Le Marche sono una terra di confine: la cucina regionale si arricchisce, infatti, di influenze sia dal mare Adriatico che dall’entroterra collinare e montuoso. Questo patrimonio gastronomico si riflette nei piatti tipici marchigiani, che spaziano da ricette semplici della tradizione contadina a preparazioni più elaborate nate nelle cucine nobiliari. Ogni provincia marchigiana custodisce le sue specialità, ma tutte condividono un forte legame con la stagionalità degli ingredienti e la valorizzazione dei prodotti locali. Ecco quali sono i piatti della regione da non perdere.
Le olive ascolane del Piceno DOP
Tra i prodotti tipici marchigiani più iconici e celebrati, le Olive ascolane del Piceno DOP rappresentano un vero e proprio emblema della cucina regionale. Queste deliziose olive ripiene e fritte sono spesso il piatto forte di antipasti, aperitivi e fritture miste: si tratta probabilmente del piatto più famoso delle Marche.
Le Olive ascolane nascono nella zona del Piceno, in particolare ad Ascoli Piceno, città che vanta una lunga tradizione nella lavorazione dell’oliva tenera ascolana, varietà autoctona riconosciuta con la Denominazione di Origine Protetta (DOP). La ricetta originale risale all’Ottocento e si pensa sia stata ideata dalle famiglie nobili ascolane per recuperare gli avanzi delle carni arrosto. Il ripieno tradizionale prevede un mix di carni (manzo, maiale e pollo), Parmigiano Reggiano, noce moscata, scorza di limone grattugiata e talvolta un tocco di vino bianco.
I vincisgrassi
Tra i primi piatti tipici marchigiani, i vincisgrassi rappresentano molto bene la ricchezza e la complessità della cucina regionale. Questo sontuoso primo piatto simile alla lasagna è originario della zona di Macerata: a differenza delle lasagne emiliane, qui il condimento è composto da un trito di carni miste (solitamente manzo, maiale e pollo, ma spesso anche frattaglie come cervella o animelle), soffritto con cipolla, sedano e carota, arricchito da vino bianco e concentrato di pomodoro.
Il ragù viene cotto lentamente per diverse ore, così da sviluppare un sapore intenso e avvolgente. Il nome “Vincisgrassi” suscita spesso curiosità: secondo alcune fonti, deriverebbe dal generale austriaco Windisch-Graetz, che durante l’occupazione napoleonica avrebbe assaggiato e apprezzato questo piatto a tal punto da dargli il suo nome italianizzato. Tuttavia, altre teorie fanno risalire il termine al dialetto locale “princisgras”, ovvero “piatto grasso”, in riferimento alla ricchezza degli ingredienti utilizzati.
I maccheroncini di Campofilone
Questo formato di pasta all’uovo, sottilissimo e dorato, nasce nel piccolo borgo di Campofilone, in provincia di Fermo, ed è oggi riconosciuto come prodotto IGP. La particolarità? Sono talmente sottili da sciogliersi in bocca, ma al tempo stesso mantengono una straordinaria tenuta in cottura.
L’impasto di questa ricetta tipica marchigiana si realizza esclusivamente con farina di grano tenero e uova fresche (circa dieci ogni chilogrammo di farina), senza aggiunta di acqua: questa proporzione regala alla pasta una consistenza ricca e un colore giallo intenso. La storia dei Maccheroncini di Campofilone risale al XV secolo, come testimoniano documenti storici che citano questa pasta come “capelli d’angelo” serviti nei conventi e nelle famiglie nobiliari durante le grandi occasioni.
La crescia sfogliata
La crescia sfogliata è uno dei piatti tipici della provincia di Pesaro e Urbino. Si tratta di una sorta di focaccia sottile, fragrante e ricca di sapore, che conquista per la sua consistenza sfogliata e il profumo irresistibile. Questo prodotto da forno, spesso confuso con la piadina romagnola, si distingue per la presenza del pepe nell’impasto e per la caratteristica lavorazione “a strati”, che dona alla crescia la sua tipica friabilità.
Secondo le fonti storiche, la crescia era già nota nel Quattrocento alla corte dei Duchi di Urbino, dove veniva preparata in occasione di feste e banchetti. Nel tempo, questa specialità si è radicata nella tradizione popolare, diventando uno street food della zona.
Il brodetto all'anconetana
Il Brodetto di Ancona è uno dei piatti marchigiani più aderenti alla tradizione marinara delle Marche, in particolare della città di Ancona e della sua costa. Questo piatto nasce come una zuppa di pesce povera, preparata dai pescatori direttamente sulle barche con il pescato del giorno, ma nel tempo si è trasformato in una vera specialità regionale. Il segreto sta nella scelta di almeno nove-dodici varietà di pesce fresco e ogni pesce viene pulito e tagliato in pezzi non troppo piccoli per mantenere la giusta consistenza durante la cottura.
Il brodetto viene servito tradizionalmente con fette di pane casereccio abbrustolito, che assorbono il saporito intingolo di pesce e pomodoro. Un dettaglio curioso riguarda l’uso dell’aceto: secondo la ricetta originale anconetana, non deve mai mancare perché richiama le antiche abitudini dei marinai che lo utilizzavano per conservare meglio il pesce durante le lunghe giornate in mare.
Identità, territorio e vita nelle Marche
La cucina delle Marche è uno dei motivi che rende questa regione così speciale: i piatti tipici marchigiani sono il risultato di un incontro tra mare e terra, tra sapori forti e delicate sfumature. Abitare nelle Marche vuol dire vivere in una regione dove convivono colline, città d’arte e il fascino di una costa. Se stai pensando di trasferirti qui o semplicemente vuoi scoprire le migliori opportunità abitative, inizia la ricerca consultando gli annunci di idealista:
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