
Senza dubbio, le alte temperature estive spingono i turisti e chi sia rimasto in città a cercare refrigerio in ogni modo, anche sfruttando le fontane pubbliche. Soprattutto a Roma, ma in tutte le città d’arte italiane, il fenomeno è particolarmente in voga. Tuttavia, ci sono delle conseguenze alle quali va incontro chi entra, si immerga o utilizzi l’acqua della fontana per lavarsi.
Scopriamo cosa si rischia nel fare il bagno in una fontana di Roma. Inoltre, l’atto costituisce un reato che può portare a conseguenze ben più gravi di una semplice multa?
Qual è la multa per il bagno nella Fontana di Trevi
Fare il bagno in una fontana pubblica, ancorché artistica e dall'elevato valore storico e culturale, è vietato e, in alcuni casi, può comportare anche un reato più grave della sanzione economica.
A definire le conseguenze di comportamenti vietati sono spesso i regolamenti comunali, ma si può incorrere in norme ben più severe, soprattutto per i casi di furto, danneggiamento, deturpamento e violazione del decoro urbano.
Entrare ed eventualmente immergersi in una vasca pubblica, o anche il solo bagnarsi i piedi, può comportare multe fino a 500 euro. È questa la sanzione per l’infrazione di fare il bagno nella Fontana di Trevi, una delle più celebri e meno rispettate tra quelle di Roma. Di certo, non mancano turisti e residenti che fanno il bagno nella Fontana dell'Acqua Paola a Trastevere, conosciuta come "Er fontanone der Gianicolo".

Bagno proibito nelle fontane di Roma: dove succede
Nelle giornate più calde, le multe si moltiplicano. Infatti, frequentemente capita di leggere, tra le notizie, del turista di turno fermato perché stava facendo il bagno in una fontana di Roma.
Per esempio, a metà giugno del 2025 tre turisti sono stati sorpresi a rinfrescarsi nella "Barcaccia" di Piazza di Spagna e nelle vasche ai lati dell’Altare della Patria. Complessivamente i tre sono stati sanzionati di 1.500 euro.
Cosa si rischia se si fa il bagno nella fontana di Roma
Il fenomeno dell’utilizzo improprio dei monumenti pubblici ha indotto nel 2019 l’amministrazione capitolina a varare un nuovo Regolamento di Polizia urbana contenente multe più salate quando si viene sorpresi a commettere infrazioni di questo tipo. Il Regolamento prevede che sia vietato:
- fare il bagno, anche solo parzialmente, nelle vasche storiche;
- raccogliere monete lanciate dai turisti, come avviene per la Fontana di Trevi;
- lavarsi, anche parzialmente, con l’acqua che scorre.
Violare queste norme comporta l’elevazione di multe dall'importo variabile da un minimo di 160 euro a un massimo di 450 euro. Tuttavia, nei casi più gravi si rischiano sanzioni più severe. Per esempio, può essere previsto anche il Daspo urbano.
Che cos’è il Daspo urbano?
Per le infrazioni più gravi, si possono ipotizzare dei veri e propri reati che vanno dal furto al danneggiamento, fino alla violazione del decoro urbano, nel caso in cui il comportamento del soggetto fermato sia particolarmente irrispettoso, oltraggioso e insolente.
Reati di questo tipo possono portare all’applicazione delle norme del codice penale o all’emissione del Daspo urbano, comminato al fine di far allontanare immediatamente il soggetto dal luogo nel quale si sia verificata l’infrazione e di non farvi ritorno per un certo periodo di tempo.
Il Daspo urbano, introdotto dal decreto legge 14/2017, convertito nella legge 48/2017, è sicuramente uno strumento flessibile di prevenzione amministrativa, ideato per contrastare il degrado in cui versano le città proprio a causa di comportamenti irrispettosi, non solo in merito al bagno nelle fontane.
Quando scatta il Daspo urbano
Infatti, il provvedimento può essere adottato per i soggetti che bivacchino nelle città, assumendo comportamenti molesti per i residenti e i turisti, eventualmente accompagnati da atti vandalici, oppure quando si svolge un’attività commerciale non autorizzata.
Chi subisce questo provvedimento deve lasciare immediatamente il luogo nel quale si sia verificato il comportamento contestato e non accedervi per un periodo che può arrivare fino a due anni, a seconda della gravità del reato o della reiterazione dello stesso. Casi frequenti di applicazione del Daspo urbano si verificano in luoghi particolarmente sensibili, quali le stazioni ferroviarie, gli aeroporti, gli ospedali e le scuole.
Non rispettare l’obbligo di allontanamento comporta una sanzione che va da un minimo di 100 euro a un massimo di 300 euro o l’applicazione di misure più severe nel caso in cui il comportamento si ripeta nel tempo.
Bivacco nei dintorni delle fontane: cosa succede?
Situazioni di bivacco possono verificarsi nei dintorni e con l’utilizzo in maniera distorta di monumento di interesse storico e artistico. Intrattenersi nei pressi di una fontana al fine di ripararsi dal caldo, eventualmente consumando cibo o dormendo sui marciapiedi limitrofi è un fenomeno che si verifica sempre con maggiore frequenza nelle città turistiche.
Anche se a volte la linea di confine tra il visitare e il rendersi protagonisti di comportamenti non consentiti è sottile, i Comuni stanno adottando misure sempre più decise nel proteggere i luoghi di interesse storico da picnic e docce improvvisate, anche per contrastare conseguenze dal punto di vista igienico e dell’ordine pubblico.
Alternative nei giorni più caldi: andare al mare vicino Roma
A tal proposito, è utile tener presente che nelle città sono presenti fontane pubbliche che erogano acqua potabile e che, non avendo un interesse artistico, possono essere utilizzate per bere, riempire bottiglie e bagnarsi il viso, il collo e le mani. I famosi "nasoni" di Roma, per esempio, offrono refrigerio ai tanti turisti, ma anche ai cittadini, purché siano utilizzati in maniera adeguata.
Inoltre, per non rischiare multe e contravvenzioni, per i turisti ma anche per i tanti frequentatori della Capitale, è maggiormente indicato passare le giornate più calde in una delle spiagge più belle vicino Roma dove poter fare il bagno.

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