Esistono diversi metodi naturali per debellare la Popillia Japonica, in grado di danneggiare un gran numero di piante.
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Un esemplare di Popillia Japonica o coleottero giapponese
Ryan Hodnett, CC BY-SA 4.0 / Wikimedia Commons
Gabriella Dabbene (Collaboratore di idealista news)

La Popillia Japonica, nota anche come coleottero giapponese, è un insetto invasivo che rappresenta una seria minaccia per orti, giardini e colture agricole, specialmente nel Nord Italia. Introdotta accidentalmente in Europa nel 2014, questa specie originaria del Giappone si è diffusa rapidamente, causando danni significativi a centinaia di piante. Di seguito come riconoscere la Popillia Japonica, come eliminarla in modo efficace e sostenibile, quali piante attacca e se rappresenta un pericolo per l’uomo.

Cos’è la Popillia Japonica?

La Popillia Japonica è un coleottero della famiglia degli Scarabeidi, originario del Giappone e introdotto in Italia nel 2014 nella Valle del Ticino, probabilmente tramite commerci internazionali. Classificata come organismo nocivo da quarantena dall’Unione Europea, si è diffusa in Piemonte, Lombardia, Liguria e più recentemente in Friuli-Venezia Giulia. 

Questo insetto completa una generazione all’anno: le femmine depongono le uova nel terreno tra giugno e agosto, le larve si nutrono di radici durante l’autunno e l’inverno, mentre gli adulti emergono tra maggio e giugno, con un picco di attività a luglio.

La sua capacità di attaccare oltre 300 specie vegetali e l’assenza di predatori naturali in Italia lo rendono uno degli insetti in grado di danneggiare più gli orti e i giardini, dunque è particolarmente temibile per agricoltori e giardinieri.

Come riconoscere il coleottero giapponese

Riconoscere la Popillia Japonica è fondamentale per intervenire tempestivamente. L’insetto si presenta in due fasi distinte: larvale e adulta. Le larve di Popillia Japonica sono biancastre, con un corpo ricurvo a forma di “C” e una testa marrone. Misurano da 1,5 mm a circa 32 mm a maturità e vivono nel terreno nutrendosi delle radici di piante erbacee, in particolare graminacee come i prati.

Si distinguono per tre paia di zampe ben sviluppate e una posizione arricciata. La loro presenza è spesso indicata da prati che ingialliscono o seccano, poiché danneggiano le radici, riducendo la capacità della pianta di assorbire acqua.

L’adulto di Popillia Japonica misura 8-12 mm, ha un corpo ovale con un caratteristico colore verde metallizzato e riflessi bronzei sulle elitre (ali anteriori). Un segno distintivo è la presenza di 12 ciuffi di peli bianchi (cinque su ogni lato dell’addome e due più ampi alla fine). Questi ciuffi lo differenziano da insetti simili come il maggiolino comune o la cetonia. Gli adulti si nutrono in gruppi, lasciando segni evidenti sulle foglie che appaiono scheletrizzate, con sole nervature residue.

I coleotteri si nutrono del tessuto delle foglie lasciandone intatte le nervature: il risultato è questo aspetto scheletrizzato
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Come eliminare la Popillia Japonica da orti e giardini

Allontanare questi insetti richiede un approccio integrato che combini prevenzione, monitoraggio e interventi mirati senza ricorrere a metodi drastici. Di seguito le principali soluzioni per eliminare e debellare la Popillia Japonica in modo sostenibile, con particolare attenzione a tecniche ecologiche.

Monitoraggio e segnalazione

Il primo passo consiste nel monitorare orti e giardini per individuare la presenza della Popillia: le piante vanno controllate regolarmente e soprattutto tra giugno e settembre, cercando segni di scheletrizzazione sulle foglie o ingiallimenti del prato. 

Se si avvista l’insetto, è necessario fare una segnalazione al Servizio Fitosanitario Regionale per contribuire al contenimento della specie. Il monitoraggio precoce permette di agire prima che l’infestazione diventi grave.

Raccolta manuale

Un metodo semplice ed ecologico consiste nella rimozione manuale degli adulti. Nelle ore fresche del mattino o della sera, quando i coleotteri sono meno attivi, scuotere delicatamente le piante e far cadere gli insetti in un contenitore con acqua e sapone per immobilizzarli. Questo approccio è efficace per piccoli giardini e riduce la popolazione della Popillia senza l’uso di sostanze chimiche.

Reti antinsetto

Per proteggere piante preziose come rose, viti o alberi da frutto, si possono utilizzare reti antinsetto a maglie fini. Dopo aver coperto le chiome delle piante durante il periodo di massima attività (maggio-settembre), scuotere le reti al mattino per rimuovere eventuali insetti intrappolati. Questo metodo è ideale per prevenire danni senza alterare l’ecosistema.

Lotta biologica con nematodi

I nematodi entomopatogeni come Heterorhabditis bacteriophora (come ad esempio il Larvanem di Koppert) sono un’arma efficace contro le larve: questi microorganismi penetrano nelle larve, rilasciando batteri che le neutralizzano in pochi giorni. 

  • Diluire il prodotto in acqua (circa 50 milioni di nematodi per 100 mq) e applicarlo al terreno tra settembre e ottobre, quando le larve sono più vulnerabili.
  • Irrigare dopo l’applicazione per favorire la penetrazione. 

Questo metodo è sicuro per l’ambiente e ideale per prati e orti biologici.

Olio di neem

L’olio di neem, contenente azadiractina, è un repellente naturale che rende le piante sgradite agli adulti di Popillia Japonica: basta diluire il prodotto secondo le indicazioni (generalmente 10 ml per litro d’acqua) e spruzzarlo su foglie e fiori, preferibilmente a inizio giugno. Ripetere il trattamento ogni 2-3 settimane. 

È una soluzione adatta all’agricoltura biologica, sicura per l’uomo e gli impollinatori, ma richiede applicazioni costanti.

Trappole a feromoni (da usare con cautela)

Le trappole attirano gli adulti di Popillia Japonica con esche specifiche, ma vanno usate con attenzione: è bene posizionarle ad almeno 10-20 metri dalle piante da proteggere, poiché possono attirare più insetti di quanti ne catturino. Controllare e svuotare le trappole ogni 4-6 settimane, rinnovando l’attrattivo. 

Nei giardini privati il loro uso è sconsigliato se non si ha spazio sufficiente a disposizione, poiché potrebbero peggiorare l’infestazione: in questi casi vanno preferite trappole ecologiche con esche agrodolci (acqua, aceto, zucchero), da sostituire ogni 2-3 settimane.

Insetticidi mirati

In caso di infestazioni gravi di Popillia Japonica, si possono usare insetticidi autorizzati come quelli a base di deltametrina o acetamiprid, applicati solo la sera per ridurre l’impatto su api e altri impollinatori. Seguire scrupolosamente le indicazioni del produttore e limitarne l’uso per evitare contaminazioni ambientali. I trattamenti fogliari sono più efficaci sugli adulti, mentre per le larve si possono usare dei geodisinfestanti, ma solo come ultima risorsa.

Se gli adulti di Popillia Japonica prendono di mira molte piante da frutto, le larve prediligono le graminacee di prati e giardini
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Quali piante attacca la Popillia Japonica?

La Popillia Japonica è estremamente polifaga, capace di nutrirsi di oltre 300 specie vegetali tra cui alberi da frutto, ortaggi, piante ornamentali e spontanee. Tra le piante più colpite troviamo: 

  • vite;
  • pesco;
  • ciliegio;
  • susino;
  • albicocco;
  • nocciolo;
  • mirtillo;
  • rovo;
  • pomodoro;
  • peperone;
  • mais;
  • fagioli;
  • piselli;
  • rose. 

Le larve di Popillia Japonica preferiscono invece le radici di graminacee, danneggiando prati e tappeti erbosi.

Che danni provoca alle piante?

I danni provocati dalla Popillia Japonica variano a seconda della fase dell’insetto: gli adulti causano la scheletrizzazione delle foglie, mangiando il tessuto fogliare e lasciando solo le nervature, il che riduce la fotosintesi e indebolisce la pianta; possono anche distruggere fiori e frutti, compromettendo raccolti e valore estetico. 

Le larve, nutrendosi di radici, provocano ingiallimenti e disseccamenti dei prati, con effetti simili a malattie fungine o carenza idrica. In agricoltura, le infestazioni gravi causano perdite economiche significative, specialmente per colture come vite e mais.

La Popillia Japonica è pericolosa per l’uomo?

La Popillia Japonica non rappresenta un pericolo diretto per l’uomo: non punge, non morde e non è vettore di malattie. Tuttavia la sua presenza può risultare fastidiosa, soprattutto durante il picco estivo, quando gli adulti si concentrano su piante ornamentali o da frutto rendendo sgradevole l’esperienza in giardino.

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