanno affatto così. Il regno unito ha chiuso il 2010 con un nuovo spettro recessivo e la caduta del pil dello 0,5%
La disoccupazione non diminuisce, le banche non concedono mutui, la domanda di case è a terra e i venditori aumentano i prezzi o ritirano le proprie case dal mercato. Con queste premesse ci si attende un 2011 con un record negativo di compravendite
Variazione mensile dei prezzi di listino delle case annunciate su rightmove

8 Commenti:
... alleluja , allora non sono le provvigioni delle agenzie a bloccare il mercato, che ne dici pax?
Yeppaaaaaaaaaa!!!! grazie agli inglesi adesso abbiamo l'acqua calda! grazie grazie!
Alleluja , allora non sono le provvigioni delle agenzie a bloccare il mercato, che ne dici pax? allora..prima di tutto il sig. Pax non ha mai sostenuto quanto sopra. Questi ha semplicemente (in un'altra discussione) posto in evidenza alcune incongruenze. Secondo: non è nel ruolo dei privati sostenere il mercato (non stiamo parlando di social housing). Questi compravendono (o non) in ragione di infinite individuali variabili di cui non ci sarà dato mai dato di sapere con esattezza.
C'è solo un rimedio all'ostinazione dei venditori, aumentare le tasse sulle case vuote. Sono pronto a scommettere che gli inglesi prenderanno provvedimenti in tal senso. Il loro primo ministro ha 40 anni e non 74 come il nostro
Per far ripartire il mercato immobiliare???
Fuori dai c____i agenti, notai, tasse, burocrazia...
Soldi contro mattone, da privato a privato! senza tasse
C'e' un altro fattore da considerare a differenza degli uk(inghilterra)
I dati di rightmove non comprendono le case pubbliche in quanto queste non vengono compravendute e ne vengono costruite oltre 30.000 all'anno nel paese anglosassone.
In Italia invece la compravendita delle case comprende anche quella fetta di persone che potrebbe rientrare nel diritto di accesso ad avere una casa pubblica.
Da noi pero' ne costruiscono meno di 2.000(duemila) l'anno...e la popolazione inglese come numero e' quasi uguale alla nostra.
Questo attegiamento non e' da paese civile a mio parere pero' a parte l'aspetto morale e' chiaro che grazie a questa consapevole scelta del governo italiano si sia creata un'ulteriore domanda a quella classica che puo' permettersi di accedere al libero mercato.
Sarò magari fissato ma, da qualche tempo in quà, mi sto convincendo che il prezzo sia diventato un problema relativo.
Mi spiego meglio... poichè ormai in fase di acquisizioni immobili, la maggior parte degli ai, stante l'eccesso di offerta, rifiuta prezzi spropositati, i prezzi di vendita vengono stabili di valori ipotetici di mercato ben più prossimi di quanto avvenisse prima del 2007.
Il mio convincimento è che la fase di stagnazione o addirittura recessione, ha solo come concausa la crisi economica e che in gran parte sia dovuta ad una saturazione della domanda.
Atteso che gran parte della popolazione possiede già la prima casa, che la crescita demografica è eguale a zero, che gli isitituti di credito hanno stretto parecchio, coloro che ancora desiderano comprare la prima casa, sono probabilmente quelli che non ne hanno la possibilità effettiva.
Il prezzo è solo una variabile.
Ne è prova, almeno nel mio caso, il fatto che ho proposto alcuni immobili a prezzi stracciati ma, fin dai primi contatti, la domanda di prassi resta la stessa: il prezzo è trattabile?
Non appena si giunge alla visita, la prima espressione, non appena aperta la porta è: certo, ci si devono spendere dei soldi.
Ecco, io credo che oggi il mercato lo faccia quasi esclusivamente l'acquirente e questo, di fronte a qualsiasi prezzo, chiede lo sconto cavalcando la crisi e facendola diventare strumentale ai suoi propri interessi.
Mi trovo parzialmente d'accordo con Messina:
Nel settore immobiliare vendite e prezzi crescevano durante la stagflazione degli anni'70. Analoga cosa accadeva durante le crisi degli anni '80 e durante l'ultima grande crisi del 92. Allora l'inflazione era oltre il 10% e la disoccupazione al 15%.
Oggi abbiamo inlazione al 2% ed disoccupazione al 8,4% (inferiore agli usa).
Ne consegue che la domanda è: "come mai nel 92 il mercato immobiliare era in piena salute a fronte di dati economici disastrosi?"
La risposta è legata alla sola teoria economica delle aspettative unica verità che regola il settore.
In pratica solo con la caduta finale a prezzi ai minimi ricompariranno gli acquirenti che oggi vogliono essere certi di acquistare ma non vedere depauperato il valore loro appartamento nei 12 mesi successivi.
Credo dovremo attendere fino a settembre 2012 per rivedere i segnali positivi nel settore. Mi spiace per molte agenzie immobiliari (oltre il 30%) che non riusciranno a sopravvivere.
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