Entro il 31 dicembre i Paesi membri dovranno inviare a Bruxelles la prima bozza del proprio piano nazionale di ristrutturazione degli edifici
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Efficienza energetica
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L’Italia procede a rilento con la direttiva europea sulle case green, pubblicata più di un anno fa nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue. Secondo quanto stabilito, entro la fine di quest’anno ogni Stato dovrà predisporre il proprio piano di rinnovamento degli immobili, che deve prevedere i passaggi obbligatori fissati dalla direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici (Epbd) per raggiungere le emissioni zero entro il 2050. Ma il nostro Paese non ha ancora inviato alla Commissione Ue la bozza del suo piano di ristrutturazione. 

Come evidenziato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, entro il prossimo 31 dicembre i Paesi membri dovranno inviare a Bruxelles la prima bozza dei loro piani nazionali di ristrutturazione degli edifici. Questi piani devono contenere le modalità in cui ogni Paese – in base alle specificità dei diversi patrimoni immobiliari – intende raggiungere gli obiettivi indicati dalla direttiva. Una volta ricevuti i piani, la Commissione Ue dovrà dare una risposta, in modo da arrivare entro la fine del 2026 alla versione definitiva dei singoli piani che segneranno la strada per l’attuazione della direttiva. Le scadenze cominciano a diventare serrate e la fine del 2025 si avvicina, ma – a quanto pare – l’Italia non ha ancora trasmesso la sua bozza alla Commissione Ue. 

C’è poi la questione del recepimento della direttiva europea sulle case green. Entro il 29 maggio del 2026, a due anni di distanza dall’entrata in vigore della direttiva, l’Italia dovrà completarne il recepimento. Ma il disegno di legge di delegazione europea per il 2025 – che l’estate scorsa è stato approvato in Consiglio dei ministri e poi trasmesso in Parlamento – non conteneva riferimenti alla Epbd. 

Case green, cosa prevede la direttiva europea

Secondo quanto previsto dalla direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici (Epbd)

  • per gli edifici residenziali non di nuova costruzione, i Paesi Membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035;
  • per gli edifici non residenziali, gli Stati Membri dovranno ristrutturare il 16% degli immobili con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi nazionali di prestazione energetica da rispettare per tutto il settore dell’edilizia;
  • i nuovi edifici residenziali dovranno essere a zero emissioni dal 2030;
  • mentre i nuovi edifici non residenziali dovranno essere a zero emissioni dal 2028.

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